«Buongiorno Greice, bella giornata, vero?» Esclamai entrando nel piano del mio ufficio.
«Oh, buongiorno.» Rispose incalzata.
Mi guardò con gli occhi sbarrati per un attimo di sbigottimento.
Tralasciando il piccolo incidente in ascensore sentivo che quella giornata sarebbe stata magnifica.
«Ti mostro il tuo ufficio.» Disse riprendendosi e regalandomi un sorriso sincero.
Ricambiai e la seguii tra le varie porte bianche finché non ne aprì una.
«Ecco qui, se hai bisogno, chiama!» Disse per poi volatilizzarsi.
Mi guardai intorno compiaciuta. L'ufficio non era molto grande ma nemmeno piccolo, al centro dominava una scrivania bianca con una sedia girevole viola, davanti ad essa vicino erano due poltrone del medesimo colore.
Vi era una grande parete attrezzata bianca con vari gingilli e libri.
Il sogno inizia. Pensai euforica.
Mi sedetti alla scrivania e mi presi un attimo per realizzare il tutto.
Non riuscii a contenere la mia felicità e iniziai a muovermi in modo strano sulla sedia, esultando.
«Finalmente!» Esclamai sorridendo.
«Ehm ehm . . .»
La mia espressione cambiò di colpo e mi pietrificai appena mi accorsi del mio capo sulla soglia dell'ufficio osservarmi divertito.
Mi sedetti composta e abbozzai un sorriso.
«Io, mi scusi - Dio, che figura!» Sussurrai per ultimo.
«Sono contento di vedere che ti piaccia!» Esclamò entrando col suo completo raffinato e delle cartelle in mano.
«Dovresti visionare questi manoscritti e dirmi cosa ne pensi.» Esclamò poi riprendendo la sua espressione seria e professionale.
Mi posò davanti sulla scrivania le cartelle che aveva in mano e strabuzzai gli occhi nel vedere che erano una miriade.
«Non ti chiedo di finirle tutte oggi ma l'importante è non perdere tempo.» Continuò vedendo la mia espressione scioccata.
Mi ripresi e tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
«Non si preoccupi. Si fidi di me!» Esclamai stringendogli la mano che mi porse.
«Bene, allora vado.» Rispose allontanandosi.
«Ah, signorina Roberts!» Disse ad un tratto fermandosi sulla soglia della porta.
Alzai di scatto lo sguardo dalla prima cartella e aspettai che continuasse.
«Mi dia del tu.» Continuò sorridendo.
Sentii il mio corpo surriscaldarsi e arrossii fino alla punta dei piedi. Ero piacevolmente colpita.
«Sarà fatto.» Risposi ricambiando il sorriso.
Se ne andò e rimasi con le cartelle da visionare.
Cosa era appena successo?
Mi chiesi mentalmente prima di riprendere a leggere.
Continuai la mia lettura fino a quando non arrivò la mia pausa pranzo, presi la borsa e il cappotto ed uscì dall'ufficio.
Ero già stremata, ma felice.
«Greice, cosa fai per pranzo?» Chiesi vedendola ancora alla reception intenta a sistemare scartoffie.
Alzò di scatto lo sguardo verso di me e sorrise.
«Oh, sinceramente non so. Pensavo di prendermi un panino alla svelta.» Ridacchiò a disagio.
«Qui di fronte c'è un ristorante che da quanto dicono non è niente male, ti va di andarci con me?» Le dissi sorridendo.
Vidi il suo sguardo aprirsi in un sorriso e balbettò leggermente a disagio, probabilmente era sempre sola nelle pause.
«Va benissimo.» Esclamò prendendo la sua borsa e la giacca.
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IL RICHIAMO DELLA ROSA
Chick-LitJake Jones è il detective più ambito del Massachusetts: scapolo impenitente, con un aspetto che non passa inosservato e un carattere tanto arrogante quanto magnetico. Con la sua camicia bianca che mette in risalto la sua mascolinità, sembra sempre i...