мαℓατο

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Il cielo era scuro, con la Luna come unica fonte di luce, insieme alle varie stelle che addobbavano quel cielo profondo. Ben si lavava i denti con uno spazzolino che aveva rubato in un negozio, dentro il bagno di un appartamento momentaneamente vuoto. Quando doveva lavarsi entrava in varie case in tarda notte, ficcandosi nel bagno cercando di fare meno rumore possibile. S'era fortunato riusciva anche a mettere i vestiti sporchi in lavatrice, nonostante non siano realmente sporchi. Ben aveva già notato da tempo che non emetteva sudore e che non aveva più bisogno di andare in bagno, ma l'idea di tenersi addosso dei vestiti di più giorni gli faceva schifo ugualmente, per non parlare della biancheria intima. Si spazzolava i denti, tenendo lo sguardo basso sul lavandino in ceramica verde pistacchio.
<<Chissà se anche Jack fa la lavatrice>> Si ritrovò casualmente a pensare. Pensiero stupido, vero, ma n'era comunque incuriosito.

Due mesi erano passati e Ben s'era ritrovato spesso a passare le notti nel Luna Park del clown, e lui lo rimproverava sempre sul suo non voler dormire, ma Ben non ne voleva sapere. Se doveva dormire, lo doveva fare solo e unicamente senza la presenza di nessuno. Jack non capiva questa sua insolita decisione, ma non fece mai domande perché in fin dei conti non gliene fregava nulla. Capiva e basta, e per questo Ben lo ringraziava, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

Ben si sciacquò la bocca e sputò, asciugandosela con la manica della maglia grigia che stava indossando, rubata dall'armadio presente in quell'appartamento. Per sua fortuna i vestiti, anche se gli stavano enormi, data la sua altezza non gli creavano un aspetto ridicolo. Di solito gli arrivavano poco sopra metà coscia. Era sempre stato più alto della media, e questa sua caratteristica gli permetteva d'indossare un po' qualunque cosa. Mise lo spazzolino dentro il suo apposito contenitore e lo ficcò dentro lo zaino, avanzando verso il soggiorno. Si sedette sul sofà in velluto nero, godendosi la sua morbidezza. Prese il telecomando che aveva sopra appoggiato e accese quella che ai suoi occhi somigliava a un televisore, anche s'era stranamente molto piatto. Niente in confronto ai televisori a scatola con cui era abituato nel 2002. Nonostante fosse curioso di accenderla per vedersi qualcosa dopo molto tempo, con la mano lasciata in sospeso verso l'alto con in pugno il telecomando. con uno scatto lanciò l'apparecchio contro il televisore, provocandone la rottura dello schermo e la ricaduta in avanti sul pavimento. Ben si abbracciò le ginocchia al petto, osservando le poche scintille di corrente che uscivano dai pezzi aperti del televisore.
<<Che schifo>> Disse, osservandole con disprezzo.
<<Che ti ha fatto quel televisore?>> Ben urlò per lo spavento, scattando con la testa alla propria destra, dov'era posizionato il clown ridente. Ben colpì Jack con un pugno sulla spalla, facendolo solo ridere di più.
<<Coglione, mi hai fatto prendere uno spavento!>>
<<Ahahah! Lo so, lo so. Mamma mia, che fac-Ahahah!>> Rise di gusto il corvino. Ben lo colpì col proprio zaino, in preda all'imbarazzo.
<<E smettila di ridere, Arlecchino>>
<<Che cazzo d'insulto sarebbe
questo?>>
<<Davvero orribile, direi. Povero Arlecchino che si ritrova paragonato a te>>
<<Okay, okay, lo ammetto. Questa brucia>> Jack alzò le mani in segno di resa, accompagnato dalle risa male trattenute del biondo.

