Mi portai una fastidiosa ciocca dietro l'orecchio corrucciando la fronte davanti all'ennesimo file da esaminare.
«Eve!»
La porta si spalancò facendomi sobbalzare. Greice entrò allarmata nell'ufficio.
«C'è l'FBI!»
Strabuzzai gli occhi. Cosa stava succedendo? Avrei visto Jake?
Balzai su' dalla sedia ed uscii dal mio ufficio dirigendomi nell'atrio trovando gli agenti perlustrare il perimetro. Non capii cosa stessero cercando fin quando non vidi uscire il signor Jones dall'ufficio con le manette ai polsi mentre Jake lo teneva da dietro.
«La dichiaro in arresto in merito al crimine commesso. Non faccia resistenza.» Esclamò con voce gutturale che mi fece rabbrividire.
Mi avvicinai a lui con calma e continuai a fissare il suo sguardo di ghiaccio. «Jake . . .» Sussurrai.
Si voltò verso di me e mi guardò confuso. Cedette il signor Jones a due agenti che lo portarono fuori dall'ufficio e rimase a guardarmi insospettito.
«Mi scusi, ci conosciamo?»
Avrei voluto urlare tutto quello che era successo. Dirgli che ci conoscevamo eccome ma ricordai il mio ruolo, il suo e il posto in cui ci trovavamo.
Balbettai non sapendo cosa dire.
«In effetti si chiederà come io sappia il suo nome.» Dissi in imbarazzo.
Iniziai a torturarmi le ciocche dei capelli e mordermi il labbro inferiore per l'ansia.
«Ci siamo tenuti in contatto per un caso che le è stato affidato, la morte di mio padre. Mi dispiace averla disturbata.» Mi affrettai a dire per poi allontanarmi senza dargli il tempo di replicare.
I miei colleghi mormoravano tra loro teorie per le quali il signor Jones fosse stato arrestato ma il mio sguardo era ancora rivolto verso Jake.
I suoi occhi per pochi secondi si fissarono su di me e girai di scatto la testa guardando altrove. Con la coda dell'occhio notai che fu braccato da un suo collega intento a dirgli qualcosa e mi girai nuovamente sentendomi in zona sicura.
«Qual è la tua teoria, Eve?» Sussurrò Greice apparendo al mio fianco.
Le mandai un'occhiata e scrollai le spalle. Il signor Jones era stato tanto carino nei miei confronti che faticavo a credere in un suo arresto.
Però, si sa': ognuno ha degli scheletri nell'armadio.
«Sono indecisa se credere alla voce di chi dice che spacciava droga o che è un serial killer sotto copertura. Queste teorie le trovi tutte lì.» Dissi muovendo il capo verso la marmaglia di colleghi intenti a fissare incuriositi.
«Bene signori, vi chiedo di prestare attenzione a quello che vi dirò. Questo ufficio verrà messo sotto sequestro. Non sappiamo darvi una data certa in cui potrete tornare a lavorare qui. Vi chiedo di non farvi assalire dal panico, questi giorni non verranno tolti dal vostro compenso mensile. Grazie per la collaborazione.» Ascoltai la voce calda e allo stesso tempo autoritaria di Jake.
Si allontanò insieme ad un altro agente mentre degli agenti si avvicinarono a noi per farci sgombrare.
Ci dirigemmo nei nostri rispettivi uffici tra le lamentele di chi non approvava questa scelta e chi invece era felice di avere delle ferie non programmate.
Raccolsi le mie cose ed uscii dall'ufficio. Venni scortata al di fuori insieme agli altri dipendenti.
«Bene, che giornata strana. Mi sarei potuta aspettare di tutto tranne che il signor Jones fosse arrestato e noi in ferie. Questa sera vieni al club?» Sogghignò Greice.
Scossi la testa in segno di negazione e strinsi la borsa sulla spalla. «Mi sento un po' stanca. Credo che ne approfitterò per rilassarmi e recuperare le forze.»
«Signorina Roberts, le posso parlare?»
Il mio viso andò a fuoco appena sentii la voce di Jake e quello di Greice diventò tetro per lo shock.
Mi voltai lentamente trovando a pochi passi Jake fissarmi in attesa di una risposta e senza pensarci annuii per poi salutare Greice che se andò di fretta.

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IL RICHIAMO DELLA ROSA
ChickLitJake Jones è il detective più ambito del Massachusetts: scapolo impenitente, con un aspetto che non passa inosservato e un carattere tanto arrogante quanto magnetico. Con la sua camicia bianca che mette in risalto la sua mascolinità, sembra sempre i...