Capitolo 32

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Melek

Si può amore una persona così tanto da sentirsi incompleta quando la persona rispettiva non è accanto a noi? È così che mi sento senza Damon e non so come farò a superare ancora altri giorni per poterlo riabbracciare nuovamente.

<Secondo te quanto tempo ci impiego per arrivare?> chiedo a Barish mentre finisco il mio kebab.

<Ma per andare dove? Non mi dire che vuoi tornare a New York> dice dispiaciuto.

<Ma quale America io stavo parlando di Kabul>

<Vuoi farti una vacanza natalizia? Aspetta, dove si trova esattamente Kabul?> chiede aggrottando le sopracciglia.

<In Afghanistan> rispondo solamente mentre il mio amico forse per lo stupore si affoga con il mangiare.

<Bevi stupido e non cercare di morire davanti a me perché non so darti aiuto> borbotto velocemente passandogli l'acqua.

<Tu sei pazza? Cosa dovresti fare tu in Afghanistan?> chiede perplesso l'attimo dopo essersi ripreso.

<Beh, semplice no? Vado da Damon>

<Si perché secondo te andare in Afghanistan e paragonabile ad una vacanza da qualche parte nel deserto vero? Forse stai dimenticando la parte dove la si sparano, si lanciano bombe addosso e muoio un sacco di...stai bene?> chiede preoccupato quando forse nota la mia espressione disgustata. Mi alzo dalla piccola panchina correndo verso il cestino che ho intravisto prima che arrivassimo al parco per poi vomitare anche l'anima se possibile.

<Damon starà bene> sussurro da sola appena mi riprendo. Lui tra qualche giorno tornerà e starà bene continuo a ripetermi mentalmente come una mantra cercando di calmarmi.

<Hai un brutto aspetto> dice Barish mentre mi guarda preoccupato.

<Non dormo bene la notte. Da quando Damon se n'è appena la sera mi appoggio nel letto e mi addormento ma mi risveglio in preda al panico per via degli brutti incubi che faccio e sentirti parlare in quel modo non mi ha aiutato per niente> confesso sospirando. Il problema non è tanto la sua mancanza ma la preoccupazione. È vero mi manca moltissimo ma la paura che possa succederli qualcosa mi divora giorno dopo giorno.

<Da quanto tempo non lo senti?> chiede Barish mentre afferra la mia mano cercando di trasmettermi la sua forza.

<Sette giorni ad oggi. I primi giorni si è fatto sentire ogni tre giorni ma ora non ho più notizie da lui e sto iniziando a preoccuparmi> rispondo amareggiata. Di solito si dice che le brutte notizie si vengono a sapere subito ed io ho un angoscia tremenda. Praticamente non mi separo mai dal telefono e sono sicura che se squillasse con un numero che non conosco mi verrebbe un colpo.

<Io penso che Damon ha talmente paura di te che ritornerebbe pure dal mondo dei defunti solo per non prendersi una cazziata da te> dice Barish facendomi ridacchiare.

<A dire il vero l'ho minacciato che gli avrei fatto indossare il mio tutù rossa e avrei giocato a freccette con la sua testa> lo informo ridendo. Quando ho detto quella cavolata per un secondo mi sono soffermata ad immaginarmi la scena ma l'attimo dopo ho cercato di rimuovere quelle immagini dalla mia testa per il semplice fatto che voglio il mio uomo accanto a me integro se possibile.

<Penso proprio che saresti capace di fare una cosa del genere> risponde Barish ridendo.

<Qualche notizia di Deniz?> chiedo curiosa.

<Mademoiselle Banu mi ha detto che ha richiesto il trasferimento in america. Ti ha mai raccontato che in parte i suoi famigliari sono americani?>

<Direi di no. Mi fa strano però il suo comportamento. Insomma voi due vi conoscevate da più tempo ma nonostante cioè neanche a te ha dato qualche spiegazione> rispondo mentre ci dirigiamo verso casa mia a piedi. Sono più che convinta che devo comprarmi una moto per potermi muovere meglio in città altrimenti i miei piedi mi abbandoneranno prima di subito se continuo di questo passo.

<Quando tornerà tua madre?> chiede curioso.

<Dovrebbe tornare domani ma con mia madre niente è sicuro> rispondo ridacchiando. Kiraz è torna a New York qualche giorno fa, a detta sua per concludere un affare ma io sono sicura che mi sta nascondendo qualcosa e sarò molto lieta di scoprire cosa sta tramando.

<I tuoi invece?>

<Lo sai che non ci parliamo molto. Mio padre non ha mai accettato vedermi ballare con la calzamaglia> risponde tristemente.

<Di a tuo padre che è un coglione maledetto. Solo perché lui è un avvocato non vuol dire che anche tu dovevi seguire le sue orme. Ognuno ha i suoi sogni Barish e non si devono cancellare solo per soddisfare gli altri. Se lui non accetta il fatto che a te piace ballare può andare direttamente a quel paese>

<Sono felice di averti incontrata sai?> confessa sincero.

<Anche tu sei un buon amico Barish. Io sono arrivata, ci vediamo domani al lavoro va bene?>

<Solo cerca di non perdere anche questa volta il traghetto> dice ridacchiando per poi salutarmi e andarsene mentre io entro all'interno del palazzo per poi salire al secondo piano arrivando davanti alla porta di casa mia ma mi fermo quando una strana idea mi viene in mente.

<No, non lo farò> borbotto da sola cercando di convincermi che quello a cui ho pensato è fuori discussione. Però ho bisogno di sentirlo in un certo modo accanto a me almeno per una sera, continuo a ripetermi contraddendomi.

<Al diavolo> impreco mentre entro dentro casa dirigendomi verso il piccolo mobile dove ho conservato la chiave della macchina che la mamma mi ha lasciato da custodire.

<Perdonami se la distruggerò> borbotto da sola mentre esco di casa per poi soffermarmi davanti alla macchina.

<Non mi fai paura sai? Magari un po' ma tu fai la brava e portami integra fino a casa di Damon ok?> chiedo stupidamente per poi sbuffare quando mi rendo conto che sto parlando con una macchina. Apro lentamente lo sportello e dopo vari secondi in cui sono rimasta ferma a guardare il vuoto salgo in macchina mettendo le mani sul volante mentre cerco di calmare il mio respiro.

<Sono più forte di te paura di merda> sussurro piano mettendo la macchina in moto. Ho una fottuta paura che possa venirmi un attacco di panico mentre cerco di guidare ma non mi lascerò sconfiggere, ho davvero bisogno di andare a casa di Damon. Prima che partisse mi ha lasciato le chiavi di casa sua anche se non ho capito il senso ma come ora gliene sono grata.

<Dio mio> borbotto incredula quando mi rendo conto che sono davanti la casa di Damon. Non posso crederci che ho guidato fino a qui, anzi non riesco a credere che ho guidato senza farmi ammazzare. Scendo velocemente dalla macchina mentre noto come in realtà tutto il mio corpo sta tremando forse per la paura. Corro velocemente verso la porta per poi aprirla ed entrare dentro.

<Sicuramente morirò di crepa cuore> sussurro sconvolta mentre vado verso il bagno con l'intento di lavarmi il viso con l'acqua ghiacciata.

<Morirò e nessuno mi troverà> continuo a sdrammatizzare per poi andare nella stanza di Damon e prendere dall'armadio una sua maglietta per poi indossarla però non prima di essermi disfatta dei miei vestiti. Tutto in questa casa sa di lui ed è ciò di cui avevo bisogno. Sposto le coperte da letto per poi sdraiarmi mentre afferro il suo cuscino e abbracciarlo chiudendo poi gli occhi.

<Mi manchi da morire Dam> sussurro piano prima di addormentarmi.

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