«Sei stata concepita prima che tua madre assumesse il suo lato sovrannaturale. Tua madre è stata una grande leader nella congrega degli anziani mentre tuo padre da umano non ha mai visto di buon occhio quel che lei faceva. Io, a quei tempi ero la migliore amica di tua madre.»
La mia bocca si aprii in un sussurro meravigliato.
«Mio padre non me ne ha mai parlato. L'ho vista solo nelle foto, com'era? Perché è morta?»
Margaret bevve il thè dalla tazzina e mi guardò con sgomento. «Tua madre, Isabel, era una donna affascinante ma ciò che la contraddistingueva era il suo animo dolce. Nonostante fosse un vampiro rifiutava l'idea di mostrarsi superiore contro gli umani e gestiva la comunità con una momentanea pace, ma fu solamente la quiete prima della tempesta.» Sussurrò alla fine.
La mia gola si esiccó.
In quel momento la mia mente progettava idee confuse, strambe e riflettei se ero veramente pronta per sapere chi ero.
Le parole rimbombavano nella mia mente come acquazzoni in piena estate.
Non stavo scoprendo soltanto chi ero ma anche la morte di mio padre.
I pezzi nella mia mente si incastrarono come in un puzzle e capii che non era morto per qualche giro di droga, erano tutte cazzate.
C'era altro.
«Come sai, i buoni non sono mai premiati. Per vivere in qualsiasi società devi mostrarti diffidente e nocivo affinché nessuno ti possa sovrastare. Isabel era amata da molti, certo! Era, però, anche odiata da chi non sopportava le regole, da chi preferiva il caos alla pace.»
Si protese verso di me e mi agguantò le mani nelle sue. I suoi occhi si issarono sui miei.
«Posso farti vedere come sono morti i tuoi genitori ma devi essere pronta. Se hai anche solo un momento di debolezza potresti rimanere incastrata tra i due archi temporali e la tua anima sarebbe dispersa. Nemmeno io riuscirei a riportarti qui. Il rischio non è indifferente, sta' a te la scelta.»
Guardai Angie che scrollò le spalle come per dirmi di decidere in autonomia e puntai lo sguardo su un punto indefinito della stanza.
Erano passati anni. Anni di monotonia, quotidianità fastidiosa e padre assente dalla morte di mia madre. Ho passato tanto tempo ad incolparmi, a pensare che fosse morta per colpa mia e la tristezza di mio padre fosse causa mia.
Mi sono condannata come il peggio degli esecutori. Avrei messo la mia vita in bilico per scoprire un passato di cui non sapevo l'esistenza?
«Accetto.»
Vidi il viso di Margaret assumere un espressione meravigliata insieme a quello di Angie. Margaret tossì leggermente e si alzò tenendosi il cardigan stretto sul corpo.
«Che la forza sia con te, mia cara. Te ne servirà e anche molta.» Sussurrò.
La mia mente elaborò tutto.
La misteriosa morte di mio padre, quella di mia madre. Una vita a cercare continuamente risposte. Avevo la verità ad un passo e non seppi perché mi sentii insicura.
Margaret si sedette di fronte a me sul tappeto, incrociai le gambe e sporsi le mani che afferrò nelle sue.
Il tavolino in legno mogano che ci divideva era coperto da amuleti, un libro assai vecchio e delle candele.
Iniziò a pronunciare delle strani frasi mentre il suo sguardo si ergeva verso l'alto. Strinse ancora di più la presa sulle mie mani e tremai.
Ebbi paura di rimanere confinata tra due mondi.
Un vento improvviso mi fece desistere dai miei pensieri. Capii che stava accadendo qualcosa.
Margaret puntò di scatto lo sguardo su di me. «Sei pronta?» Torchiò.
Annuii.

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IL RICHIAMO DELLA ROSA
ChickLitJake Jones è il detective più ambito del Massachusetts: scapolo impenitente, con un aspetto che non passa inosservato e un carattere tanto arrogante quanto magnetico. Con la sua camicia bianca che mette in risalto la sua mascolinità, sembra sempre i...