Il confrønto

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Ben sospirò esasperato, fissando Jack che cercava di far calmare Toby. Il ragazzo urlava a squarciagola e scalciava, tirandosi da solo per i capelli.
La vita di un ragazzo con problemi mentali e con molti traumi alle spalle non si può di certo definire una passeggiata, e a conoscere Toby lo si poteva capire appieno.
Toby gridava come se qualcuno gli stesse strappando la pelle e si dimenava come un'anguilla.
<<Ben! Io lo tengo fermo, tu fagli l'iniezione!>> Lo avvisò il clown, tenendogli ferme le gambe con le proprie incrociandogliele sopra e tenendo saldamente afferrate le braccia con le sue grandi mani, cercando di non ferirlo con gli artigli,  ma qualche taglietto sulla pelle del giovane uomo era inevitabile.
<<Non sarà per colpa di quell'essere se adesso è così?>> Ipotizzò Ben, tenendo tra l'indice e il medio la siringa. Toby sgranò gli occhi e cercò di liberarsi dalla presa con sempre più frenesia.
<<NO, NON ANCORA LUI! VI PREGO->>
<<BEN, TI MUOVI!?>> Gli gridò Laughing Jack. Ben si avvicinò e gli tenne la pelle della spalla tesa. Affondò l'ago e svuotò il contenuto della siringa. Estrasse l'ago e buttò a terra la siringa appena usata, dando poi uno schiaffo in faccia al castano che si bloccò per la sorpresa del gesto.
<<Ora smettila di urlare. Non c'è un cazzo intorno a te, lo vuoi capire?>> Grugnì il biondo, guardandolo storto. Toby tremava tra le braccia del corvino, con gli occhi rossi e lucidi di lacrime.
<<I-Io so q-quello che vedo!>> Gli gridò, tremando.
Jack mollò la presa sul ragazzo e lui si abbracciò le gambe appoggiando la fronte sulle ginocchia, dondolandosi con la schiena, emettendo qualche singhiozzo silenzioso. Ben incrociò le braccia al petto, stanco.
<<Io non ne posso più di sentirlo urlare>>
<<Beh, non possiamo mandarlo in una struttura>>
<<E perché no?>>
<<Perché finirebbe in galera per aver ammazzato il padre, ecco perché>>
<<Potrebbero non farlo per causa d'infermità mentale>>
<<N-Non posso andare da nessuna parte in nessun c-caso. Che faccio se si presenta lui?>> S'intromise nella conversazione, tenendo la testa china sulle sue gambe.
<<E che vuoi che facciamo, in ogni caso? Non si è ancora fatto vivo, perciò di che cosa ti dovresti preoccupare?>> Toby non gli rispose e continuò a doldonarsi, scuotendo la testa in segno di dissenso. Jack ci provava a confortarlo, ma purtroppo erano tentativi vani. Ben, ch'era di poca pazienza e maniere più dure, lo afferrò per la maglietta a quadri e lo fece alzare, trascinandolo fuori, con Jack che li seguiva di tutta fretta non capendo le intenzioni del ragazzo.

