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Un unico suono, macabro e inquietante, rimbombava nel tendone a strisce sbiadite e rovinate. Il suono stridulo, che ti mette in allerta, di un coltello che sfrega velocemente la sua parte tagliente su un'altra, messo in atto da azioni meccaniche e quasi ipnotizzanti. Laughing Jack fissava passivamente le piccole scintille che si formavano tra le due lame, riflettendo sui giorni passati con Ben. Aveva notato che nelle ultime tre settimane si stava comportando in maniera molto strana. Fin dall'inizio aveva dato l'idea di preferire la solitudine e di avere un carattere freddo e riservato, ma aveva notato un'ulteriore peggioramento. Diveniva sempre più di poche parole e si bloccava quando si ritrovava per caso a riesumare vecchi ricordi del passato, per quanto questi potessero essere cose da niente. Pensandoci bene, non aveva mai detto nulla di concreto riguardo alla sua vecchia vita e sembrava essere un argomento scottante per il giovane. Jack bloccò il movimento della mano, lasciando la lama a pochi centimetri di distanza dall'altra, lanciando entrambe contro il tronco del tendone con uno scatto fulmineo. Si portò una mano tra i capelli corvini e arruffati, mordendosi con insistenza l'interno guancia destra. Ricordava sopratutto di come, per scherzo, gli aveva dato una pacca sul didietro.
Non si sarebbe mai aspettato quella reazione.

Flashback

Ben stava seduto a gambe incrociate s'una rotaglia delle montagne russe, ad altezza due metri da terra. Si passandosi tra le mani un cacciavite, osservando Laughing Jack che cercava di aggiustare una vecchia giostra. Le garze intorno alle sue grandi mani erano completamente sporche di olio e sporcizia varia, e quando si grattava la faccia si sporcava sul punto toccato. Dopo due ore passate a parlare e a mettere mano nella macchina, finalmente essa riprese a funzionare. Jack esultò, lanciando in aria la chiave inglese.
<<Finalmente ho finito! Oh, grazie per avermi aiutato>> Lo ringraziò il clown, stiracchiandosi.
<<Ti ho solo passato qualche aggeggio, ma okay>> Disse, lasciando cadere a terra il chiacciavite, scendendo dalla rotaglia.
<<Hai le garze di ricambio?>> Chiese Ben, riferendosi al cambio di quelle sporche.
<<Sì, ne tengo sempre un po' nella tasca>> Gli rispose, pulendosi le mani con uno straccio bagnato che s'era già preparato per evitare di sporcare quelle nuove. Poi incominciò a sciogliere le bende sporche, scoprendo poco a poco le sue mani. Ben, per la curiosità, le fissò attentamente per scoprire cosa ci fosse sotto. Quando le garze caddero a terra, lasciarono scoperte delle mani nere come gli artigli, quasi impossibile da distinguere da dove inizia cosa tranne per la lucentezza e affilatezza degli artigli, che non lasciavano intravedere nessuna vena. Ben sapeva che il sangue ce l'aveva. Strano, ma ce l'aveva. Ma gli sembrava strano di non riuscire a intravederne manco una. Sì domandò fino a che punto si propagasse quel fitto nero. Si fermava al polso o proseguiva fino al gomito? Arrivava addirittura fino alla spalla? Il suo corpo era interamente nero, ad eccezione del collo e la faccia?

Tutti questi pensieri lo avevano fatto incantare, roba che ci volle un Laughing Jack confuso a riportarlo alla realtà, sventolandogli davanti agli occhi la mano ch'era impegnato a osservare.
<<Ehi, sei impagliato o cosa?>> Scherzò, facendo divenire rosso Ben per l'imbarazzo.
<<Su, dai. Può capitare a tutti di impallarsi. Ma è un po' inquietante se lo si fa mentre si fissa qualcuno>> Ben divenne ancora più rosso e si limitò ad abbassare lo sguardo, con espressione offesa. Jack rise, nel mentre si fasciava le mani.
<<Eddai, non ho detto nulla di chissà che cosa. Levalo quel musone>> Lo intimò, dandogli una pacca sul sedere, lasciandola poi appoggiata per qualche secondo.

Ben sgranò gli occhi e scattò in avanti, stringendo i pugni.
<<NoN tOcCaRmI mAi PiÙ>> Gli urlò con la stessa voce che s'era ritrovato a utilizzare durante il loro primo "incontro ravvicinato". Jack sobbalzò, tenendo le mani in avanti in segno di difesa.
<<Oi, calma. Io non->>
<<Zitto. NoN ToCcArMi. NoN cI pRoVaRe>> Continuò il biondo con quella voce inquietante, stridula e profonda allo stesso tempo. Sembrava glitchata.
<<Ben, calmati>>
<<NOn Mi CaLmO. CHIUDI IL BECCO>> Ben tremava e respirava a fatica, con le orbite completamente nere. Laughing sospirò e mise entrambe le mani nelle tasche.
<<D'accordo. Non ti tocco>> Disse con inespressività. Ben smise di tremare, poi si girò e corse via velocissimamente.

