ᴘʀᴇsᴇɴᴛᴀᴢɪᴏɴɪ

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Ben rimase seduto sul polveroso divano, con lo zaino appoggiato sul pavimento di fianco ai suoi piedi, guardando Jeff intento a dare pugni ai cuscini strappati del divano.
<<Sono sempre così impolverati questi stupidi cuscini! Li lascio sul divano per qualche giorno e si ricoprono di sto schifo! Davvero snervante>>
<<Beh, penso che sia normale. Sai... Non vivi in una casa dove la pulizia è la priorità>>
<<Ehi! Non è colpa mia se le uniche case in cui posso sistemarmi sono sempre e solo quelle abbandonate!>> Ben rimase stranito dalle parole del killer.
<<Tu... Uccidi le persone, giusto? Non potresti sistemarti nella casa di una tua vittima? Non penso che al cadavere dispiacerebbe vederti usufruire della sua abitazione>> Jeff lanciò i cuscini che stava prendendo a pugni sul divano.
<<Tu la fai facile, piccoletto. Da quello che noto, sei nuovo di questo campo e non sei esperto come il sottoscritto. Vedi, è rischioso abitare nella casa di una vittima per diversi motivi: rischi di ricevere visite da amici o parenti della vittima che ti scoprirebbero, oppure i vicini potrebbero chiamare la polizia insospettiti da chissà quale cosa. Tutto è possibile e io non ho voglia di finire in prigione. Non voglio fare la fine degli uomini a cui cade la saponetta...>>
<<Saponetta?>> Domandò confuso il ragazzo, già annoiato dalla presenza dell'assassino.
<<AHAHAH. Sei troppo giovane per capire. Lascia stare>> Gli rise in faccia l'assassino, lasciando visibile i denti rovinati e le gengive rosse attraverso gli spazi lasciati dai tagli sulle guance.

Ben rimase perplesso dalla cosa, ma preferì lasciar scorrere e non chiedere più nulla sull'argomento della saponetta, classificandolo a propri come una stronzata. Si limitò a tamburellare le dita sul bracciolo del divano, con aria annoiata, restando in silenzio.
<<Allora, ragazzino... Di dove sei?>> Chiese Jeff, mettendosi le mani sui fianchi. Ben non ne poteva già più di lui.
<<Non sono affari tuoi>>
<<Dai, ti prego. Son curioso di sapere da dove può mai provenire un essere come te. Sei uscito dalla porta dell'inferno o dal Texas?>>
<<Direi che ci hai quasi azzeccato riguardo l'Inferno>> Disse, avvertendo un forte brivido su tutta la spina dorsale al ricordo di quel dannato luogo.
Quello specifico luogo.
<<E la madonna. Il Texas fa così tanto cagare?>> Domandò, scoppiando a ridere in maniera quasi inquietante. Ben non si scompose a quella vista e continuò a parlare.
<<Hai finito di parlare? Mi dai il mal di testa>> Terminò, con sguardo serio e tono freddo e distaccato. Jeff smise di ridere per qualche secondo, poi riprese a ridere e si avvicinò al ragazzino.
<<Vederti con sto sguardo da uomo vissuto che ha già visto tutto dalla vita, nonostante tu abbia ancora i denti da latte, è troppo esilarante! Sorridi!>> Disse, alzando con le dita sporche i lati della sua bocca, formandogli un sorriso.
<<Se vuoi ti posso intagliare il mio magnifico sorriso. Sorrideresti sempre e saresti sempre felice. Non sarebbe fantastico?>>

