Capitolo 1

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Melek

Sin da quando ne ho memoria ogni sera prima di andare a dormire la mamma mi raccontava una storia, una fiaba, un mito, ogni cosa che riguardasse l'amore e forse quella che più mi ha colpito negli anni è stata la storia di Cupido il Dio dell'amore e la bellissima Psiche. Lei una bellissima fanciulla che viene invidiata da Venere, la madre di Cupido e questo la porta a chiedere al figlio di colpire la fanciulla con una delle sue frecce facendola innamorare dell'uomo più brutto della terra. Cupido difronte a tanta bellezza sbaglia il colpo e finisce invece per colpire se stesso innamorandosi perdutamente di Psiche. I due intravedono una relazione di nascosto nel palazzo di Cupido è l'unica richiesta del Dio dell'amore è quella di non voler svelare la sua identità a Psiche e la fanciulla accettò. I due si amavano sempre di più fino a quando una sera la fanciulla curiosa di vedere il volto del suo amato prendete una lampada per osservare la sua bellezza ma Cupido si svegliò e vista tradita la sua fiducia scappò dal palazzo lasciando Psiche da sola. Da piccola non capivo appieno il significato di questo mito ma crescendo mi sono fatta una mia idea. La mamma nonostante mi ha sempre parlato dell'amore lei non è stata così fortunata, non con mio padre perlomeno e forse è grazie al loro rapporto che ho capito quanto in realtà l'amore, avvolte, può far male. Cupido ha ingannato Psiche chiedendogli un compromesso, amarsi senza svelare l'identità e a me sembra un po' come amare a metà e questo mi ha fatto capire che non tutti sono bravi ad amare, almeno no fino in fondo. Il mito di Cupido e Psiche avrà pure un lieto fine ma inizialmente la loro storia, il loro amore è stato basato sulle bugie ed io personalmente non potrei perdonare una persona che tradisce, qualcuno che mente.

<Smettila di sognare ad occhi aperti e datti una mossa, l'aereo di sicuro non aspetta te per decollare> la voce acuta della mamma interrompe i miei pensieri facendomi sobbalzare dalla paura.

<Dovrebbe essere illegale permettere ai genitori di entrare nella stanza dei loro figli in questo modo silenzioso per poi spaventarci a morte> inizio a parlare a vanvera fingendomi più spaventata del normale mentre mi porto una mano all'altezza del cuore.

<Smettila di recitare Melek, non sei più una bambina> risponde mia madre Kiraz con fare di rimprovero.

<Penso che dovrei cambiare accademia sai? Il teatro mi si addice decisamente meglio> informa la mamma cercando di essere più seria possibile.

<Sei troppo melodrammatica Melek, ora, smettila e datti una mossa altrimenti perderai l'aereo> ordina urlando nuovamente facendomi sobbalzare, di nuovo.

<Dio, sembri un generale ogni volta. Non siamo nell'esercito Kiraz Wilson ma sono lo stesso ai suoi ordini> rispondo mentre alzo la mano destra portandola vicino alla fronte come un vero soldato.

<Ah, smettila e datti una mossa> sbotta nuovamente cercando di restare seria ma visto la mia postura è impossibile per questo l'attimo dopo scoppia a ridere.

<Forza pulce è arrivato l'ora di prendere il volo> parla poi con voce calma guardandomi negli occhi.

<So che non vedi l'ora di sbarazzarti di me>

<Oh guarda, non mi mancherà per niente sistemare il caos che lasci ogni volta in giro> risponde ridacchiando mentre afferra il mio borsone per poi seguirmi al piano di sotto dove io già recentemente avevo portato le valigie e dopo una veloce contralta usciamo di casa dirigendoci in macchina.

<Ti manderò ogni giorno una foto della mia stanza incasinata solo per non farti perdere l'abitudine>

<Grazie tesoro ma ne faccio a meno del tuo casino. Promettimi che farai la brava> dice poi diventando seria.

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