°Parole pesanti e pentimento°

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La cosa più terribile che possa accadere ad un individuo è quella di scoprire di non essere abbastanza.
Ci sono quelli che vogliono essere i migliori nell'ambito scolastico e lavorativo, che poi si ritrovano ad ammazzarsi di lavoro per raggiungere il primo posto e sovrastare gli altri.
Ci sono quelli che sono ossessionati dall'aspetto fisico e spendono un capitale in cosmetici, trattamenti e operazioni estetiche. Passano la vita in un'eterna dieta per tenersi in linea ed entrano in gravi disturbi alimentari dettati dal desiderio di essere perfetti.
Tutti hanno i propri sogni, delle proprie ambizioni, e i più disperati finiscono per autodistruggersi quando capiscono che non sono e non saranno mai i migliori perché nella vita c'è sempre qualcuno che sarà più bravo, più bello, più intelligente.
Questo bisogno di essere notati è dettato dalla propria incapacità di saper sopravvivere per conto proprio, l'idea di stare da soli.
E questo Laughing Jack lo sapeva bene.

Per anni ha provato la paura di non essere abbastanza.
Per anni ha dovuto fronteggiare con la consapevolezza ch'era solo un giocattolo per un bambino che, prima o poi, sarebbe cresciuto e che non avrebbe più avuto bisogno di lui. Che si sarebbe fatto nuovi amici, una famiglia magari, e Jack sarebbe rimasto indietro ad osservare immerso nell'ombra il suo unico amico, la sua ragione di vita, vivere e dimenticarlo lasciandosi alle spalle l'unica cosa buona che la sua infanzia gli aveva dato.
Ci si sente freddi, vuoti, senza uno scopo quando si capisce che la persona a cui più tieni della tua stessa vita riesce a vivere senza di te. Che va semplicemente avanti, come se l'esistenza dell'altro fosse qualcosa di facile da dimenticare, come se non avesse mai contato nulla, come se fosse qualcosa facile da cancellare. Ed è lì che cadono tutte le proprie certezze. L'affetto che provavi verso quella persona ti corrode insieme ai ricordi vissuti con lei.

Quando si ama non ha importanza che sia amore platonico o romantico, perché in entrambi i casi sei pronto a dare tutto te stesso per la persona che ami senza aspettarti nulla in cambio, sperando solo che rimanga insieme a te. Purtroppo i propri sforzi, i sacrifici fatti, i propri sentimenti possono essere messi da parte dalla stessa persona a cui vengono dedicati. E fa male, molto male.
Come entità cosmica Laughing Jack è eterno, custode di verità sul mondo ultraterreno. Un essere come lui non ha di certo bisogno di riposare come fanno i comuni mortali. Ma a lui piaceva dormire, lo rilassava e faceva passare più velocemente il tempo che per lui era senza valore. Perdere il proprio essere, che inizialmente era stato creato senza una propria personalità, con pareri e moralità, per renderlo più amabile agli occhi di Isaac, e infine venire lentamente consumato dalla follia che il suo proprietario gli aveva passato come la peggiore delle malattie, era la cosa che più lo inbestialiva, lo faceva soffrire, lo distruggeva. Dubitava delle sue stesse emozioni, del suo spirito, e credeva che fosse tutto plasmato a immagine di Isaac. Lui era arrabbiato perché Isaac lo sarebbe stato? Rideva a una battuta perché Isaac l'avrebbe trovata divertente? Questo suo cercare di cambiare, di migliorare per distinguersi dal mostro che lo aveva abbandonato e condannato a un'esistenza di eterna follia tra sangue caldo e cadaveri freddi, lo faceva perché era quello che avrebbe fatto Isaac in un tentativo di redimersi?

Si malediceva mentalmente quando ricadeva in questi pensieri ma non poteva farne a meno.
I suoi viaggi ultraterreni lo avevano messo in contatto con entità sue pari ed esseri superiori, ma ciò non era bastato per scoprire chi era davvero. Chiedeva, implorava una risposta, si era ritrovato qualche volta a pregare Dio per farsi dare le risposte che cercava, ma nessuno ha risposto.
Si girò verso il biondo ch'era preso dal fumetto che stava leggendo sdraiato a pancia in giù sul tappeto della sua stanza dell'hotel, e guardandolo sorrise lievemente al pensiero che non era solo. Col tempo aveva imparato a stare per conto suo anche se aveva conosciuto molti individui nel corso della sua vita, e sapere di avere un rapporto d'amicizia quasi sano riaccendeva in lui un'emozione che non sentiva dai tempi in cui era ancora con Isaac.
Ben si morsicò il labbro nel tentativo di strapparsi la pelle morta, un vizio che accompagnava le sue giornate. Jack lo vide e gli diede un colpetto sulla testa, facendolo sobbalzare e destare dalla lettura.
<<Cosa?>> Chiese il biondo, con tono scocciato.
<<Lascia stare quelle labbra. Non ti hanno fatto nulla>> Disse Jack, lanciandogli un'occhiata divertita. Ben si sedette a gambe incrociate a farfalla, tenendo il giornalino tra le mani.
<<Comunque Hellboy è la cosa più figa che io abbia mai letto>>
<<Ve', ragazzino? Pensa che io ho conservato intatto il primo numero quando è uscito, insieme ad un'altra copia per poterlo leggere e vedere com'è. Chiamalo sesto senso ma sapevo già che avrebbe fatto la storia, e io non mi sbaglio mai>> Affermò Laughing Jack, alzando il pollice vicino al viso, sorridendo a trentadue denti.
Trentadue denti in senso metaforico, dal momento che ne aveva una grande quantità che scendevano per il palato e tutta la gola come l'interno di uno squalo.

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