•La rabbia che ti corrode•

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Il profondo buio di quella notte oscurava ogni cosa, permettendo così a tossici e prostitute di andarsene in giro indisturbati.
Jack era uscito dal circo per poter andare all'hotel. Doveva recuperare lo zaino del ragazzo contenente la sua cartuccia. Apparve in mezzo alla stanza, a pochi metri dallo zaino. Lo prese e se lo mise in spalla, riteletrasportandosi successivamente nella stanza dove dormiva il giovane. Lo appoggiò per terra e frugò al suo interno tra i vestiti puliti, e trovò la piccola cartuccia grigia. La prese tra le mani e la esaminò: il suo colore grigiastro era spento e, dove di solito ci sarebbe dovuta essere la stampa del videogioco, si trovava scritto sopra con un pennarello nero indelebile il nome del gioco.
E adesso? Che cosa ci avrebbe dovuto fare con quella?
Pensò che sarebbe stato meglio se avesse svegliato Ben, dopo tutto lui ne sapeva di più a riguardo. Sì avvicinò al ragazzo dormiente e lo mosse piano dalla spalla. Ben grugnì e si portò una mano in faccia per stropicciarsi un occhio.
<<Jack... che cosa vuoi?>> Domandò, con la voce impastata dal sonno.
<<Ti ho portato qui la tua cartuccia>> Ben spalancò le palpebre, alzandosi frettolosamente con la schiena.
<<Starai scherzando, spero>> Parlò Ben, con voce roca.
<<Em... no. Guarda, ce l'ho proprio qui>> Jack gliela porse, provocando in Ben un forte sobbalzo delle spalle.
<<Tienila lontana da me. Non la voglio neanche guardare>>
<<Ma Ben, questa forse ti può aiutare in qualche modo>>
<<Non può aiutarmi in alcun modo quella disgrazia. Ricacciala nelle profondità dello zaino e basta. Mi fa ribrezzo!>> insistette Ben, stringendo la coperta tra le mani, con espressione arrabbiata.

Laughing Jack sbuffò.
<<Mi spiace, ragazzino. Volevo solo aiutarti>>
<<Nessuno te l'ha chiesto. E perché hai pensato a quello?>> Jack tacque, sedendosi poi sul letto. Si morse lievemente l'interno guancia.
Glielo doveva raccontare?
Assolutamente no.
<<Non lo so, in realtà. Sapendo che sei collegato ad essa ho pensato che ci avresti potuto fare qualcosa per guarire>> Spiegò il clown. Ben addolcì di un poco lo sguardo.
<<Sto meglio adesso, non devi preoccuparti per me. Ora, per favore, rimettila via>> Lo pregò con lo sguardo, e Jack gli sorrise in risposta. Si alzò dal letto e ricacciò la cartuccia dentro lo zaino, richiudendolo successivamente. Tornò a guardare il biondo, notando che aveva riacquistato quel minimo di colore che aveva sul viso.
<<Hai visto? Dormire ti ha fatto bene>>
<<Non pensavo di dirlo, ma sì>>
<<Il mio letto è così comodo che fa passare tutti i brutti sogni>> Disse Jack, con un largo sorriso in faccia, pattando il materasso con aria orgogliosa. Ben alzò gli occhi in aria, senza riuscire però a reprimere un piccolo sorriso.
<<Certo, hai proprio ragione. Ogni volta che avrò voglia di schiacciare un pisolino ti faccio un fischio, mh?>> Disse con ironia il ragazzo, che non venne colta dal clown che stava già per esplodere di gioia.
<<OH, SÌ! Potresti davvero!>>
<<Aspetta- Cosa?>>
<<Ma sì, perché no? Insomma, il mio letto è per due persone dato che non so se hai notato che sono un tantino troppo grande per un letto singolo, ma c'è abbastanza spazio anche per te!>>
<<Jack, hai perso la capacità di cogliere l'ironia? Io stavo scherzando. Non posso dormire nello stesso letto con
te!>>
<<Perché no? Hai dormito bene insieme a me>> Le guance di Ben presero quasi fuoco dopo quella frase. Strinse gli occhi e i pugni.
<<Dio, Jack, ti prego. Stai rendendo la cosa più imbarazzante di quanto non lo sia già>>
<<Ma perché, scusami? Che c'è di
male?>>
<<Non è un po'... da gay?>>

In quella stanza cadde il gelo, e Ben poteva sentire le iridi grigiastre di Jack che gli scrutavano fin dentro l'anima.
<<Ben, hai ancora la febbre?>>
<<Dai, sono serio>>
<<Ma come cazzo fai a essere serio? Cioè... "da gay"? Scherzi??>>
<<Se ti ho offeso dandoti del gay non era mia intenzione>>
<<Essere gay non è un'offesa, dico solo che hai dodici anni, mica venti. Come fai a pensare che sia da gay?>>
<<Due uomini che dormono nello stesso letto è molto da gay>>
<<Un uomo e un ragazzino, semmai>>
<<Lo sai che, oltre a suonare bruttissima come frase, adesso dovrei avere 26 anni?>>
<<Sì, dovresti. Ma non li hai. Sei un ragazzino che dorme nel mio stesso letto. Non c'è nulla di scandaloso in questo perché io non sono un fottuto pedofilo, è chiaro?>>
<<Mi vergogno>>
<<Ti vergogni di me?>>
<<Ma Dio santo, Jack! Prendi uccelli per cazzi??>>
<<Perché dici che ti faccio schifo?>>
<<Ti prego, dimmi quando l'ho detto perché proprio non ricordo>> Sputò con ironia il ragazzo, con Jack che si stava lentamente infuriando.
<<Secondo te potrei mai farti del
male?>>
<<La verità? Sì, esattamente come il nostro primo incontro. E poi guardati, cristo. Un ultra centenario che dorme con un dodicenne? Non ti fa schifo??>>
<<Sai cosa? Vaffanculo. Volevo solo essere gentile con te!>> Gli urlò contro Jack, alzandosi dal letto e uscendo dalla stanza, sbattendola con forza.
Ben strinse la coperta in un pugno, riflettendo su quello ch'era successo. Ma dopotutto non aveva ragione? Non aveva il diritto di dire la sua? L'unica cosa che sapeva e che gli faceva più schifo del contatto fisico era l'idea di averlo ferito. Dopotutto aveva cercato solo di aiutarlo, e lui di risposta gli aveva solo sputato veleno in pieno volto.

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