•Mani•

124 16 8
                                    

Ben si svegliò di soprassalto, tenendosi la testa con entrambe le mani e con il corpo pervaso dagli spasmi involontari. Stringeva i denti con gli occhi sgranati, con ancora l'incubo che gli si stava come fleshando davanti agli occhi, ripetendosi un'infinità di volte alla velocità della luce. Delle mani erano su di lui e lo afferravano ovunque: braccia, dorso, fianchi, gambe... Graffiavano, graffiavano fino a farlo urlare di dolore e disperazione, con il sangue che colava velocemente. Gli venne un conato di vomito e corse alla finestra, rigettando tutto di sotto i pochi resti del panino che aveva mangiato la sera prima, dopo essere tornato a casa accompagnato dal clown. Quando ebbe terminato, si girò e lasciò che il suo corpo strusciasse lungo la parete, fino a sedersi sul freddo pavimento della stanza. Il suo respiro era irregolare e i suoi occhi rimasero spalancati per incontabili minuti. Provò a stringersi nelle spalle per darsi un minimo di sollievo, ma anche il suo stesso tocco gli dava un tremendo fastidio.

Si alzò con le gambe che tremavano e si riappoggiò alla finestra, prendendo grosse boccate d'aria fresca per cercare di calmarsi. Sentiva il respiro andare a puttane e, nonostante il suo cuore non fosse più in grado di battere sentiva come se avesse la tachicardia. Il profondo dolore al petto gl'impediva di respirare e la testa gli girava fino alle vertigini. Per circa due ore rimase in quella stanza a strusciarsi contro le pareti nel tentativo di rimanere in piedi, oppure sdraiato a terra in posizione fetale, con il corpo che dondolava avanti e indietro, mantenendo le proprie mani lontane dal corpo. Poi si calmò e le immagini dell'incubo iniziarono come a sfumare, fino a scomparire del tutto. Sospirò e si sdraiò a pancia in giù, fissando il soffitto, con le mani distese in orizzontale. Con timore, ne avvicinò una al proprio petto e, con esitazione, l'appoggiò sul petto, avvertendo una fastidiosa sensazione, ma che provò a superare. Afferrò lo zaino e lo avvicinò, rovistando dentro di esso e afferrando la felpa più grande e pesante che aveva al suo interno.

Ben camminava senza una meta precisa, tanto per uscire dall'hotel, stringendosi nella grande felpa che gli arrivava quasi fino alle ginocchia. Nonostante avesse dodici anni, o meglio, nonostante dovesse avere dodici anni era molto più alto rispetto agli altri dodicenni, ma quella felpa doveva essere di una taglia in più rispetto a quella di Jadusable, dato ch'era davvero molto grande. Si alzò il cappuccio sulla testa e continuò a tenersi il cappuccio con entrambe le mani, continuando a camminare. Faceva mente locale su quello che aveva sognato, cercando di ricordare ogni minimo dettaglio per poterne dare un senso, ma fu tutto inutile. Più ci pensava, più aumentava la sensazione di sconforto che lo spingeva a tenersi saldamente alla felpa, come se fosse la sua unica difesa contro un mostro invisibile ch'era pronto ad attaccarlo in qualsiasi momento.

Una parte di lui gli suggeriva di smettere di pensarci e di non preoccuparsi, che si trattava solo di un brutto sogno e che gli provocava quella brutta sensazione solo perché era ancora fresco, ma un'altra parte, quella più oscura della sua mente, gli sussurrava che quello non era un semplice incubo e che quelle immagini non erano frutto della sua fantasia. Si sentiva perso, confuso e non sapeva cosa doveva pensare a riguardo. Con fatica cercò di non pensarci e, dopo svariati minuti di camminata, si accorse ch'era arrivato nei pressi del Luna Park di Laughing Jack. Decise di entrarci e di esplorare.
Nonostante l'età, poteva constatare che quel parco non era messo poi così male. Anzi, quell' aspetto lugubre gli donava molto. Si guardava intorno con aria spaesata, finché qualcuno non gli coprì gli occhi, facendolo sobbalzare e scansarsi di colpo.

Era solo Laughing Jack che voleva fargli uno scherzo.

Quest'ultimo rise, godendosi l'espressione contrariata del ragazzo, ma la sua espressione cambiò quando fece caso al suo abbigliamento.
<<Yo, ma perché indossi quel felpone? Hai ucciso un orso e stai indossando la sua pelle come simbolo di
vittoria?>> Lo prese in giro il clown, ridendo sotto i baffi.
<<Ovviamente no. Ti sembro che io stia indossando una pelliccia?>> Rispose con cinismo provocatorio, guardandolo male.
<<Oggi abbiamo iniziato la giornata con un bel limone su per il buco del culo? No, perché sei un po' acido>> Disse Jack, incrociando le braccia al petto. Ben sbuffò, corrucciando lo sguardo, facendo solo ridere l'altro.
<<Ti verranno le rughe se continuerai così>>
<<E tu hai iniziato la giornata con una tazza di merda? No, perché stamattina sei proprio uno stronzo!>> Gli urlò Ben, per niente preoccupato di farlo arrabbiare.

Normalmente, dopo una sfuriata del genere, Jack avrebbe già decorato il suo tendone con le sue budella, ma lo aveva capito fin dall'inizio che qualcosa affliggeva Ben e decise di lasciar correre.
<<Vuoi fare un giretto in città?>>
<<Non mi va>>
<<E allora perché sei venuto qui?>>
<<Non lo so, volevo solo camminare e sono finito qui>>
<<E allora tornatene a casa>>
<<Non voglio stare in stanza per tutto il giorno>>
<<E allora vai a fare in culo>> Detto questo, Ben lo trucidò con lo sguardo.
<<Cosa c'è? Che altro ti dovevo
dire?>> Domandò con finta innocenza. Ben si coprì il volto con entrambe le mani.
<<Dio, ma perché sono venuto qui? Con tutti i luoghi in cui sarei potuto finire, dovevo per forza giungere in sto cazzo di parco??>> Chiese ad alta voce a sé stesso, iniziando a tremare leggermente, cosa che non passò inosservato a Jack, che provò ad allungare una mano verso di lui.
<<Ben, cosa->>
<<NON TOCCARMI>> Urlò Ben, rifiutando il suo contatto con un corpo del polso, con la voce sdoppiata e gli occhi che si erano fatti più rossi del solito. Jack non si scompose a quella vista, ma decise di evitare di toccarlo ancora.
<<Oi, è tutto okay. Non ti tocco>> Lo rassicurò, tenendo le mani lungo i fianchi, mentre Ben si stringeva i lati della felpa, guardandosi i piedi.
<<Oggi non sono in vena>>
<<Okay, non c'è problema. Vuoi almeno fare un giretto per il parco?>> Tentò ancora Jack, sorridendo. Ben chiuse un attimo gli occhi per poi riaprirli dopo qualche secondo, e Jack notò ch'erano tornati come prima.
<<Va bene>> Rispose alla sua proposta, con anche il tono di voce tornato normale.

《REVENGE》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora