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Il bicchiere di cristallo ripieno di vino rosso del 1870 veniva sorseggiato con calma dal demone dalla maschera bianca e nera ricoperta da vari schizzi di sangue ancora fresco, camminando verso una meta ben precisa. La mano lasciata a molleggiare sul fianco perdeva gocce di sangue dalle punte dei suoi artigli, e la sciarpa volteggiava lievemente a ogni suo passo. Ebbe il dubbio per giorni se tornare o meno, ma la promessa di passare un bel momento lo dissuase dal lasciar perdere quel moccioso che tanto lo aveva incuriosito. Svuotò il bicchiere in un piccolo sorso nel momento stesso in cui si ritrovò davanti all'entrata del grande edificio.
<<Tanoshī koto ga arimasu*>> Parlò con voce profonda, spaccando il bicchiere a terra con un colpo secco della mano, con il sorriso sulla maschera che si allargava con aria preoccupante, un chiaro segno di pericolo. Entrò all'interno, scostando le tende di plastica, annusando l'aria. Ringhiò nel percepire lievemente l'odore della sua vittima, segno che non era presente all'interno dell'abitazione. Uscì con furia dall'hotel, emettendo un ringhio con la maschera contorta in un'espressione raccapricciante, andandosene via.

Ben avvertì la sensazione del teletrasporto e spostò di poco il viso dal petto del corvino per poter vedere dove egli lo avesse portato. L'immenso tendone inghiottì il suo sguardo, con le palpebre che si facevano sempre più pesanti. Jack se ne accorse e rise, pattandogli pian piano la testa.
<<Qualcuno qui ha voglia di schiacciare un pisolino, vero?>> Domandò il corvino, con faccia divertita.
<<Non ho sonno>> Rispose Ben, con un fil di voce.
<<Giusto. Stai solo riposando gli occhi>> Disse con ironia Jack, alzandosi in piedi tenendo il ragazzo in braccio.
<<Dopo aver passato più di un'ora a guardarti mi sembra il minimo>> Jack, nel sentire quello che doveva essere un insulto, alzò l'angolo destro della bocca lasciando intravedere la sua fila di denti seghettati e dall'aspetto appuntiti.
<<Quindi passi ore a guardarmi?>> Gli sussurrò all'orecchio il più grande. Ben si ritrovò preso alla sprovvista da quella risposta inaspettata. Lo guardò male e prese ad agitare le gambe in segno di protesta.
<<Fanculo, non intendevo quello!>> Strillò, facendo uscire dalla bocca di Jack una fragorosa risata.
<<Sto scherzando, ragazzino>>
<<Mollami!>>
<<Mamma mia, quanto sei permaloso>> Jack lo mollò, facendolo cadere di schiena a terra. Ben soffocò un gemito di dolore. Si mise seduto e si toccò la schiena, guardando truce il clown che se la rideva come suo solito.
<<Idiota>>
<<Dai, almeno ti sei svegliato>> Ben si alzò con fatica, e nel frattempo Jack continuava a rideva allegramente nell'osservare il più piccolo. Dopo aver finito di ridere, appoggiò una mano sul fianco.
<<Vuoi che ti porti a casa? Così schiacci un pisolino>> Domandò Jack.
<<Non è casa mia quell'edificio>> Jack emise un sospiro di rassegnazione.
<<Sarà giornata nazionale quando smetterai di fare l'acido per almeno cinque minuti. I bambini come te dovrebbero dormire di più>>
<<Non sono un bambino, cazzo!>> Disse Ben, con tono serio. Jack esitò qualche secondo, poi appoggiò la sua guancia contro quella del biondo.
<<Stavo scherzando, dai>> Gli disse, mantenendo il tono divertito di prima. Ben sbuffò rumorosamente.

Jack riportò il ragazzo nella sua stanza, lasciando delicatamente a terra il suo corpicino rannicchiato e dormiente. Proponendo di fare il tragitto a piedi, Ben si ritrovò inevitabilmente ad addormentarsi pian piano con la testa appoggiata sulla sua spalla, cedendo al bisogno di dormire che tanto lo aveva tormentato per notti intere. Jack si appoggiò alla finestra, osservando la Luna brillante con il suo piccolo spicchio visibile, con qualche nuvola che le ronzava attorno. Jack era in procinto di andarsene, ma in quel momento avvertì un flebile gemito. Si voltò e vide il ragazzo agitarsi sul tappeto. Si avvicinò al ragazzo, confuso.
<<GhhH- viA. N0oon->> Ben pronunciava parole sconnesse l'una dall'altra o prive di significato, con quell'inquietante tono di voce che non apparteneva a questo mondo. Dai suoi occhi iniziarono a colare quelle che sembravano lacrime di sangue, percorrendo e sporcandogli le guance pallide. Ben ebbe un forte tic che lo girò di colpo sul fianco opposto, ringhiando rocamente mentre affondava le unghie nel tappeto. Jack guardava, senza sapere cosa fare. Avrebbe potuto svegliarlo e basta, ma in quel momento capì perché Ben non voleva dormire in sua presenza, e tanto meno perché non volesse dormire proprio.
<<I suoi incubi turbolenti devono essere una sorta di blocco per lui, qualcosa che teme e che non vuole mostrare a nessuno>> Jack gli accarezzò piano la fronte. A quel tocco Ben si agitò ancora di più.
<<-M-aAanI. LonTAne- lOontane>> Jack sapeva che se lo avesse svegliato Ben ne avrebbe risentito nell'essersi fatto vedere così fragile. Così vulnerabile e debole. Jack fece comparire una coperta da dentro la sua manica e la utilizzò per coprire il ragazzo che si dimenava, sistemandogliela fino a sotto il naso.
<<Un giorno ti sentirai mai pronto di parlarne?>> Domandò in un sussurro, osservando ogni minimo dettaglio del ragazzo che a poco alla volta sentiva diventare suo amico, una presenza con cui passare volentieri le sue giornate vuote. Ben si muoveva a scatti, stringendo nei pugni i lembi della coperta dall'interno, le gambe chiuse e strette verso il petto, con la schiena curvata. La massa di capelli biondi spettinati erano sparsi per tutto il tappeto scuro e le orecchie a punta si muovevano piano, con le guance sporche di sangue e gli occhi chiusi con forza.
Jack lo salutò con la mano, con la nube nera che lo avvolse in un soffocante abbraccio scuro.





*Ci sarà da divertirsi.

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