Capitolo 57

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Ci avvicinammo ad una porta e osservai dalla finestra minuscola due donne all'interno in quello che sembrava il laboratorio maneggiare con flaconcini e parlare tra di loro.

«Non avevo mai sentito parlare di una purosangue. Immagina se la ragazzina scoprisse che suo nonno-vampiro è stata ucciso in questo posto da noi. E guarda un po'? Prendere non uno ma ben due geni diversi tra la madre e il nonno, chi l'avrebbe mai detto!» Terminò la donna dai capelli biondi ridacchiando e l'altra mora la seguì a ruota.

Spalancai gli occhi e Jake mi fissò con sgomento. Mi ripresi dal mio stato di trance ricordandomi che eravamo in territorio nemico.

«Entriamo?» Sussurrai.

Jake annuì ed entrammo di soppiatto cogliendo di sorpresa le due donne che gridarono di paura.

L'infermiera bionda tentò di correre verso un pulsante rosso ma l'accerchiai giusto in tempo. La riconobbi come quella che mi aveva somministrato l'antidoto e sorrisi.

«Bene, tesoro. Adesso, morirai lentamente nel tuo stesso lurido sangue.» Sussurrai al suo orecchio.

Affondai i miei canini nel suo collo tenendo una mano sulla bocca per evitare che si sentissero i suoi lamenti finché non si mosse più.

La gettai sul pavimento con ribrezzo e mi voltai trovando Jake con la bocca insanguinata e l'infermiera mora ai suoi piedi priva di vita.

Iniziammo a cercare intorno finché un frigorifero trasparente e piccolo non mi saltò all'occhio.

Lo aprii.

Clorpromastina b-12.
Antidoto.

Lessi la dicitura e sorrisi. All'interno del mobile vi erano dieci fiale. Le raccolsi mettendole nelle tasche dei pantaloni non avendo altro posto e uscii da lì dentro insieme a Jake.

«Ehi, voi!»

Una voce ci fece voltare contemporaneamente trovando uno di quei due scimmioni di prima correrci incontro.

«Mai che si possa fare qualcosa con tranquillità.» Borbottò Jake che in un'altra situazione mi avrebbe fatto ridere.

«Corri!» Gridò verso di me Jake all'improvviso.

Iniziammo a correre con quel scimmione alle calcagna che nel frattempo fece suonare l'allarme.

Corremmo per delle scale che sembravano portare al seminterrato trovandoci davanti ad una botola. Jake la aprì e continuammo a correre finché non sentii più nulla sotto i piedi.

Guardai sotto di me vedendo un fiume. Stavamo precipitando da una cazzo di cascata.

Gridai per la paura finché non sentii l'impatto con l'acqua fredda che mi trasportò grazie alla forte corrente.

Cercai di aggrapparmi ad una roccia ma venni staccata con violenza dalla corrente insieme a Jake.

Continuammo ad essere trasportati dalla corrente finché non sentii più nulla.

«Eve

Sentii la voce di Jake ovattata. Iniziai a perdere il contatto con la realtà e i miei occhi iniziarono a farsi pesanti.

«Jake.» Mormorai non capendo cosa mi stesse succedendo.

Durò un attimo.

Gli occhi si chiusero. La lucidità mi abbandonò e caddi in uno sonno profondo, credo.

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