Era l'una di notte quando mi svegliai. Strizzai gli occhi nel buio. Non potevo rischiare accendendo qualche luce. Quando sarei uscita avrei controllato la nonna. Lei non doveva sapere cosa stavo per fare.
Mi alzai e spensi la sveglia impostata a volume bassissimo, per evitare di svegliare tutto il palazzo. Afferrai l'uniforme da sotto il letto e me la misi. Legai i capelli dorati in una coda alta e mi chinai per prendere qualcos'altro da sotto il letto. Appena toccai il grilletto della pistola nera, ritrassi la mano. Era carica, dovevo fare attenzione.
La presi con cautela e mi avvicinai alla porta. Ci poggiai l'orecchio contro. Nessun rumore dall'altra parte, nessun segno che potesse significare che la nonna fosse sveglia.
Per sicurezza andai a controllare di persona. Percorsi Il corridoio con passo felpato e raggiunsi il salotto dove la nonna dormiva sodo sul divano.
Era tutto a posto.
Tornai nella mia stanza e mi calai giù dalla finestra con una corda. Lì sotto mi aspettava già qualcuno, nella sua uniforme nera. Mi prese la pistola dalle mani. <<Non dovresti tenerla in mano mentre fai queste cose pericolose>> mi disse.
<<Attenta: è carica>> l'avvertii, atterrando dopo un balzo per saltare gli ultimi venti centimetri della corda.
Amelia alzò un sopracciglio. <<Non sapevo proprio come funzionasse una pistola, grazie>> mi disse sarcastica, infilando la pistola nella sua cintura.
<<Ehi!>> protestai. <<È mia!>>. Feci alcuni passi avanti per cercare di riprendermela, pensando che me l'avrebbe restituita subito, ma mi sbagliavo.
<<No, non credo proprio che te la ridarò.>> Amelia mi sorrise maliziosa. <<Prendimi!>>. E si mise a correre verso la strada.
Ma era completamente impazzita? Eravamo in missione e lei si metteva a giocare ad uno stupido gioco da bambini?
Mi misi a correre verso di lei, solo perché dovevo ricordarle cosa dovevamo fare. Dopo un po' rallentò fino a fermarsi ed io le saltai addosso. <<Dammi la pistola!>> le ordinai. Lei sospirò e credetti che fosse tornata in sé, invece appena la lasciai andare indietreggiò, pronta per una nuova fuga infantile, ma fui veloce la afferrai per una spalla.
Rise e la sua risata era contagiosa, così risi anch'io. Dopo un po' mi accorsi che anche lei mi aveva afferrata per una spalla. <<Che stai facendo?>> le chiesi, ridendo, ma mi accorsi che lei non stava più ridendo. Si avvicinò a me, fino ad appoggiare le sue labbra sulle mie. Fu un bacio cortissimo, si staccò subito da me. Era stato solo un innocente bacio a stampo, molto diverso da quello con Colin.
Non sapevo cosa dire. La guardai stranita, la bocca socchiusa, per la sorpresa.
Anche lei mi guardò nello stesso modo, solo più seria. <<Tu non mi ha respinta>> constatò.
<<No>> confermai. Ancora non riuscivo a rendermi conto di quello che era successo. Sapevo che Amelia mi aveva baciata, ma non sapevo se lei provava veramente qualcosa per me.
Quella frase riecheggiava nella mia mente: Amelia mi aveva baciata. Ed io non l'avevo respinta. Significava che anch'io provavo qualcosa per lei o no?
Lei mi fissava negli occhi e io fissavo lei. Cosa fare ora?
Recuperai la mia pistola dalla cintura. <<Adesso abbiamo una missione, dopo chiariremo tutto questo>>.
Amy annuì, in silenzio, senza staccare i suoi occhi da me.
Mi misi a correre, con Amelia alle calcagna, eravamo già in ritardo. La base di Bell ed Anderson era molto lontana da casa mia, dovevamo arrivarci prima delle due o se no saremo state in ritardo di mezz'ora sulla tabella di marcia. Così tanto tempo non potevamo permettercelo.

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Blood
Action{COMPLETA} [Ma andrebbe revisionata] Avril Johnson, una ragazza ribelle, presuntuosa, ma intelligente, è un'agente segreto che lavora per Bell, Anderson e l'affascinante Colin Murphy. Quest'ultimo si è invaghito di lei a prima vista, ma Avril non ha...