Ben fece uscire Toby dall'immenso tendone, ponendo un braccio alzato di fronte a sé come in una mossa di teatro.
<<Lo vedi, per caso? È qui, razza di deficiente??>>
<<Ben, calmati!>> Lo ammonì Laughing Jack, venendo fulminato dallo sguardo di quest'ultimo.
<<Dimmi una cosa. Secondo te una divinità, o demone o qualsiasi cosa sia si farebbe rubare il proprio schiavo da un clown bamboccione senza far alcunché per riprendersi ciò che gli appartiene? Le cose sono dunque due: o non sa dove sei o se ne sta lavando i coglioni. Hai paura che lui ti venga a prendere? Fatti trovare con un fucile a pompa e fagli saltare le cervella, e che cazzo! Tremare e frignare non fa altro che farti sembrare ridicolo. Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, Jack non gli permetterebbe mai di portarti via. E io ho visto quello che può fare questo vecchio bastardo quando qualcuno lo fa incazzare>>
<<T-Tu non hai idea d-di quanto sia pericoloso>>
<<E tu non sai quanto lo sia lui>> Ribatté il biondo, con uno sghigno.
Se per lui era un vanto, Jack non la pensava allo stesso modo. Si guardava i piedi, mentre i due ragazzi, ignari dello stato del maggiore, continuavano a gridarsi addosso, finché non arrivarono alle mani. E lì Jack si ritrovò, per l'ennesima volta, a dover intervenire. Afferrò Ben dalle spalle e lo staccò con uno strattone, mantenendo la presa per tenerlo a distanza dal castano che bruciava con lo sguardo il biondo.
<<Tu devi solo ringraziare che non te ne ho mai date per davvero>> Sbraitò Toby, con il braccio destro che scattava a causa dei tic. Ben provò a divincolarsi dalla presa del corvino per andargli davanti.
<<E cosa stai aspettando? Pensi davvero che io abbia paura di te?? E vieni, stronzo!>> In uno scatto fulmineo Toby gli tirò un forte manrovescio dritto in faccia. Nemmeno il tempo di reagire che Laughing Jack aveva puntato i suoi occhi di ghiaccio in quelli del castano, con sguardo tetro.
<<Ou...>> Disse piano Jack, con tono di minaccia. Toby tremava, stringendo i pugni.
<<HAH, adesso sarei io quello
cattivo!?>> Strillò il ragazzo, nel mentre che Jack teneva tra le braccia il minore che ancora provava a divincolarsi dalla sua presa.
<<Tu non sei cattivo. Sei solo un patetico imbecille!>>
<<Stai zitto>> Intimò Jack, fermo. Ben guardò di lato, verso terra, con gli occhi stretti a fessura e le braccia conserte. Toby gridò dalla frustrazione, battendo un piede a terra.
<<Non è giusto che lui può insultarmi e picchiarmi in continuazione m-mentre io devo s-starmene zitto e buono a subire le sue stronzate!>>
<<Da te mi aspetto più maturità rispetto che da un ragazzino>>
<<Ragazzino a chi!?>>
<<Ti ho DETTO di tacere>> Rimarcò Jack, stringendo i denti nel mentre. Ritornò a guardare Toby, sospirando.
<<Toby, ascolta. Lo so che hai paura e che temi che lui ritorni a prenderti, ma non succederà. Non gli mermetterò di portarti via>>

Toby si mise entrambe le mani dentro le tasche anteriori dei suoi jeans, bofonchiando qualcosa. Ben lo guardava con astio, desiderando solo che se ne andasse il prima possibile.
<<Scusa per lo schiaffo>> Disse Toby di punto in bianco, con effetto sorpresa da parte del biondo. Lo guardava torvo, voltando la testa dall'altra parte trapelando un verso dettato dal nervoso.
Toby salutò con la mano i due e, senza dire altro, si allontanò dal punto in cui si trovavano, avviandosi all'uscita del Luna Park.
<<Finalmente>> Esultò Ben, guardando il ragazzo che si allontanava. Jack lasciò la presa su di lui e, in religioso silenzio, entrò dentro il grande tendone. Ben lo guardò perplesso e gli corse dietro.
<<Andiamo. Non dirmi che sei arrabbiato con me per la litigata con il matto da legare?>> Domandò scherzosamente il ragazzo, senza ricevere risposta. La cosa lo fece sussultare.
<<Jack, dai. Rispondimi>> Ma Jack continuava a camminare, fino a raggiungere la stanza dove dormiva. Non che gli servisse davvero dormire, ma lo trovava rilassante e faceva passare il tempo in maniera più naturale.
Si sedette sul grande letto, col suo peso che fece cigolare le molli sotto al materasso. Ben si piantò davanti a lui, restando in piedi. E anche se l'altro era seduto, continuava a superarlo con la sua mostruosa altezza.
<<Ti stai sentendo male? Non sei mai così silenzioso>> Fece notare Ben, allungando una mano sulla sua fronte per sentire se aveva qualche sentore di febbre, dubbioso se un essere come lui potesse effettivamente prendersi un malanno.
<<È questo ciò che pensi di me?>> Sputò fuori Jack, con tono sommesso. Ben inarcò un sopracciglio, abbassando la mano.
<<Di cosa parli?>>
<<Tu mi vedi come una bestia assassina assetata di sangue, non è vero?>> Chiese, con un sorriso malinconico che gli piegava le labbra laccate di nero. Ben sembrò perplesso da questa domanda.
<<Perché credi che io pensi questo di te? Per quello che ho detto prima?>> Jack non rispose, guardandosi le ginocchia. Ben emise uno sbuffo.
<<Non puoi negare il fatto che tu sia pericoloso, ma questo non necessariamente significa che tu sia una brutta persona>> Jack alzò lo sguardo, tentennante su quello che voleva dire in risposta, non riuscendo a trovare le parole. A quello ci pensò Ben.
<<Mi hai detto che vuoi cambiare. Ebbene posso assicurarti che ci stai riuscendo. Hai salvato Toby, hai fatto sentire al sicuro Sally e sei la prima persona gentile con me che io abbia mai conosciuto>>