Ben gli scansò le mani, visibilmente infastidito dal contatto fisico inopportuno e schifato dalla sporcizia sulle mani.
<<Non voglio essere toccato>> Dichiarò. Jeff sbuffò e si mise una mano fra i suoi capelli neri come il carbone e unti di qualche settimana.
<<Sei davvero un bambino molto strano. Che poi devo ancora capire cosa sei...>>
<<Te l'ho già detto, non lo so>>
<<Potresti essere un alieno>>
<<Non credo di aver mai sentito frase più stupida di questa>>
<<Qui qualcuno è acido come un limone, eh?>> Ben lo guardò con sguardo truce, innervosendosi.
<<Oi, calmati. Volevo solo scherzare, non ti arrabbiare>> Si giustificò l'assassino. Ben tirò un sospiro di rassegnazione.
<<È incredibile... Ti ritrovi davanti uno con degli occhi che manco il diavolo e tu ti comporti come se non fosse nulla? Non hai paura di me?>> Gli domandò, stupefatto e arrabbiato.
<<Coso, sei alto un metro e un tic tac. Mi basterebbe un calcio rotante per rispedirti da dove provieni. Comunque ho visto di peggio... Demoni che impossessano esseri umani e diventano un tutt'uno con loro, creature demoniache, morti viventi, fantasmi, angeli, assassini. Secondo te mi spavento per due occhietti rossi da fumatore di canne come i tuoi?>> Ben si sentì sottovalutato e la cosa non gli piacque per niente.
<<Non sono un debole>> Disse, corrugando lo sguardo.
<<Non l'ho mai detto questo, non lo posso sapere. Ho solo detto che non mi fai paura, non è facile spaventarmi. Io non ho paura di niente. Tranne... di una sola cosa...>>

Disse, bloccandosi e non finendo la frase. Ben capì che doveva trattarsi di qualcosa di grosso se il pazzoide aveva smesso di ridere.
<<Che sarebbe?>> Chiese Ben, curioso.
<<Laughing... Jack...>> Disse, con un'espressione di puro terrore dipinta sul viso.
<<E chi sarebbe questo Laughing
Jack?>> Domandò il ragazzino, grattandosi la testa.
<<Nessuno lo sa, ma secondo me è un demone. È alto più di due metri, con braccia allungabili e artigli neri affilati come rasoi. Ha anche degli strani poteri ed è estremamente forte, spaventoso e manipolatore. Io a volte l'ho incontrato e se sono ancora vivo è perché lui mi considera così tanto inutile da fargli pensare che non ne vale la pena di uccidermi. E la parte peggiore? Quel mostro è qui a New York, in un Luna Park abbandonato non molto lontano da qui!>>
<<Secondo me stai soltanto esagerando>> Disse Ben, ridendo sotto i baffi alla ridicola espressione di puro terrore del corvino.

<<Esagerando, moccioso!? Secondo te io starei esagerando!? Sei tu quello che lo sta sottovalutando e nemmeno lo conosci!>> Gridò, puntandogli l'indice contro, sentendosi ferito nell'orgoglio.
<<Appunto, io non lo conosco e di conseguenza non posso sapere se questo tipo è davvero così pericoloso come tu affermi che sia. E poi chissene frega se è così pericoloso, basta tenergli le dovute distanze. Come hai già detto non ha nemmeno voglia di ucciderti per quanto ti considera inutile, quindi che senso ha avere paura di lui? E se ci pensi bene potrebbe anche averti mentito. Magari non ti ha ucciso perché ha paura di te e ha preferito raccontarti questa balla per cercare di non farti capire che era terrorizzato da te. Ci hai mai pensato a questo, almeno?>> Disse Ben, mettendosi le mani in tasca, con il tono di voce che utilizza chi sa di avere di fronte un cretino di cui può facilmente prendersi gioco.

Jeff si zittì alle sue parole.
<<Hai ragione... Ha paura di me! AHA! SOTTO SOTTO L'HO SEMPRE SAPUTO! CHIUNQUE PROVEREBBE PURO TERRORE DINNANZI ALLA MIA PRESENZA! AHAHAH>> Disse, con l'aria da narcisista quall'era, ridendo.
<<Io no>> Disse secco il ragazzino, facendo quasi strozzare Jeff con la sua stessa saliva, facendogli scappare un sorriso divertito.
<<EVVAI! FINALMENTE RIDI, BAMBINO! Hai anche le fossette! Oh! Ti rinchiuderei in un cassetto per impedire a chiunque di toccarti per quanto sei tenero>> Disse, sapendo già che le sue parole avrebbero fatto arrabbiare Ben. Infatti, come previsto, gli lanciò contro un cuscino, con aria corrucciata.
<<Sta' zitto, imbecille>>

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