Dopo un tempo che per Ben parve infinito, rinvenì e aprì lentamente gli occhi. Si sentiva stordito, disorientato e confuso. Dove si trovava? Che fine aveva fatto Laughing Jack? Che cos'è successo durante tutto il lasso di tempo che aveva passato privo di sensi? Ben provò ad alzarsi, ma nel tentativo ricadde di schiena e sbattendo anche il retro della testa su una superficie dura. Ansimò per il dolore alla schiena e alla nuca e notò di essere ammanettato per i polsi a un tavolo dal metallo arrugginito e mezzo schecchiato sui lati, con piccole punte taglienti e acuminate. Provò a muovere i piedi e scoprì di essere ammanettato alle gambe del tavolo anche in quella zona. Iniziò ad andare in panico quando si accorse di essere completamente immobilizzato e impossibilitato a fuggire. Provò a scrollare i polsi producendo un rumore fastidioso. Si fermò e iniziò a respirare con difficoltà a causa della troppa tensione. A sorpassare il suono dei veloci respiri del ragazzino fu una risata, una risata maligna, gelida, la risata di chi non portava nulla di buono.
Ben voltò la testa e sgranò gli occhi nel vedere Laughing Jack, appoggiato a una delle sbarre di ferro che tenevano su il tendone dentro cui si trovavano. Lui avanzò con passo lento, con la consapevolezza di avere il pieno controllo della sua vittima, della sua preda. Lui smise di ridere una volta giunto di fronte al tavolo di metallo sopra cui era ammanettato Ben.
<<Bene, bene, bene... Hai fatto tanta nanna, bambino?>> Gli domandò Jack, con finta dolcezza. Ben lo guardò con sguardo truce, col petto che si alzata e si abbassava a scatti per i troppi respiri.
<<Che cosa vuoi!?>> Gli urlò quella domanda anche se sapeva già la risposta. Sapeva che era lì per una sola ragione: per farlo morire, morire di una lenta tortura portatrice di sofferenze e grandi agonie. Tutto questo perché lo aveva sfidato, aveva dubitato delle sue capacità e aveva pensato che si trattasse di un nemico debole che puntava tutto sull'intimidire l'avversario per evitare combattimenti per cui non avrebbe mai avuto la meglio. Ma Jack non era così, non era quel debole che Ben credeva e glielo avrebbe dimostrato con grande gioia, la sua immensa gioia malata.Gli avvicinò gli artigli al suo piccolo viso, sorridendo in modo malsano. Ben gli osservò l'artiglio, stringendo i denti. Vedeva la lunga punta accuminata avvicinarsi sempre di più al suo viso. Sentiva la sensazione di freddo che emanava e n'era disgustato. Jack fermò gli artigli ad un centimetro dalla punta rosea del suo piccolo naso e dilatò le pupille, inclinando all'improvviso la testa e provocando un forte crack all'osso, come se se lo fosse appena rotto.
<<Il terrore è davvero gustoso, lo sai? Adoro quando i bambini piccoli e indifesi come te sono sul punto di avere un arresto cardiaco per quanto mi temino! La mia vittoria più grande sarebbe quella di farti piangere, sai? Vuoi sapere il perchè, piccolo bambino? Avanti, chiedimelo>> Ben non pronunciò parola alcuna e Jack tirò un forte pugno al tavolo di metallo, provocando un fortissimo rumore e lasciando l'impronta del suo pugno sul duro metallo.
<<TI HO DETTO DI CHIEDERMELO, PICCOLA MERDA INSIGNIFICANTE>> Ordinò a gran voce. Ben strizzò forte gli occhi e arricciò il naso.
<<Perché vedermi piangere sarebbe la tua vittoria più grande, disgustoso essere?>> Gli ringhiò contro.
<<Oh, grazie per avermelo chiesto! È molto gentile da parte tua, sai?>> Disse, cambiando umore da furente a felice.
<<Voglio vederti piangere perché io AMO le lacrime dei bambini! Sono così carucce e simpatiche! E sono sicuro che le tue lo saranno di più perché appartengono alla stessa persona che mi aveva preso per un essere insignificante!>>Spiegò, riprendendo a ridere. Ben lo guardò con lo sguardo di chi ha di fronte un nemico, ma dopotutto il soggetto che si ritrovata davanti non era poi così diverso. Per la prima volta da quando Ben era uscito dalla cartuccia, aveva immaginato di passare gli anni avvenire a rintracciare e distruggere il culto dei Bambini della Luna, e invece si ritrovava legato ad un tavolo, alla mercé di un essere mostruoso che, a detta sua, lo avrebbe ridotto a pezzi. Si sentiva frustrato come non mai, e le sue orecchie a punta si abbassarono di poco. Laughing Jack lo motò ed emise un verso di stupore.
<<Oooh, ma come sei adorabile! Abbassi le tue piccole orecchiette a punta come fanno i cani! Sarà un vero peccato strappartele via>> Disse, con finto dispiacere. Ben strizzò forte gli occhi, voltando la testa dalla parte opposta rispetto a Jack.
<<Sto sognando, non può star succedendo davvero! Ti prego, fa che sia così! Non voglio morire di nuovo, non adesso! DANNAZIONE>> Urlò, in preda ad un forte senso d'ingiustizia che gli bruciava nel petto. Laughing Jack riprese a ridere e gli tirò un puffetto sulla guancia.
<<Sei sempre più adorabile! Amo la tua disperazione, è troppo carina!>> Disse ancora.
<<Ascolta, io vado a prendere un altro attrezzo per iniziare la tortura, tu resta qui. Mi aspetterai, vero?>> Domandò, con ironia. Sapeva bene che il ragazzo non aveva libertà di scelta, anche se, se fosse stato per Ben, sarebbe fuggito in un secondo. Come aveva detto, uscì dalla stanza del tendone e andò in quella opposta per prendere tutto l'occorrente.Una volta preso non tornò da Ben, rimase lì a sghignazzare. Amava far tenere sulle spine le proprie vittime, farle tremare dal terrore per ogni secondo che passava dal momento della loro morte. Laughing Jack rise da solo, non sapendo che Ben stava scassinando le manette infilando le serrature dentro le punte di metallo del tavolo. Smanettò con il costante terrore del ritorno di Laughing Jack e, dopo due click, le manette si aprirono e il ragazzo si liberò. Fece lo stesso con quelle alle caviglie, tagliandosi anche, e liberò anche i piedi.
<<Che colpo di fortuna>>
Scese dal tavolo di metallo, con il respiro irregolare. In quel momento si sentì un suono di passi e fece il suo ingresso Laughing Jack. Ben sgranò gli occhi per la sorpresa, stessa cosa fece Jack.
<<Tu... Come cazzo hai fatto a liberarti!?>> Domandò il clown, con rabbia.In quel momento, il tendone sprofondò in un cupo silenzio.
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《REVENGE》
FanfictionSolo oscurità fino a quel momento. Rinchiuso per anni dentro quel dannato gioco che odiava con tutto il cuore. All'inizio era un po' confuso, poi iniziò ad avere paura, terrore per quella situazione a lui sconosciuta fino a quel momento. Poi, second...