La mattina seguente, nonostante le proteste di Lotte, mi alzai dal letto. Non volevo piangermi addosso, non volevo semplicemente stare ad aspettare. E poi volevo vedere Herman. A quel punto il bisogno di vederlo era forte, quasi inarrestabile.
Lo trovi in biblioteca. Stava sfogliando un libro, sprofondato nella poltrona, ma non appena mi vide balzò in piedi e mi venne incontro. Sembrava che sapesse che sarei venuta lì. Iniziò subito a parlare, senza che io riuscissi a dire nulla.
-Ti senti bene? Forse avresti dovuto restare a letto ancora per un po'-
Scossi la testa. -Io... dovevo vederti- mormorai, debolmente.
-Speravo che tu venissi- ammise -Non so cosa mi hai fatto... devi venire dai miei sogni, dai miei desideri, da tutto ciò che è proibito- scosse la testa. Era pallido, occhiaie scure brillavano sotto i suoi occhi. Sembrava stanco. No, non solo stanco... era esausto.
-Herman- gemetti e dire il suo nome mi provocò un brivido lungo la schiena.
-Violette, io... quello che provo per te... è impossibile da descrivere- mi afferrò per la vita, la stretta sicura.
-Sono sposata- gli ricordai, il tono però poco convinto. Sì, ero sposata, ma Albert era lontano, non rispondeva neppure alle lettere.
-Lo so, per questo mi sono trattenuto fino a ora... ma non posso più aspettare- il suo sguardo intenso si puntò nel mio con una passione tale da farmi sentire mancare.
-Herman, io... -
-Tuo marito non ti dà attenzioni, non ti apprezza, è preso dalla sua vita-
-Lui... mi ama- sussurrai, brividi caldi che mi percorrevano ovunque.
-E basta davvero solo l'amore?- il suo respiro s'infranse contro le mie labbra, facendole formicolare. Era vicino, pericolosamente vicino. Il suo corpo sfiorava il mio rendendolo languido e debole. –Non ha cura di te- si piegò ancora in avanti e le nostre labbra si sfiorarono. Sentii un grido silenzioso esplodere nel cuore. Un bacio, solo un bacio, lasciar scivolare la mia bocca sulla sua, che sembrava nata per baciare, per scacciare via ogni problema, ogni pensiero, ogni dolore. -Albert non ti merita, non ti ha mai meritata-
Fu l'arrivo di Lotte a salvarmi. Non la sentii neppure entrare nella stanza. –Viola- mi chiamò, la voce alta e chiara.
Herman balzò indietro, come se fosse stato punto da una vespa. Il suo viso era stravolto, lo sguardo grigio brillava febbrilmente. Mi resi conto che tremava. Possibile che un uomo così sicuro di sé potesse ridursi in quel modo per me? E io non ero nelle stesse condizioni? Mi sentivo mancare.
-Viola, tesoro, ti ho trovata!- esclamò Lotte. Non dubitai neppure per un istante che avesse visto, che sapesse in che baratro stavo finendo. –Oh, ci sei anche tu?- chiese, rivolta a Herman, gelida come la neve che avvolgeva il nostro castello.
-Stavo andando- rispose frettolosamente lui. Fece un mezzo inchino, quindi se ne andò, non prima di avermi lanciato uno dei suoi intensi sguardi.
-Sei impazzita?- mi chiese Lotte non appena fummo sole –Albert lo avrebbe fatto a pezzi!-
Non replicai. Aveva ragione lei, anche se non ero certa dell'esito di una simile battaglia. Ma cosa mi era preso? Ricordai le parole di mia madre, di Lolò, tutti quegli insegnamenti che erano più diretti a Lotte che a me, perché io ero la brava ragazza, quella che non avrebbe mai dato problemi.
-Sono arrivata appena in tempo- continuò Lotte, le parole che si accavallavano, che mi finivano addosso, che mi ferivano più che lame. Proprio lei parlava?
-Lo dirai ad Albert?- domandai, presa da un oscuro sospetto.
-Non posso farlo... sei mia amica-
-Un tempo lo avresti fatto- le ricordai.
-Non ora... ti voglio bene, Viola, non ti farei mai una cosa simile-
Quelle parole mi confusero. Lotte sembrava sincera.
-Se tu tradissi Albert... sarebbe la fine, lui ti ripudierebbe, ti porterebbe via Julien-
Quelle parole mi spaventarono. Albert mi avrebbe davvero fatto quelle cose? Non potevo immaginare che Albert mi facesse soffrire, ma ero consapevole che non c'è nulla di peggio di una persona ferita nel profondo.
-E poi tu ami Albert... non te lo perdoneresti mai se lo tradissi-
Albert però era sempre lontano. Certo, le sue lettere erano lunghe e piacevoli, ma io avrei voluto che fosse lì con me, lo avrei voluto al mio fianco, come avevo Herman. Invece Albert si limitava a scrivere, a rimandare il suo ritorno. Erano belle parole le sue, certo, parole cariche d'amore, ma a me non bastavano. Avevo bisogno di qualcosa di più. Quel qualcosa era forse Herman? Non lo sapevo. Nei giorni successivi cercai di evitare di rimanere sola con lui. Era complicato. Herman era, lo compresi in quel momento più che mai, un ottimo stratega e il peggiore avversario che avrei potuto avere. Non che fosse ostile verso di me, l'esatto contrario. Era premuroso, dolce, innamorato. Ogni scusa andava bene per avvicinarsi a me, per sfiorarmi, per starmi accanto, per scatenare in me una tempesta che m'inseguiva tutto il giorno. Qualsiasi scusa. Un oggetto da consegnarmi, un abito da sistemare, il passaggio davanti a una porta. E io ero sempre più scossa, più debole, fragile, arrendevole. Lotte faceva di tutto per allontanarlo. Era tornata la nostra vecchia complicità. La lontananza però non era una soluzione.
Mi sembrava d'impazzire. Avevo bisogno di vedere Herman. Non era un bisogno fisico, no, era un bisogno puramente mentale. Stare vicina a lui, parlargli, ascoltare la sua voce ruvida, roca, incantevole.
Mi ritrovai a chiedermi cosa sarebbe successo se lui avesse preceduto l'incontro con Albert. Era un'ossessione. E il pensiero di noi due insieme m'invadeva la mente. E poi si facevano in avanti le umiliazioni del passato. L'essere sempre seconda Lotte, dover chinare il capo sempre, cercare di essere la figlia perfetta, la moglie perfetta, senza ottenere nulla in cambio. Nessuno mi amava per chi ero davvero. Avevo sempre soppresso una parte di me e ora mi sentivo esplodere. Il confine era superato, compresi con ansia, non sarei più potuta tornare indietro.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate del conflitto interiore di Viola?
A presto!
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La principessa e la cocotte: in amore e in guerra
Ficção Histórica(COMPLETA) Il seguito de "La Principessa e la cocotte" (è consigliato, ma non obbligatoria la lettura del primo volume) 1939. Viola sta per coronare finalmente il suo sogno d'amore con Albert. Le cose però non si riveleranno semplici. Venti di guerr...