Capitolo 19

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Percorremmo la strada. Era incredibile che, anche se fosse notte, gli alieni continuassero a percorrerla. Ovviamente riservandoci occhiatacce.

<<Dove stiamo andando?>> chiesi a Colin, mentre mi prendeva una mano per non perdermi nella folla.

<<Da Rose e Wright>> rispose, senza guardarmi. <<È un po' lontano. Ce la fai a camminare?>>.

<<Sì>> mormorai, cercando di avvicinarmi di più a lui, per ingannare il freddo.

<<Dobbiamo muoverci>> disse aumentando il passo.

Per fortuna c'erano dei lampioni a bordo della strada, se no non avrei visto proprio nulla.

Ci fermammo sotto uno di quelli. Colin si guardò un secondo intorno mentre io lo fissavo con aria interrogativa.

<<Perché ci siamo fermati?>> domandai, vedendo che non accennava a rispondermi. Lui posò lo sguardo su di me e abbozzò un sorriso. <<Stai congelando>> mi fece notare.

<<Sì, e allora? Se camminavo mi scaldavo>> ribattei, un po' irritata dal fatto che prima volesse andare ad ogni costo e ora si fermasse perché io avevo freddo.

Colin si tolse la giacca e me la diede. <<Io non ho un vestito che mi arriva a metà coscia>> disse, ridacchiando piano.

Io gli lanciai un'occhiataccia. <<Era il più pratico>> ribattei, mettendomi la sua giacca sulle spalle.

<<Ma non il più caldo, Johnson>> replicò lui, appoggiandosi con la schiena al lampione. Non mi degnò di uno sguardo, tenendo gli occhi sulla strada.

<<Non dobbiamo andare?>> chiesi per la millesima volta, un po' scocciata.

<<Wright ha detto di aspettarla qui. Se non viene, significa che non ce n'è bisogno>> mi spiegò.

<<O che le hanno uccise prima>> ipotizzai, alzando un sopracciglio.

Colin contrasse la mascella, guardandomi intensamente con quegli occhi scuri.

<<Non ci avevi pensato, eh?>>. Abbozzai un sorrisetto divertito, lanciando un'occhiata fugace alla strada accanto a noi.

Lui si guardò intorno, probabilmente cercando Wright nella folla. <<Questa è la differenza tra noi due, Johnson. Tu sei la mente ed io il braccio.>>

<<Non credo, io sono sia la mente, sia il braccio>>. Mi avvicinai a lui, lasciando che le nostre labbra si sfiorassero. <<Non credere di essere diventato il braccio solo per aver ucciso Petrov. Al massimo sei... Il braccio di supporto>>.

<<Ah, è così?>> mi chiese, con un sorriso divertito. Mi afferrò saldamente, premendo le sue labbra sulle mie. <<Comunque se quel bastardo ti ha fatto del male, lo ammazzo>>.

<<Lo hai già fatto>> gli rammentai, baciandolo ancora. Lui mi sorrise, posandomi le mani sui fianchi. <<Ho fatto bene>> constatò. <<Nessuno che non sia io deve permettersi di toccarti>>. Le sue mani salirono dai miei fianchi, fino a posarsi sul mio petto.

 <<Non esagerare adesso, tu lo sai che non ti tradirei mai>> dissi, evitando il suo sguardo e allontanandomi.

<<Scusami. Non riesco a sopportare l'idea che quel porco ti abbia toccata>> mormorò, senza avere il coraggio di guardarmi. <<Vorrei che tu fossi mia, ma non posso certo chiuderti in una gabbia e metterti in mostra come mia collezione privata>>.

<<Credo di no>> sussurrai, appoggiandomi alla parete di un edificio e lasciandomi cadere a terra, sulla neve fresca che mi bagnò il vestito. Forse non era stata una grande idea. Mi portai le ginocchia al petto. Che freddo.

<<Vieni qui>> mi disse Colin, di punto in bianco. Io ci misi un secondo ad elaborare l'informazione e mi alzai, raggiungendolo. Mi fermai davanti a lui, in attesa.

Lui allargò le braccia e subito mi fiondai ad abbracciarlo, lasciandogli un bacio sul petto. <<Colin...>> sussurrai, mentre lui mi stringeva tra le sue braccia.

<<Sì?>> bisbigliò, baciandomi i capelli. Mi portò una mano sulla guancia, accarezzandola piano.

<<Non prendere alla leggera un'uccisione, ti prego>> mormorai. <<Togliere la vita a qualcuno non è mai una bella cosa, anche se può sembrare giusto>>.

Lui non rispose. Sapevo che anch'io avevo gioito vedendo morire i miei nemici, che avrei voluto più di ogni altra cosa vedere la vita lasciare gli occhi di Wilson, ma ero cambiata. Non potevo permettere che Colin imparasse a imitare i miei errori. Non volevo più la morte di nessuno, volevo solo sconfiggere Wilson, ucciderlo sarebbe stata una misura estrema.

Colin mi posò un bacio sulla tempia. <<Avril, io ti amo, ma non posso prometterti niente>>.

Mi staccai da lui, guardandolo stranita. Stava scherzando? Allora non aveva capito nulla di quello che avevo detto. Aprii la bocca per ribattere, ma in quel momento una voce richiamò la nostra attenzione: <<Piccioncini, muovetevi! Non è il momento di pomiciare, ci sono dei problemi>>.

Ci voltammo di scatto e notammo Wright che ci osservava con un sopracciglio alzato. <<C'è un problema enorme>> spiegò.

<<Quale?>> domandai, facendomi seria e allontanandomi da Colin.

<<Abbiamo incontrato qualcuno che non ci aspettavamo>> disse solo, il respiro affannoso per la lunga corsa che doveva aver fatto. E credevo di sapere a chi si riferiva...

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