Capitolo 28

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«Io sono Greice, l'amica e collega di Eve mentre lui è Billy.» Continuò Greice indicando con un cenno di capo Billy che lo salutò con una breve alzata di mano.

«Se non vi dispiace, andrò a bere qualcosa al bancone. È stato un piacere conoscervi.» Esclamò Jake interrompendo il silenzio imbarazzante da parte mia.

Greice riprese il suo posto mentre Jake continuò a fissarmi, il ché mi fece portare il bicchiere alle labbra e bere ignorando il suo sguardo bruciante sulla mia pelle.

Dopo averlo salutato si sedette su uno sgabello del bancone e continuai a lanciargli occhiate di nascosto mentre Greice parlava delle sue disavventure.

«Eve, mi stai ascoltando?» Disse ridacchiando Greice ad un certo punto.

Puntai lo sguardo nei suoi occhi e in quelli di Billy e capì che stavano per scoppiare a ridere davanti alla mia espressione stralunata.

«Certo, Greice!» Mi difesi accavallando una gamba sull'altra.

«Niente male quel Jake, non mi avevi detto che fosse così sexy.» Rispose maliziosa.

Le scoccai un'occhiata di dissenso e bevvi un sorso del mio cocktail. «Perché non è rilevante.» Dissi con una punta di gelosia che scorse pure lei, tanto da cambiare argomento.

Continuai a bere e divertirmi noncurante della presenza fastidiosa e allo stesso tempo eccitante di Jake.
Ero giovane, cavolo se lo ero!
Eppure mi sentivo la nonnina di turno seduta su una poltrona mentre Billy e Greice ballavano in pista.

Beh, Billy più che altro sembrava stesse prendendo la scossa.

Ridacchiai al pensiero e continuai a gustarmi i suoi movimenti goffi. «Il drink sta iniziando a fare effetto, Ms. Roberts?»

Sputacchiai incontrollata il mio cocktail che stavo bevendo fino a pochi secondi fa e puntai gli occhi in quelli di Jake che nel frattempo aveva preso il posto di Greice sulla poltrona.

«Si può sapere cosa vuoi da me?» Sbottai inviperita.

Sbattei il bicchiere sul tavolino talmente forte che per un attimo credetti di romperlo. Puntai nuovamente lo sguardo su Jake, i suoi pettorali non mi sfuggirono appena guizzarono messi in risalto dalle sue braccia incrociate al petto.

«Vorrei redimermi, prima sono stato poco gentile, vorresti ballare, con me?»

Le palpitazioni iniziarono a farsi sentire e le mie mani sudarono più del dovuto tant'è che sentì il bisogno di strofinare i palmi sul vestito. Ballare con Jake sarebbe equivalso a morire dolcemente sotto il suo sguardo malizioso e ingannatore. Avrei potuto sentire e toccare con mano il suo petto che mi tentava e guardare da vicino quelle pagliuzze azzurre.

Per questo risposi. «No.»

Lo vidi bloccarsi per poco, il suo sguardo vacillò nel mio e le sue braccia non più ancorate fra loro tenevano con fermezza i braccioli della poltrona, tanto da far diventare le nocche bianche e il suo respiro irregolare.

«No?» Chiese con sorprendente calma.

Sbattei le ciglia e ingoiai il groppo formatosi il gola. Mi limitai ad annuire e incrociare le dita delle mani posate sulle mie cosce.

Il suo comportamento mi destabilizzò, da ché vidi la rabbia tormentare il suo viso delineato, si liberò in una grossa risata tenendosi, perfino, il palmo di una mano sulla pancia. Lo osservai sbigottita e sbattei le ciglia lunghe pensando di avere un allucinazione.

«Sai, sei divertente!» Esclamò diventando più composto e riassumendo la sua posizione precedente, senza però togliere quel sorriso impertinente.

«È esilarante come tenti di mostrarti indifferente davanti a me. Hai una grande dote da attrice, perché illuderti . . .» - Continuò enfatizzando con le braccia le sue parole. - «. . . faresti schifo come attrice, però ci hai provato ma non ho tempo da perdere con le bambine. Hai fatto male a rifiutare la mia proposta, buona serata, Vee.» Finì alzandosi dalla poltrona con estrema eleganza.

«Il mio nome è Eve, hai capito?» Strillai mentre si allontanava incurante.

«È Eve!» Continuai nonostante mi desse la schiena che presto sparì tra la folla.

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