Fine flashback

Erano passati tre giorni da
quell'episodio e Ben non s'era più fatto vivo, stessa cosa Jack. Aveva passato quelle giornate come aveva sempre fatto prima dell'arrivo del ragazzo, girovagando in giro, ripulendo e aggiustando diverse apparecchiature del circo e niente che di meno a spiare in casa in casa la sua futura vittima. Era indeciso s'una ragazzina sui cinque anni dai capelli castani e grandi occhi marroni e un ragazzino di sette anni biondo cenere. Entrambi erano potenziali vittime, ma bisognava scegliere con cura e tenere conto di ogni dettaglio per abbassare le probabilità di perdere solo tempo. Jack si alzò e uscì dal tendone, successivamente dal Luna Park. Camminava verso una meta ben precisa, indeciso s'era una buona idea o una stronzata, ma non appena si ritrovò di fronte l'hotel capì ch'era la scelta giusta.

Ben se ne stava sdraiato a terra sul fianco a guardare la parete, con a fianco le cartacce dei panini che aveva comprato tre giorni fa. Si sentiva a pezzi. Lo trovava stupido continuare a pensare alla pacca data per scherzo dal clown, ma non poteva fare altrimenti. Ricordava che quel giorno, mentre correva, s'era dovuto fermare in preda a un conato di vomito.
Sentiva il corpo freddo, vuoto e la mente piena di brutti pensieri. Non riusciva a capire perché, perché si sentisse così vuoto da giorni, così senza vita. Anche se il cuore non gli batteva più, lo sentiva che gli doleva. Aveva provato a riempire quel vuoto col cibo, ingurcitando panini, carne, pizza e altre varietà di alimenti, ma non si sentiva mai pieno. Ora erano due giorni che non mangiava e non avvertiva differenze. Non aveva fame, ma sentiva di essere ugualmente vuoto. Si sentiva uno schifo, si faceva schifo.

<<Ragazzino>> Ben scattò a sedere, ritrovandosi di fronte al viso quello di Laughing Jack che lo guardava con sguardo indecifrabile. Ben si spostò di poco, prendendosi il braccio. Jack camminò per la stanza e raccolse le cartacce, con voluta lentezza. Nella stanza si sentiva solo il flebile rumore delle cartacce che venivano raccolte. Una volta finito, portò il tutto ad un palmo di mano dal dodicenne.
<<Che cazzo di schifo è questo?>> Domandò, con tono stranamente calmo.
<<Niente>>
<<CAZZATE>> Gli urlò Jack, lanciandogli la spazzatura in faccia. Ben rimase fermo, osservando il mucchietto di spazzatura davanti a sé. Jack s'inginocchiò di fronte a lui, appoggiando le mani sulle ginocchia.
<<Cos'è tutto questo? Perché?>> Richiese, alzando con due dita il mento di Ben, sorprendendosi per l'espressione addolorata del biondo.
<<Non lo so. Solo... non provo nulla>> Disse, in un sussurro. Jack rimase in silenzio, osservando successivamente Ben che raccoglieva tutto e si alzava.
<<Sono uno stupido. Perché faccio queste stronzate!?>> Disse con rabbia, cartocciando con altrettanta furia la spazzatura.
<<Ben->>
<<Ti PrEgO, sTa ZiTtO>> Lo supplicò, dando vita a una voluminosa fiamma tra le sue mani, alimentata dal materiale cartaceo.
<<Io NoN lO sO cHe CoS'hO cHe NoN vA... sOlO... nOn SeNtO nUlLa E fA tAnTo, tAnTo MaLe>> Disse, spegnendo poco a poco il fuoco, lasciando cadere a terra la cenere rimasta. Jack lo guardò con lo stesso sguardo che usa qualcuno quando sa perfettamente di cosa sta parlando.
<<Lo so ch'è difficile, ma devi provare ad andare avanti, lo capisci?>>
<<Mangio ma non mi sazio>>
<<Lo so>>
<<Non mangio ma non soffro la fame>>
<<Lo so>>
<<N-Non respiro ma non muoio>> Disse il giovane con dolore nella voce. Jack lo prese e lo abbracciò, accarezzandogli piano la testa. Ben si agitava tra le sue braccia, cercando di staccarsi.
<<Lasciami!>>
<<No>>
<<Per favore, basta!>>
<<Ho detto no>>
<<Ti SuPpLiCo...>>
<<Capisco ch'è difficile per te ammettere di aver bisogno di aiuto. Lo è per tutti. So di cosa parlo>> A Quelle parole, poco a poco, Ben incominciò a calmarsi, rimanendo fermo tra le sue braccia.
<<Sono patetico>>
<<No, sei solo un bambino cresciuto troppo in fretta. Non è mai stato facile per te, vero?>> Ben tacque. Il clown continuo a passargli la grande mano sulla testa.
<<Tu le ammazzi le persone. Perché fai così con me?>>
<<Sei mio amico, tutto qui>>
<<Io non ho amici>>
<<Allora considerami il primo>>

Ben, con esitazione, allungò le braccia verso il suo collo, per poi cingerlo con delicatezza, appoggiando il mento sulla sua spalla destra, tremando e con qualche spasmo malamente trattenuto che gli smuoveva il corpo. Jack sorrise, stringendolo.
<<Ci sono io qui>>

《REVENGE》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora