Capitolo 34

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Melek

Pensavo che la mia paura più grande fosse quella di salire in macchina ma in questo momento quando mia madre mi rincorre per tutta la casa con un coltello in mano ho capito che è di lei che ho maggiormente paura.

<Emre ferma questa pazza> urlo disperata chiedendo in un certo senso aiuto.

<Sei una stronza! Sparire in questo modo e farmi morire di crepacuore!> continua a urlare mentre non smette di rincorrermi.

<Non mi sembra che tu sia morta Kiraz Wilson. Possa quel coltello prima che mi ammazzi> le urlo contro mentre cerco di nascondere dietro a Damon.

<Molto presto non sarò più Wilson> borbotta fermandosi.

<Ti sei drogata? In che senso?> chiedo confusa mentre tiro fuori solo la testa per guardarla meglio.

<Volevamo parlarvi a quella cena ma tutto era andato a rotoli poi Damon è dovuto partire e non abbiamo più avuto l'occasione di dirvelo>

<Dirci cosa?> chiede Damon in modo duro.

<Ci, ci sposiamo> risponde la mamma balbettando mentre sento Damon irrigidirsi.

<Voi cosa?> chiede incredula mentre metto accanto a Dam prendendolo per mano.

<Ci sposiamo> rispondo Emre sicuro di se.

<E quando?> chiede nuovamente Dam in modo duro. Sono sicura che questa notizia non l'ha presa così bene.

<A Natale> risponde mia madre facendomi strabuzzare gli occhi.

<E quando diamine avevi intenzione di dirmi che vi state per sposare? Praticamente manca una settimana al matrimonio e voi c'è lo state dicendo solo ora? Cosa aspettavate a dircelo eh? Magari quando vi avremmo già visto con la fede al dito?> chiedo urlando.

<Melek>

<Melek cosa mamma? Quando ho scoperto che stavi uscendo con Emre ci sono rimasta male e ti ricordi del perché?>

<Perché non mi sono fidata a dirtelo prima> risponde sussurrando.

<Sono stata la prima a dirti che meriti di essere felice così come sono stata la prima a sostenerti e tu mi avevi promesso che non mi avresti più nascono niente! Sei andata a New York per recuperare le tue cose e chiudere la faccenda del ristorante non è vero?> chiedo sicura di me. Ora capisco perché tanto mistero da parte sua, la signora qui presente si sposa e non si è degnata neanche di dirmelo prima.

<Si> risponde piano mentre abbasso lo sguardo.

<Facciamo così schifo come figli?> chiede in modo duro.

<Ma cosa dici Günes> si intromette Emre facendomi ridere in modo isterico.

<Smettila di chiamarmi così Emre! Ti voglio tanto bene e ti ho rispettato come un padre ma tu mi hai deluso. Siete abbastanza grandi da decidere cosa fare con le vostre vite ma organizzare il vostro matrimonio senza implicarci mi fa capire che infondo non vi interessa il nostro parere> risponde tristemente. Qui il problema non è il fatto che si stanno sposando ma il fatto che mancano così pochi giorni al matrimonio che ci hanno esclusi in tutto e per tutto.

<Andiamo?> chiede Damon a bassa voce e senza aggiungere altro usciamo da casa mia mano nella mano.

<Te l'avevo detto che Emre è uno stronzo. Lui fa così, dopo un po' inizia ad escludere le persone dalla sua vita> sento Dam mormorare dispiaciuto mentre saliamo in macchina. Avrei fatto a meno della macchina ma se ne ho guidata una da sola posso sopportare salirci nuovamente soprattutto se c'è Dam accanto a me e poi mi deve portare a comprare gli addobbi di natale.

<Mi ricordi perché dobbiamo addobbare casa mia?> chiede irritato.

<Perché avevamo fatto una scommessa ricordi?> chiedo ridacchiando. Stamattina dopo esserci chiariti siamo finiti per stuzzicarci e fare l'amore ma io furba ho scommesso che non avrebbe durato più di 10 minuti mentre lui sosteneva che sarebbe durato di più ma tutto questo era un piano organizzato sul momento nella mia mente. Ero sicura di me per il semplice fatto che lui era eccitato da morire e sapevo che avrei vinto e tutto questo solo per addobbare casa sua.

<Te l'ho già detto tu sei peggio del diavolo ma sappi che quando mento te lo aspetti ti punirò>

<Non vedo l'ora> rispondo con la voce calda mentre appoggio la mano sulla sua gamba.

<Sto guidando Melek e se è possibile vorrei non farci ammazzare> borbotta in modo impacciato.

<Tranquillo per ora farò la brava> rispondo ridacchiando.

<Nom voglio neanche immaginare il dopo allora> rispondo sorridendo. È inutile girarci intorno, ci amiamo tanto ed è normale desiderarci.

<Sei pregata di non comprare tutto il negozio> dice una volta parcheggiata la macchina davanti a centro commerciale.

<Solo l'essenziale giuro> rispondo con il sorriso sulle labbra mentre scendo dalla macchina affiancandolo.

<Vorrei crederci>

<Beh allora credici. Ci servirà l'albero prima di tutto, poi le luci, gli addobbi per l'albero, quelli per la casa, oh e anche quelli per allestire fuori> rispondo su di giri. Non vedo l'ora di addobbare la casa insieme a lui.

<Che Dio mi aiuti> inizia a borbottare quando entrano in uno dei tanti negozi dove vendono addobbi di Natale.

<Dio ti ha aiutato quando hai incontrato me> dico ridacchiando facendolo fermare di colpo.

<Hai ragione sai? Tu sei stata come una regalo che la vita ha voluto farmi> risponde facendomi sorridere felice.

<Che patetici> una voce altamente fastidiosa mi fa storcere il naso disgustata quando mi rendo conto che la persona che ha parlato prima e la mucca Lola.

<Non pensavo che vendessero animali veri per il presepe> borbotto a bassa voce facendo ridere Damon.

<Ti credi sempre migliore ma un giorno ti schiaccerò come un scarafaggio. Divertitevi finché potete>

<Il reparto di psichiatria si trova nell'altra corsia> rispondo semplicemente per poi sorpassarla insieme a Damon.

<Quella è pazza> Damon sottolinea l'ovvio facendomi ridere.

<E solo gelosa e anche pazza> specifico mentre inizio a riempire il carrello con ogni cosa che mi capita sotto mani.

<Non dovevi prendere solo l'essenziale?> chiede Dam sconvolto.

<Infatti questo è l'essenziale, non è colpa mia se non hai neanche una pallina di Natale> rispondo mentre mi abbasso a prendere delle bellissime palline in vetro.

<A dire la verità ne ho due> sussurra piano mentre sento la sua presenza dietro di me.

<Siamo in pubblico Damon> borbotto piano mentre mi rialzo cerando poi di allontanarmi di poco ma lui mi blocca mettendo le sue mani sui miei fianchi.

<Lo so ma vederti piegata a novanta mi ha fatto venire strane idee in mente> mormora al mio orecchio mentre mi attira a lui facendomi sbattere la schiena contro il suo torace.

<Tienile per dopo queste strane idee> rispondo mentre giro la testa guardandolo da sopra la mia spalla.

<Ci puoi giurare> risponde l'attimo prima di baciarmi.

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