Capitolo 12

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Melek

<Tesoro> strida la mamma felice dall'altra parte del telefono appena accetto la sua chiamata.

<C'è bisogno di urlare in questo modo?>

<Pensavo che fossi finita in qualche burrone o che qualcuno ti avesse rapita> borbotta cavolate facendomi alzare gli occhi al cielo.

<Gli alieni> propongo in modo ironico mentre esco di casa dirigendomi verso il pub.

<O mio Dio! Come sei riuscita a scappare?> chiede urlando nuovamente in modo teatrale.

<Smettila di essere melodrammatica Kiraz non ti si addice affatto>

<Sei una stronza Melek Wilson, ti avevo detto di chiamarmi tutti i giorni e indovina un po'? Non l'hai fatto> sbotta incazzata mentre in sottofondo sento un enorme rumore.

<Ma cosa combini?> chiedo curiosa.

<Ah, stasera ci sarà un grande evento la ristorante per questo c'è tutto questo chiasso> risponde semplicemente per poi sentirla urlare contro qualcuno per aver rotto qualcosa.

<Ti chiamo dopo> dice frettolosamente per poi staccare la chiamata ma non faccio in tempo rimettere il telefono dentro la borsa che riprende a squillare.

<Hai dimenticato di dirmi qualcosa?> chiedo velocemente appena rispondo.

<Chi ha dimenticato di dirti cosa?> chiede qualcuno dall'altra parte del telefono facendomi aggrottare le sopracciglia.

<Damon> sussurro il suo nome.

<Aspettavi la chiamata di qualcun'altro?> chiede in modo irritato.

<Mia madre, cioè pensavo che fossi lei, scusa non ho controllato chi fossi prima di rispondere> mi affretto a rispondere giustificandomi.

<Dove sei tigre?>

<La smetti di chiamarmi in questo modo? Ho un nome sai?> chiedo irritata quando entrando dentro il pub vedo Damon seduto al tavolo dell'altra volta ma il problema è la biondina dagli occhi verdi che cerca di fare la gatta morta con lui.

<Sono ancora per strada> rispondo con un tono di voce freddo mentre continuo a guardare quella stronza che sculetta davanti al mio Damon.

<Saresti dovuta essere già qui> dice piano mentre lo vedo abbassare lo sguardo come se fossi dispiaciuto.

<Eh no, questo è troppo> mormoro infastidita quando quella Lola appoggia le mani sulla gamba di Damon abbassandosi alla sua altezza mettendo in bella mostra il suo decolletè.

<Andiamo da me stasera?> sento la voce di quella ragazza chiedere in modo smielato e se prima volevo avvicinarmi a lui ora per il nervoso mi siedo da sola in un tavolino mentre stacco la chiamata. Menomale che tutti sapevano che fossi la sua ragazza. A quanto pare non tutti dato che quella non smette di girargli intorno.

<Coglione> sbotto a bassa voce quando il telefono riprende a squillare per l'ennesima volta.

<Ciao piccola Wilson>

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