Nel finesettimana i miei genitori partivano da casa. Nathan e Seb, invece, questo sabato erano stati invitati ad una festa; probabilmente Firdaus li avrebbe accompagnati.In ultimo, Sydney non rispondeva agli sms che da un paio di giorni le spedivo. Non intendevo forzarla a perdonarmi, eppure...
O forse sì?
Per questo, me ne stavo nella mia cameretta a sfruttare la connessione internet flat, con il volume della radio alzato a manetta su "You Are My Sunshine" di Johnny Cash.
"Cara, hai fatto a pezzi tutti i miei sogni" cantava con la sua voce di basso, arrochendola sulla fine del verso.
Stesa a pancia insù con un lecca-lecca in bocca, un po' assonnata per l'arrotondarsi delle ventitré precise, cercavo di capire se avesse cominciato a spiovere.
A un certo punto, sentii dei rumori sospetti insorgere dallo stradello d'accesso: lo capii dal cigolare delle inferriate.
Mi rimisi seduta impaurita.
Qualcuno si stava imbucando nella proprietà!
Le finestre della mia stanza non affacciavano al davanti della villa, oltre che non ci filtrava un palmo di luce, così non potevo usufruirne per perlustrare l'ingresso.
Senza rincalzare le lenzuola, in punta di piedi, uscii per arrivare al soggiorno brancolando a naso.
Le applique erano tutte spente, la moquette intonsa sotto i miei piedi scalzi, e le orecchie mi fischiavano.
I pesanti drappeggi arabeschi che scivolavano sulle vetrate in salotto mi costrinsero ad accostarmici con passo felpato per spostarli.
Ero tentata di allarmare i miei fratelli, ma avevo dimenticato il telefonino nella stanzetta e non vi avrei fatto ritorno se prima non avessi intraveduto il ladruncolo in cortile.
Il fischio della cappa rendeva tutto più inquietante.
Si udiva ancora la radio dal piano sovrastante sintonizzata su una stazione britannica che trasmetteva a tutto volume "To Love Somebody" di Bee Gees.
"Baby, tu non sai com'è amare qualcuno come io amo te." Poche, semplici, ma strazianti parole.
E intanto il delinquente brandiva la forca, pronto a forzare il portone dell'abitato per farci repulisti. Mioddio.
Per cautelare la mia sopravvivenza, afferrai il raschietto delle ceneri e brandendolo come fosse una mazza da baseball arrancai pian pianino verso l'uscio.
Mi sarebbe piaciuto fare il Gioco della margherita: Muoio. Non muoio. Muoio. Non muoio.
«Mi sa che muoio,» sussurrai quasi senza far rumore, in preda al panico.
«Non dire queste stronzate.» Delle forti braccia mi strinsero i fianchi tanto brutalmente che per un istante mi parve di avvertire le ossa spezzarsi. E il mio stomaco ridursi a uno stato poltiglioso.
Non sapevo se mi avesse risollevata o solo intimorita di più scoprire che lo pseudo-scassinatore era Firdaus.
Lanciai il raschietto da qualche parte provocando un rombo e sgambettai con i piedi tesi in avanti fino a che non si convinse a mollarmi.
«Che diamine ci fai qui? Mi hai fatto venire un colpo,» non era esattamente questo che volevo buttare fuori, né tantomeno che voleva sentirsi dire, ma ormai stavo già sforzandomi di rinserrare il cuore nella gabbia toracica. E questo, come presumibile, mi dava un bel daffare.
Quando mi voltai, tuttavia, ci mancò poco che la visione mi provocasse un insulto cardiaco.
Il viso di Firdaus era una maschera di sangue.
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Glimpse of us
RomanceAttenzione: Dark romance, se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto. "Da morti, non si vive più. Ma da vivi si muore tante volte." * * * Carina, sdegnosa e matricola provetto della New York University, Miranda Prescott è una ragazza come le a...