non puoi seppellire i problemi

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Passarono un paio di giorni da quella chiacchierata con Steve, e tutto procedeva bene. Io stavo bene, Steve anche, i miei voti a scuola miglioravano, ma ogni volta, sembrava che mi mancasse qualcosa, e quel qualcosa era Eddie. Dopo che ci eravamo quasi baciati in camera mia non ci parlammo piú, o almeno, lui non mi parlava più. Io non gli parlavo già per principio, e perché l'avevo promesso a Steve, per farlo stare tranquillo. Era Eddie che non si avvicinava più a me per darmi fastidio, o fare le sue solite battute. Era strano, perché mi ero quasi abituato ad averlo nella mia vita, ma forse era meglio così, e decisi di non pensarci troppo

I giorni passavano, ormai era arrivato giovedì, e come al solito, avevo inglese alla quarta ora: l'unica lezione che avevo con Eddie.

Mi sedetti in classe e lo vidi per la prima volta dopo giorni. Un po'ero felice di vederlo, peccato che poi mi ricordai che dovevamo fare il progetto di inglese insieme. La mia piccola felicità scomparve subito. Va bene che un po'mi mancava, ma non volevo parlargli comunque. Ma dovevo per forza, eravamo compagni.

In quel momento, al solo pensiero che ci saremmo parlati, mi vennero in mente tutte le cose che avrebbe potuto tirare fuori: il bacio, il fazzoletto sporco di sangue, Steve.
Volevo prendere tutte quelle cose e seppellirle a sette metri sotto terra. Nella mia testa, in realtà, l'avevo fatto, ma purtroppo i problemi non si possono seppellire per sempre, perché stai sicuro che dopo un po' riappaiono di nuovo come zombie.

Il mio cervello stava pensando a mille cose, ma dovetti fermarlo, perché il professore stava iniziando la lezione.

Prof: va bene ragazzi, formate le coppie dell'altra volta e continuate il progetto. Poi ci rivediamo domani, e martedì prossimo dovrete consegnarmelo.

Fermai tutti i miei pensieri e mi misi a scrivere, aspettando che Eddie si sedette vicino a me, ma non lo fece, anzi, si avvicinò Jason invece

Jason: hai offeso lo strambo? Perché non lavora con te oggi?

Non risposi sperando che se ne andasse, ma lui continuò a parlare

Jason: ho saputo che ha avuto una discussione accesa con tuo fratello. Riguardo cosa?
Io: non sono affari tuoi
Jason: stai calmo, volevo soltanto sapere se dovessi pestarlo o no

Stavo per rispondere, quando Eddie prese posto vicino a me

Eddie: sparisci. Hai già il tuo compagno

Jason stava per rispondere, ma il professore lo vide e gli disse di sedersi al suo posto. Lui ci guardò male e se ne andò.

Io: grazie

Non rispose, mi prese il quaderno, ed iniziò a scriverci sopra senza guardarmi in faccia. Probabilmente era arrabbiato per me o Steve. Gli avrei dovuto chiedere scusa

Io: comunque scusa per l'altro giorno. Sia da parte mia, che di mio fratello

Lui continuò ad ignorarmi, e Dio, quanto avrei voluto farlo anche io, ma quella sensazione di colpa mi mangiava dentro. 

Io: so che sei arrabbiato, ed hai tutte le ragioni, ma facciamo così: finiamo questo compito, e poi ognuno per la sua, okay?
Eddie: no
Io: no?

Non capivo in che senso no. No, che non voleva parlarmi e basta? Io lo guardavo confuso, e lui posò la penna guardandomi negli occhi

Eddie: so che tuo fratello non vuole che tu parli con me, e mi dispiace se ogni volta ti metto nei casini, ma io non posso ignorare tutto e far finta che non sia mai accaduto. Non posso seppellire i problemi, e nemmeno tu. Non possiamo far finta che quello che sia successo l'altro giorno, non fosse nulla.

Non capivo a cosa si riferisse, ma poi, compresi cosa intendeva: stava parlando del quasi bacio che c'eravamo dati in camera mia.
No, no, era soltanto un errore. Ero semplicemente stanco, ed emozionalmente distrutto con tutto quello che era accaduto. Avevo soltanto bisogno di appoggiarmi a qualcuno, ma questo non significava che mi piacesse Eddie!

cigarettes | Eddie Munsonxmale ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora