Intanto, però, il tassista stava aspettando e suonò il clacson, irritato. Mi staccai da Colin, come se mi fossi appena svegliata da un sogno. Cosa avevo fatto? Avevo baciato Colin Murphy.
Mi allontanai in fretta e salii nel taxi. L'immagine del sorriso di Murphy dopo quel bacio mi perseguitava. Volevo sprofondare. Non mi sarei mai perdonata per averlo fatto. Da quel giorno ebbi la consapevolezza che la mia vita sarebbe cambiata.
Ogni giorno mi svegliavo seguendo uno schema fisso, sapendo che un giorno avrei sconfitto Wilson. Come non lo sapevo e lo avevo sempre completamente ignorato. Invece qualcun altro avrebbe portato a termine la missione. Qualcuno che non ero io.
Avevo un passato nascosto ai miei occhi e un futuro incerto. L'unica cosa che conoscevo era il presente. Una terribile verità.
Come potevo andare avanti senza sapere assolutamente nulla di ciò che mi sarebbe accaduto?
E perché non andavo più bene per la missione? Dove avevo sbagliato?
Ripensavo a quel giorno. Il mio ultimo giorno da agente segreto, quello in cui, su proposta di Murphy avrei incontrato Wilson per discutere in modo civile. Ma non era mai successo, non avevamo avuto un incontro civile.
Arrivai a casa e salii le scale fino al mio appartamento. Cercai la chiave nella borsa e, invece, trovai un biglietto ripiegato. Appoggiai la borsa per terra e lo fissai meglio. Sembrava un pezzo di carta dell'agenda della base. Lo aprii, curiosa. Sembrava quasi che dentro dovessi trovarci un messaggio in codice.
Il messaggio sembrava scritto con la grafia di Murphy. Domani, alle 8:00, a Belgrave Square.
Mi chiesi quanto tempo fa me lo avesse dato. Era possibile che lo avessi trovato anche un anno fa e lo avessi ignorato di proposito. Non ricordavo affatto di averlo visto. Poi, se fosse vecchio anche solo di una settimana, sarebbe già sul fondo della borsa.
Doveva avermelo dato prima, mentre ci baciavamo.
Mi tornò in mente il nostro bacio e rabbrividii. Solo a pensare al contatto con le sue labbra mi veniva il voltastomaco.
Infilai il biglietto nella borsa e presi le chiavi. Aprii la porta e mi accorsi che il telefono stava suonando. «Maledizione!» imprecai. Andava tutto storto!
Corsi a rispondere. Era proprio quello che avevo sperato non fosse. Una chiamata dalla scuola.
«Pronto?» dissi con voce tremante.
«Salve, sto cercando Mrs Johnson» spiegò la voce della segretaria. «Oh, sei tu, Avril! Come dovresti sapere sto cercando i tuoi genitori...»
«...E come lei dovrebbe sapere non ci sono, di nuovo» ribattei.
«Avril, potresti chiamarli, per piacere» insistette lei.
«Non posso» risposi. Cosa altro avrei dovuto rispondere?
«Perché stavolta non mi spieghi perché?»
Attesi, cercando una risposta, che non mi sarebbe mai venuta in mente. «Devo andare, mrs Edwards» dissi e misi giù.
Perché la vita non poteva essere un po' più semplice?
Mi svegliai e mi misi a sedere. Volevo morire. Non volevo fare nulla. Se non andare a sparare a Wilson. Avevo bisogno di commettere un carneficina. Solo per il gusto di poter tornare a fare l'agente.
Ma non potevo presentarmi alla base. A scuola non avevo l'intenzione di metterci più piede. Ne avevo abbastanza di tutti quegli scemi dei miei compagni e degli insegnanti che credevano di saperne più di me. La mia vita era stata molto più difficile della loro. Loro non potevano capire.
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Blood
Ação{COMPLETA} [Ma andrebbe revisionata] Avril Johnson, una ragazza ribelle, presuntuosa, ma intelligente, è un'agente segreto che lavora per Bell, Anderson e l'affascinante Colin Murphy. Quest'ultimo si è invaghito di lei a prima vista, ma Avril non ha...