4~Ragazzina insolente

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________Mirta era finalmente rientrata in casa , era un po' ancora scossa per l'incontro che aveva fatto con quel ragazzo insolente dagli occhi neri, e che aveva scoperto di essere un Ricci

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Mirta era finalmente rientrata in casa , era un po' ancora scossa per l'incontro che aveva fatto con quel ragazzo insolente dagli occhi neri, e che aveva scoperto di essere un Ricci.
Aveva avuto una discussione con lui senza avere paura , era timida e innocente ma non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa da qualcuno, e gli aveva fatto capire che lei , a differenza di altre persone , non aveva paura di gente come lui.
Mirta detestava le famiglie come la sua, erano persone orribili che cercavano di appropriarsi di terre che a loro non gli apparteneva , Mirta era un'anima pura, innocente e avrebbe tanto voluto un mondo migliore , magari come nei suoi libri che leggeva.
Lei amava la città in cui era nata e in cui era cresciuta , nessuna città aveva l'odore e l'accoglienza della sua bella Napoli.
Amava quando camminava nei vicoli di forcella in cui non batteva mai il sole , amava passeggiare sul lungomare di Margellina e con il suono del mare che sbatteva contro gli scogli , e quel leggero venticello che le faceva svolazzare i capelli.
Ma purtroppo la sua bella Napoli era infangata da persone come quel ragazzo che si era presentato prepotentemente nella libreria di suo padre , e non riusciva a capire perché le persone non si ribellassero alle loro assurde pretese , forse per paura o perché volevano protezione da quelle famiglie che infangavano la sua bella Napoli.
<<Mirta vuoi qualcosa per cena?>>
Disse sua madre risvegliandola dai suoi pensieri , la ragazza alzò il viso e vide che sua madre aveva già apparecchiato la tavola , ma lei per la strada aveva già mangiato una pizza fritta calda , ed era già piena per cenare nuovamente.
<<No mamma. Ho già mangiato per strada , vado in camera mia a ripetere storia. Domani ho l'interrogazione>>
Mirta si alzò dalla poltrona su cui era seduta e si recò in camera sua , si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò al balcone guardando fuori. Attraverso i vicoli stretti si poteva vedere il maestoso Vesuvio che abbracciava la sua città , Mirta si sedette sulla scrivania accendendo la piccola lampadina che si trovava affianco ai libri , aprí il vecchio libro di storia e iniziò a ripetere l'argomento su cui domani la professoressa avrebbe interrogata.
E mentre ripeteva l'argomento nella sua mente apparirono negli occhi cupi e neri come la pace , iniziò a massaggiarsi con la sua piccola mano il retro del collo , deglutì mentre quelli occhi neri erano impressi nella sua mente.

Era entrato nella libreria di suo padre con una camminata spavalda , sicuro di sé stesso come se lui fosse il re di quel negozio o meglio , come se fosse il re di Napoli, si era presentato in quel negozio come se tutto gli era dovuto, come se quei soldi appartenessero a lui e non a suo che li aveva guadagnati con sudore e sacrificio.
Purtroppo a Napoli le persone non leggevano poi così tanto , e la libreria della famiglia di Mirta non guadagnava poi così tanto , e quei soldi che guadagnava doveva pagare le tasse , e quell'altra metà andava alla famiglia Ricci.
Fosse per Mirta non gli darebbe nemmeno un centesimo a quella gente , non era giusto che loro dovevano campare sui sacrifici e il sudore di altre persone che si svegliavano presto la mattina per andare a lavorare , e poi c'erano loro che guadagnavano soldi facili e facevano la bella vita. Era ingiusto.

Il filo rosso\\Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora