Sarah Smith entrò nella stanza, incerta. Io lanciai un'occhiata a Colin, ma vidi che era tranquillo, così mi irrigidii soltanto.La ragazza mi osservò con i suoi occhi scuri. Era totalmente diversa da quando l'avevo vista l'ultima volta. Sembrava... più innocente.
Il trucco non era pesante e marcato come alla locanda. Non aveva il rossetto rosso sangue di quella sera, non portava l'uniforme nera della base.
Portava un vestito azzurro che le arrivava alle ginocchia, senza cinture, i capelli legati in uno chignon disordinato sulla nuca e il mascara sbavato che le colava sulle guance. Doveva aver pianto.
<<Buon pomeriggio>> disse, esitante. Abbozzò un sorriso, o almeno ci provò. Doveva averci pensato parecchio a cosa dire.
<<Ecco,>> disse, togliendosi il mascara colato dalle guance. <<Io... mi scuso per essermi presentata così, davanti a voi>>. Si strofinò le mani per togliere i residui di nero e mi guardò mortificata. <<Io credo di dovere delle spiegazioni. A tutti>>.
Mi girai verso Colin, perplessa. <<Tu non sai nulla?>> chiesi, appoggiando il mazzo di fiori sul comodino.
Lui scosse il capo e si voltò verso Sarah Smith. <<Lei... non ha voluto parlare se non davanti a te>> mi spiegò, posando di nuovo lo sguardo su di me.
Rimasi in attesa per alcuni secondi, fissando il vuoto, senza muovermi di un millimetro. Sarah Smith era una traditrice, ma voleva chiarire il motivo del suo tradimento. In effetti, mi interessava parecchio.
Mi voltai di nuovo verso di lei. <<Che cosa sai?>> le domandai. Ero un po' diffidente, lo ammetto, ma non abbastanza per impedirle di parlare.
Lei deglutì e contrasse la mascella. <<Io sono...>> cominciò, ma si bloccò. Sospirò, abbassando lo sguardo.
<<Continua>> la esortai, facendomi seria. <<Sappiamo, che Wilson ti aveva promesso qualcosa>>. Se sapeva che il diamante non funzionava su di lei, doveva per forza averla corrotta con qualcos'altro.
Lei tornò ad alzare lo sguardo, leggermente sorpresa. <<Io sono... qualcosa di più di un aiutante, per Wilson>>. Mi fissò, disgustata. <<Non mi ha promesso niente. Non mi serviva qualcosa per rimanere al suo fianco>>. Mosse un passo avanti, minacciosa.
Colin si alzò dalla sedia, fissandola con la stessa espressione. Lei si arrestò, fulminandolo con lo sguardo. Alzò il mento in segno di superiorità. <<Voi fareste qualsiasi cosa per lui, vero?>> chiese, riferendomi a Colin.
Io contrassi la mascella. <<Sì>> risposi, mormorando.
Lei non staccò lo sguardo da Colin. <<Come immaginavo...>>. Spostò di nuovo lo sguardo su di me. <<Allora dovete sapere che Duncan è per me quello che Murphy è per voi>>.
Mi fece un effetto strano sentire Wilson che veniva chiamato per nome, ma la cosa peggiore di quella conversazione era che Sarah Smith aveva appena dichiarato di amare Duncan Wilson.
<<Io...>> mormorò Sarah Smith, abbassando lo sguardo, <<sono la sua amante>>.
Rimanemmo tutti in silenzio per alcuni secondi. Wilson non aveva promesso nulla alla traditrice. Lei aveva accettato di sua spontanea volontà, senza alcuna costrizione. Lei amava Wilson.
Si voltò, stringendo i pugni. <<Non fraintendetemi, non sono una persona cattiva. Non avrei fatto del male a qualcuno della base. Gli passavo solo le informazioni>>. Sospirò, abbassando lo sguardo. <<In realtà all'iniziò lo odiavo come tutti gli altri.>> Tornò a voltarsi. I miei occhi incontrarono i suoi. <<Ma lui era diverso, l'unica cosa che voleva era il diamante. Non aveva intenzione di fare del male a nessuno. Non vuole la morte di nessuno. L'avete mai visto macchiarsi le mani con il sangue di qualcuno? Lascia sempre fare ai suoi scagnozzi il lavoro sporco e anche loro cercano di non ammazzare nessuno. Questa è solo una missione che ci è sfuggita di mano. Si concluderà tutto per il meglio se la smetterete di intervenire>>. I suoi occhi mi scrutarono minacciosi. <<Duncan ha tutto sotto controllo. Andrà tutto secondo i suoi piani.>>
Respirai pesantemente, sostenendo il suo sguardo. <<Dimmi, allora: perché mi ha sparato se, come dici tu, lui non vuole la morte di nessuno?>> sputai, con disprezzo. Non poteva dire che tutto ciò che aveva fatto era solo la sua "missione" che gli era sfuggita di mano.
