ᴘᴏᴛᴇʀᴇ

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Seduto sul tetto dell'Hotel il ragazzo guardava di fronte a sé, con lo sguardo puntato verso la Luna piena che brillava nel cielo con il suo tipico mantello nero ricoperto di stelle, come se si trattasse di una vecchia coperta bucata in vari punti con dietro di sé una lampadina accesa con la luce che passava tra i fori. Ben rimaneva seduto e immobile, con il leggero venticello fresco che gli batteva sul lato destro della faccia, facendo scompigliare di lato alcune ciocche di capelli ribelli.
Stava seduto e guardava il cielo, ponendosi diversi quesiti a cui non riusciva, per quanto si sforzasse, a dare risposta. Si stringeva nella sua felpa grigia, avvertendo per tutto il corpo come una scarica elettrica che lo rinvigoriva, ma lasciando dietro a sé una sensazione di sconforto. Durante lo scontro con Kagekao si era accorto di essere in grado di aumentare il volume delle sue fiamme ad un livello mai sperimentato prima, di volare, di possedere una forza mai avuta prima, quasi sovrumana. Abbassò lo sguardo verso la cartuccia che teneva tra le mani e la guardò intensamente, con la testa immersa fra i ricordi.

Tu sei qui per uno scopo, tu sei in vita per un motivo.
Tu sei qui per servire la Dea e cambiare il mondo con i tuoi miracoli.
Non tutti sono degni della Dea, e tu hai avuto il privilegio di essere guardato da lei.
Privati delle tue inutili spoglie da mortale per reincarnarti in qualcosa di più grande.
Il tuo potere cambierà il mondo.

<<Il mio potere...>> Sussurrava, alzando la mano libera puntata in fuori, e la pelle pallida si colorì di quella brillante fiamma rossa che emanava calore. Con la cartuccia stretta nella presa della mano libera guardò la Luna.
<<Era questo il prezzo da pagare per il potere? È sempre stato questo lo scopo della mia condanna?>> Parlava con tono incrinato, con gli occhi stretti a due fessure e con le sopracciglia abbassate. Fissava la Luna con espressione arrabbiata, delusa, amareggiata dalla vita.
<<Tu non mi parli mai, o forse quella voce profonda e tetra che mi terrorizza durante gli incubi è la tua? Tutte le prove che ho dovuto passare, tutte le sofferenze che ho dovuto subire. Tutto. Tutto... per questo!?>> Parlò a voce alta, quasi urlando, alzandosi in piedi.
<<Parlami, maledizione! Perché non ti fai sentire? Perché ho perso la fede che avevo in te!? Non mi ritieni abbastanza degno!? Sono morto a causa tua, sono rimasto imprigionato per anni senza vedere la luce del Sole, e adesso mi ritrovo a parlare a te, da solo, come un cretino! MI STAI ASCOLTANDO? RISPONDI. RISPONDI>>
Lasciò cadere il gioco di Majora's Mask, continuando a urlare alla Luna.
<<SONO QUI, MI VEDI? SONO COSÌ PER COLPA TUA. A QUALE PREZZO HO DOVUTO PAGARE LE TUE PUTTANATE!?>> Entrambe le mani del ragazzo vennero pervase da fitte fiamme, che passavano velocemente da un flebile colore rosso, all'arancione, al giallo acceso, arrivando quasi alla sfumatura azzurra. Le maniche vennero come incenerite in un secondo per mano della vicinanza che avevano con quella fiamma di altissima temperatura.

<<R͗̇̓͒͌҉̨͏̵̢I̢ͬ̑ͤ̊ͮ̀̀͢͜Ş̅̾͆͐̎͟͏͞͏Pͬ͂̐̓́̀͏̕͡҉Ǫ̽̌̈ͯͯ́͟͡͡N̔͋̅̊ͬ҉͏̴̷̧D̶̨ͩ̐̏͐͗́́́Ï̢̡̛̓̿ͫͮ́͜ >> Continuava ad urlare, fuori di senno.
Avvertì un forte capogiro che lo costrinse a estinguere come in un soffio le fitte fiamme. Si tenne la testa con entrambi i palmi dalla pelle rovente, con la vista che andava piano piano a sfocarsi.
L'ultima cosa che vide fu la luminosa luce della Luna, per poi sprofondare nel buio assoluto.

Ben riaprì gli occhi con fatica, scoprendo con orrore che si trovava in quel dannato luogo che rivedeva sempre quando si addormentava. Fece leva con le braccia e si alzò da terra, sentendosi circondato da voci che bisbigliavano parole incomprensibili. Ben saettò con la testa da una parte all'altra, girandosi e rigirandosi col corpo da ogni parte possibile, avvertendo su di lo sguardo di occhi che non riusciva a individuare.

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