Jack si morsicò la guancia interna.
<<Ero migliore, in passato. Ora... ora le mie mani sono imbrattate di sangue. Così tanto sangue... Non si laverà mai via>> Sussurrò, guardandosi i palmi delle mani fasciate. Ben gli afferrò le mani con le proprie e gli andò naso contro naso, scrutandolo coi pozzi neri che aveva al posto degli occhi.
<<Un giorno imparerai ad accettarlo e a perdonarti. Non è colpa tua. Se tu, come mi hai raccontato, sei stato creato per emulare le emozioni e i gusti del tuo vecchio padrone, sei stato costretto a causa sua a diventare un assassino. Ma quei giorni sono finiti e tutto perché tu hai deciso di porre la parola fine. Varrà pur qualcosa>> Jack rimase senza parole e, con gli occhi che brillavano di un azzurro mai visto, strinse forte Ben tra le braccia.
<<Grazie... grazie...>> Ripeteva sottovoce il clown, singhiozzandogli sulla spalla. Ben non seppe come agire in un primo momento, ma poi lo accarezzò sulla testa, inserendo le dita nella sua capigliatura nera. D'un tratto notò un qualcosa di particolarmente singolare.
<<Jack, non mi avevi mai detto che ti tingevi i capelli>> Jack alzò la fronte dalla sua spalla, asciugandosi gli occhi umidi.
<<Io non mi tingo i capelli>>
<<Bugiardo. Allora da dove spunta fuori questa ciocca rossa?>> Disse Ben, giocherellando, con essa, tra le dita. Jack sgranò gli occhi e si allungò istintivamente la mano sulla testa. Si alzò in piedi e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni due specchi. Uno lo tenne dietro la testa e l'altro lo posizionò davanti a sé per vedere il riflesso del primo. Quasi gli caddero entrambi gli specchi di mano quando vide quella ciocca di un rosso che gli era appartenuto secoli fa, ma che ora era stato sostituito dal nero.
<<C'è qualcosa che non va?>> Chiese Ben, incerto. Jack buttò per aria gli specchi, che con un PUFF divennero coriandoli colorati. Prese Ben sotto le ascelle e lo strinse tra le braccia, buttandosi con lui sul grande letto, ridendo di gioia. Ben era più confuso di prima, con Jack che lo abbracciava senza smettere di ridere e di piangere.
<<Il rosso... il mio colore. I miei colori stanno tornando! E tutto grazie a te! Sentivo ch'eri speciale, che la mia vita avrebbe avuto una svolta. Sono così felice di star tornando il vecchio me!>> Ben gli fece un piccolo sorriso.
<<Vecchio o nuovo mi piaci in entrambi i casi>> Gli disse, dandogli un piccolo bacio sulla guancia. Jack rise e gli accarezzò i capelli biondo grano.
<<Anch'io ti voglio tanto bene,
Benny!>> Lo informò con affetto, continuando a tenere vicino a sé Ben, che aveva appoggiato la sua guancia calda contro quella fresca del clown, lasciandosi per una volta coccolare da quel caldo abbraccio, senza provare alcuna sensazione di repulsione da esso. Si sentiva diverso. Si sentiva felice.

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