Lei assottigliò le palpebre e sospirò, ma non osò rispondere. Lanciò un'occhiata a Colin, poi mi si avvicinò. <<Io sono qui da tre giorni, agente Johnson. Sono stata catturata dai vostri cosiddetti agenti segreti tre giorni fa e ora sono rinchiusa in una cella. Mi hanno promesso che mi avrebbero consegnato alle autorità se non avessi confessato, pensate che sia bello essere ricattati? Io non voglio tradire Duncan>>. Si sporse verso di me e scosse il capo. <<Tutto quello che posso fare è sperare che la situazione non degeneri>>. Abbassò lo sguardo, l'espressione spaventata. <<Agente Johnson, qualsiasi cosa succeda, per favore, non uccidetelo>>.
I suoi occhi supplicanti cercarono i miei. Io lanciai un'occhiata fugace a Colin, poi tornai a fissare Sarah Smith. Aprii la bocca per rispondere, ma non ne uscì nulla. Era una questione complicata. Non potevo prometterle una cosa del genere, non potevo garantire nemmeno la vita dei miei compagni.
<<Io...>> cominciai, incerta. Non riuscivo a guardarla per più di un secondo. Volevo risparmiare la vita di Wilson, ma non tutto era possibile a volte. Il mio sguardo vagava per tutta la stanza, fino a quando non incontrò quello di Colin, che mi sorrise incoraggiante.
Mi ritrovai di nuovo a fissare Sarah Smith. <<Io ti prometto che farò di tutto per non uccidere Wilson>> dissi, decisa, mentre un sorriso si faceva largo sul suo volto. Dopo, si voltò e si diresse verso la porta.
<<Aspetta>> la richiamai, facendola voltare. <<Un'ultima cosa...>> cominciai, iniziando a sbloccare un ricordo che mi sembrava così lontano. <<Perché ci hai aiutate alla locanda?>>.
Lei sembrò rimanere impassibile. <<Miss Johnson, ho già detto che il mio unico lavoro nell'organizzazione era esclusivamente passare le informazioni. Aiutarvi era la cosa più naturale che avrei potuto fare>>. Dopo di che, si girò di nuovo e questa volta uscì definitivamente dalla stanza, lasciandomi sola con Colin.
Cadde il silenzio per alcuni interminabili secondi. Solo l'orologio accanto alla porta scandiva il tempo, con il solito ticchettio fastidioso.
<<Be', hai avuto le tue risposte>> disse, ad un tratto, Colin, rompendo il silenzio.
Io mi girai verso di lui. <<Un po' in ritardo.>> Alzai un sopracciglio. <<Sono passati cinque giorni>>.
Lui fece spallucce. <<Non importa>>. Si allungò per prendere il libro sul mio comodino, ma io fui più svelta e lo presi. Gli sorrisi maliziosa. <<Troppo lento, Murphy>>.
Lui inarcò un sopracciglio e si alzò, avvicinandosi al mio letto. <<Non ho voglia di scherzare, né tanto meno con te>>.
Io risi, vedendolo farsi serio. <<E dai!>> protestai, ficcando il libro sotto la maglia. <<Possiamo divertirci come prima della missione>>. Lo fissai in attesa.
<<Avril>> mi rimproverò, incrociando le braccia al petto. <<Non voglio abbassarmi al tuo livello e poi stai male>>.
Io gli rivolsi ancora quel sorriso sghembo. <<Allora puoi sempre venirti a riprendere il libro>>. Spostai Guerra e pace sotto la mia maglia, mettendomelo sopra il petto, poi allargai il mio sorriso. <<Cosa aspetti?>> chiesi, provocante. Lo vedevo che non era eccitato per niente, anzi, sembrava arrabbiato. Però inghiottì l'affronto con autocontrollo e mi sorrise beffardo. Ritornò sui suoi passi e tornò a sedersi sulla sua sedia. <<Continua pure la tua recita, Avril, tanto non m'interessa>> disse, incrociando le braccia.
Lo fulminai con lo sguardo. Sfilai il libro da sotto la maglia e glielo lanciai, tirandoglielo quasi in faccia. Purtroppo quasi.
Mi girai su un fianco, dandogli le spalle. Se proprio non voleva almeno poteva lasciarmi dormire.
Lo sentii alzarsi e venire verso di me, ma rimasi impassibile. Mi posò un bacio sulla tempia, come quando era arrivato, poi mi baciò le labbra, lentamente. Lo lasciai fare, facendo finta però che non mi piacesse. Un po' di dignità dovevo mantenerla, ero arrabbiata con lui.
Non riuscii a rimanere arrabbiata con lui ancora per molto. Gli presi la testa tra le mani, approfondendo il nostro bacio.
Andammo avanti ancora per un po', finché non mi addormentai.
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Blood
Action{COMPLETA} [Ma andrebbe revisionata] Avril Johnson, una ragazza ribelle, presuntuosa, ma intelligente, è un'agente segreto che lavora per Bell, Anderson e l'affascinante Colin Murphy. Quest'ultimo si è invaghito di lei a prima vista, ma Avril non ha...