<<Come hai fatto a trovarmi?>> Domandò il ragazzo, meravigliato.
<<Sono molto bravo a cercare>>
<<Dai, dimmi la verità>>
<<Non posso. Segreto da professionisti>> Gli rispose Jack, toccandosi la punta del naso a strisce. Ben ruotò gli occhi.
<<Comunque volevo un po' di compagnia. Ti va un giro?>> Gli propose, prendendogli lo zaino mettendoselo sotto spalla.
<<Va bene. Dove si va?>> Jack non rispose, lo prese semplicemente per il braccio, teletrasportando entrambi. Ben scosse la testa, cercando di vederci tramite la nube nera che accompagnava il teletrasporto, urlando e aggrappandosi a Jack quando si ritrovò sulla testa della Statua della Libertà. Jack lo strinse, piegandosi con la schiena verso il ragazzino urlante.
<<MA DOVE CAZZO MI HAI
PORTATO?>>
<<Sulla testa della signorina preferita dell'America. Bella vista, neh?>>
<<Tu sei fuori!>>
<<Ma su, non fare così. Ti tengo io>> Disse Jack, sedendosi a gambe lasciate tese in avanti, facendo sedere sopra esse il ragazzino. Ben, calmandosi, guardò il panorama, con gli occhi che brillavano di meraviglia.
<<Non eravamo mai andati così in alto. È fantastico>>
<<Vedi che non è brutto?>> Jack appoggiò il mento sulla testa di Ben, non sciogliendo la presa sul suo corpo.

Il duo tacque, con il leggero venticello caldo che scompigliava i capelli di entrambi.
<<Jack>> Disse Ben, continuando a guardare davanti a sé.
<<Perché uccidi?>> Laughing rise in maniera nervosa a quella domanda.
<<Perché queste domande?>>
<<Voglio solo sapere cosa si prova nell'essere consapevoli di aver spento una vita>> Dentro Jack si formarono un miscuglio di sensazioni sgradevoli, tra cui rabbia, senso di vergogna, ripugnanza. Tutto accompagnato dalla sua stessa risata maligna che riecheggiava nella sua testa. Chiuse gli occhi e sospirò, stringendo Ben.
<<Brutta quando ti rendi conto che non puoi farne a meno. Io sono malato, Ben, sono molto malato. In momenti di tranquillità come questi, quando ci ripenso provo un forte senso di vergogna, ma tanto so che poi ritornerò a pensare "ma no, uccidere è fantastico. Sta zitto, stupido coglione, e fila a squartare qualche stronzetto per soddisfare il tuo disgustoso senso di divertimento". Sono consapevole di quello che faccio, ma me ne rendo conto appieno quando ormai è troppo tardi. Dopo più di cento anni di desolazione ho iniziato a capire cosa c'è che non va in me, ma a cosa serve se non posso cambiare? A convincermi che l'essere dispiaciuto per le mie azioni mi rende meno mostruoso?>> Il tono utilizzato dall'entità era calmo, ma con una nota di profonda malinconia. Ben si girò tra le sue braccia e affondò il viso nel sul petto.
<<Io ho rovinato una vita e non me ne pento. È stato divertente>> Jack abbassò i suoi occhi grigi sulla figura rannicchiata contro il suo corpo.
<<Non so nemmeno s'è ancora vivo o se s'è ucciso, o forse rinchiuso in qualche clinica psichiatrica. Mi sono divertito a manipolare la sua mente, a giocare con lui. Per molti anni sono rimasto in completa solitudine e lui fu il mio primo contatto col mondo esterno, un essere umano con cui parlare. All'inizio non sapevo che cosa fare, ma quando capii che aveva paura di me, pensai che sarebbe stato spassoso prendersi gioco di lui. So che non se lo meritava, so che sono stato crudele, ma non riesco a rimproverarmi per la mia crudeltà. Non sento nulla e basta>> Jack prese ad accarezzargli la testa.
<<Sei sempre stato così?>>
<<No, non credo. Ho i ricordi confusi a dire il vero... però ricordo che passavo le giornate a tormentare alcuni compagni di scuola delle elementari, per poi continuare a prendermela con loro anche alle medie. Mettevo gente contro di loro, li obbligavo a fare tutto quello che volevo, e non avevo nemmeno bisogno d'insultarli o minacciarli, poche volte sono arrivato alle mani con loro. Semplicemente ero bravo ad ottenere tutto ciò che volevo. Lo paragono molto al disegno>>
<<Lo facevi per sentire di avere il controllo nella tua vita, come quando disegnavi?>>
<<Anche, ma sopratutto perché lo trovavo facile. Semplicemente facile. Perciò... perché non fare qualcosa in cui sono bravo, anche a costo di far soffrire gli altri?>>
<<Oh, Ben>> Jack poggiò la fronte sulla sua spalla.
<<Sei malato anche tu>>
<<Forse hai ragione... ma ancora non me ne rendo conto>> Sussurrò, non staccandosi dal suo petto.

I due rimasero lì, abbracciati, in uno strano tentativo di consolare se stessi e consolarsi a vicenda.

《REVENGE》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora