mi dispiace di tutto

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Alzai la manica della felpa, e alla fine, glieli mostrai.

I tagli erano ancora rossi e leggermente sanguinanti.
Il braccio era pieno di macchie causate dalla felpa, e non c'era quasi più uno spazio libero. Era pieno di tagli e cicatrici, alcuni più profondi, ed altri più superficiali.

Mi vergognavo di quello che avevo fatto, e tenevo lo sguardo basso, non volevo vedere la reazione di Eddie.

Eddie: Charls...

Aveva la voce rotta e spaventata, sembrava stesse per rimettersi a piangere. Non sapevo cosa dirgli. Volevo cercare di giustificarmi, ma sarebbe stato inutile.

Non avrebbe mai potuto capito.

Sentii che posava il flacone con l'acqua ossigenata, ed alzai gli occhi per vedere cosa stesse facendo. Aveva il capo rivolto dall'altro lato, e le mani che gli coprivano il viso; stava tremando.

Eddie: da quanto?
Io: tre anni...

Tre anni.
Lo facevo da tre anni, e nessuno sapeva nulla. Ormai ci convivevo, era una parte di me. C'erano periodi dove mi tagliavo di più, altri dove lo facevo di meno, sono sempre stato bravo a nasconderli.
Probabilmente qualcuno sospettava che mi tagliassi, ma non ho mai dato prove evidenti, e loro non ne hanno mai avuto la certezza.

Dopo un po', Eddie tornò a guardarmi

Eddie: e non lo sapeva nessuno?

Non risposi, non volevo rispondere.
Erano argomenti di cui non ne avevo mai parlato a voce alta, e di cui non mi ero mai reso realmente conto quanto gravi fossero.
Ma in quel momento, guardando il mio braccio, capii che mi serviva aiuto, e forse Eddie avrebbe potuto darmelo.

Presi l'acqua ossigenata e iniziai a metterla sul braccio, mentre Eddie mi guardava stupito.

Eddie: che stai facendo?
Io: quello che dovresti fare tu. Vuoi aiutarmi o no?

Lui sorrise leggermente alla mia ironia e iniziò a tamponare i tagli con delicatezza. Faceva male e bruciava, però, se faceva star meglio Eddie ne valeva la pena.

Eddie ormai aveva quasi finito di disinfettare il braccio, e nessuno dei due aveva detto una parola. Io non lo guardavo, stringendo i denti per via del dolore, mentre lui era chino su di me cercando di pulire per bene i tagli.
Finito il braccio si alzò, e mi guardò negli occhi.

Eddie: posso farti una domanda un po'scortese, alla quale non devi rispondere per forza?

Annuii, sapendo già cosa voleva chiedermi.

Eddie: perché lo fai?

Ecco la domanda del secolo: "perché lo fai?"
Anche se sapevo già che mi avrebbe posto quella domanda, fui comunque colto di sorpresa, perché non sapevo nemmeno io cosa rispondere.
"Perché ti tagli?", non lo sapevo nemmeno io.
Per me era come chiedere "Perché mangi?", oppure "Perché respiri?". Era diventato qualcosa di così normale per me, che era diventata quasi un abitudine: come mangiare, dormire, respirare, o cose del genere. Era qualcosa che facevo quasi in automatico, alla quale non riuscivo a dare una risposta concreta.

Io: Non lo so sinceramente. Non so nemmeno io il perché lo faccio, lo faccio e basta. Mi fa sentire meglio, oppure, lo uso come sorta di punizione. Mi dispiace tantissimo, lo so, faccio schifo. Io... Io... Io... Non so nemmeno come spiegartelo, perchè non riesco a spiegarlo bene nemmeno a me stesso.

Lo guardai, e iniziai a piangere come una fontana. Lui si avvicinò a me, e mi abbracciò, tenendomi stretto a se, ed io feci lo stesso, come se potesse scivolarmi dalle mani da un momento all'altro.
Io lo amavo, lo amavo tantissimo, e mi fidavo di lui, per questo decisi di aprirgli il mio cuore.

Eddie: scusa
Io: Eddie, di cosa ti staresti scusando?
Eddie: me ne sarei dovuto accorgere prima. Ti ho trattato una schifo più di una volta, perché pensavo fossi uno di quei ragazzi superficiali, e invece...

Non riuscì a finire la frase che tolse il contatto visivo con me.

Io: Eddie... Non credere che questo sia colpa tua. Non è colpa di nessuno tranne che mia. E non iniziare a pensare che non dovresti comportarti in certi modi con me solo per questo. Io ti ho trattato anche peggio

Mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio sulle labbra. Pensavo veramente quello che avevo detto. Non era colpa di nessuno, tranne che mia e della mia testa di cazzo.
Era un mio problema, e gli altri avrebbero potuto aiutarmi fino a un certo punto, ma poi dovevo fare io, perché se no non sarei mai riuscito ad uscire da quel circolo vizioso.

Non volevo nemmeno che mi trassero con dei riguardi perché, ero una sottospecie di disabile. Volevo che mi trattassero come avevano sempre fatto.

Eddie sorrise a quelle parole, e si avvicinò a me per darmi un bacio più lungo, ma sempre delicato.

Eddie: sei bellissimo

Arrossii, mentre lui fece il suo solito sorrisetto.

Eddie: Charls, io voglio dirti che qualsiasi cosa, io sono qui. Per parlarne, sfogarti, prendere a pugni qualcosa o anche urlarmi contro: io sono qui per te.

Quelle parole mi fecero star bene.

A quelle parole, compresi che veramente mi sarei potuto aprire con Eddie, e non mi avrebbe preso come un pazzo. Che tutti i complessi mentali che mi ero fatto fino a quel momento, erano solo complessi, e lui non mi avrebbe mai abbandonato.

Io: Eddie, ti amo

Dissi senza nemmeno pensarci. Mi venne così naturale, che le parole uscirono da sole dalla mia bocca, e mi resi conto di quello che avevo detto solo dopo cinque secondi.

Divenni rosso, e mi coprii la bocca.
Anche Eddie prese lo stesso colorito di un peperone.

"Cosa ho fatto!? Che cretino" pensai.

Mi coprii il viso con le mani, e mi girai dall'altra parte, pensando a tutte le reazioni che avrebbe potuto avere Eddie  in quei prossimi dieci secondi.

Pensai che se ne sarebbe andato senza dire nulla.
Che avrebbe detto a tutti del mio ti amo e dei tagli.
Che mi avrebbe ricoperto di insulti.

Pensai a tutte le reazioni peggiori che Eddie avrebbe potuto avere, ma alla fine, accadde la cosa che mi aspettavo di meno...

Eddie: anche io ti amo Charlie.

Si avvicinò a me, mi tolse le mani dalla faccia e alla fine, mi baciò.


ANGOLO AUTORE
Quanto mi urta che non riesco a fare dei capitoli lunghi uguali. O sono troppo corti o troppo lunghi! 
Mamma mia, comunque per fare alcune parti di questo capitolo c'ho veramente buttato il sangue (specialmente dove Charlie doveva spiegare perchè si tagliasse), perchè, diciamocelo, non c'è mai un solo motivo.

Ah, sappiate che il prossimo capitolo molto probabilmente sarà molto mieloso e spicy (sì, non so come mi escano ste cose).
Words 1034

cigarettes | Eddie Munsonxmale ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora