Quei bellissimi occhi neri

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Non potevo crederci. Se n'era andato così, ed io lo avevo lasciato andare. Guardavo immobile il posto dove avevo visto Eddie non appena qualche minuto prima, senza parole per descrivere quello che provavo. Il vuoto che aveva colmato tornò, ed insieme a lui tornarono anche la rabbia, tristezza e dolore.

Inizia a piangere, per poi iniziare ad urlare. Volevo spaccare tutto, ma lì non c'era niente. Iniziai a correre come un pazzo, urlando a più non posso. Nemmeno da quasi morto potevo avere un po' di pace!

Passò un po', e finalmente mi calmai. Avevo il fiatone per quanto avevo corso e urlato. Mi buttai a terra e iniziai a guardare il vuoto. Ormai avevo preso una decisione; avrei continuato a vivere. Avrei lottato, finchè non sarei tornato da Eddie e gli altri, e avrei fatto di tutto perchè ci riuscissi. Sarei stato male una volta risvegliato dal coma, e avrei dovuto affrontare l'inferno, ma sapevo che non me ne potevo andare così, o almeno non ora. Non era ancora arrivato il momento della mia morte, ma prima o poi me ne sarei andato comunque. Sì, alla fine decisi che forse era meglio abituarli alla mia assenza prima di, bè, morire. 

Prima o poi sarei finalmente morto anche io, ma dovevo pazientare ancora un po'.

A quel punto mi rialzai e decisi che avrei comunicato la mia decisione all'universo, perchè non mi sentivo così vivo da tempo. Non sentivo da settimane quella voglia di combattere, di vivere. Non la sentivo da quando non urlai che non me ne fotteva nulla con Eddie nella foresta. Così decisi di mettere in pratica gli insegnamenti di Eddie e mi rimisi ad urlare.

Io: IO VOGLIO VIVERE! HAI CAPITO MONDO!? IO SOPRAVVIVRò  E RITORNERò DAGLI ALTRI!!

Alzai il terzo dito. Ero deciso. Sarei sopravvissuto, e quando mi mettevo in testa qualcosa, nessuno poteva fermarmi. Sentivo quella voglia di combattere dentro di me crescere sempre di più. La rabbia, la tristezza, il dolore, si stavano trasformando in energia per vivere. Ed è strano dire che mi sentivo vivo quand'ero proprio in fin di vita.

Mi misi a ridere e piangere contemporaneamente, finchè non iniziai a vedere una luca bianca. "Ecco, era arrivato il momento cruciale. Avrei vissuto, o sarei morto?", pensavo, mentre quella forte luce bianca mi investiva completamente, ed io mi facevo avvolgere dal suo calore.


Pochi secondi dopo, ritornò ad essere tutto nero. Mi sentivo intorpidito, non riuscivo a sentire bene nessuno parte del corpo, e le palpebre erano così pesanti che facevo fatica a muoverle. Provai a muovermi piano piano, e iniziai a sentire dei rumori e delle voci provenire da vicino a me.

???: che sta accadendo?
???: si sta muovendo
???: i parametri stanno tornando stabili
???: si sta svegliando!!

Stavo riacquisendo il controllo e la sensibilità del mio corpo. Pian piano iniziai ad aprire leggermente le palpebre, finchè, a un certo punto, mi investì nuovamente una luce, ma questa era più lieve, e non era calda e luminosa come l'altra. 
Aprii finalmente gli occhi, e mi ritrovai davanti Steve, Robin e Dustin. Tutti mi guardavano sorridendo, Steve aveva perfino le lacrime agli occhi.

Io provai a sorridergli di ricambio, ma mi sentivo ancora come se fossi antropizzato e mi faceva tutto un male cane. Provai ad alzare la mano verso Steve, per provare a raggiungerlo, ma non ci riuscii: era come se fosse diventata di piombo. Iniziai a mugugnare per via del dolore, e Steve si avvicinò a me prendendomi la mano.

Steve: hey, hey, non ti sforzare. Sei ancora sotto effetto dei farmaci

Mi guardava, sorridendo come un idiota e con le lacrime che gli rigavano le guance. Dio, non mi ero mai reso conto quanto gli volessi bene, e quanto fossi felice di vederlo. Gli sorrisi di nuovo, e lui mi abbracciò, stringendomi fortissimo.

Steve: non provare a lasciarmi mai più, okay?
io: okay

Mi disse sottovoce all'orecchio. 
Dopo un paio di secondi si aggiunsero all'abbraccio anche Robin e Dustin, ed ero felicissimo di vederli. Come avevo potuto pensare anche solo per un momento di abbandonarli? Li guardai tutti sorridendo, non riuscivo a smettere di sorridere, anche se faceva male. Ero felice, ero felicissimo di riaverli di nuovo qui con me. Li guardai uno ad uno, e solo in quel momento notai la mancanza di una persona: Eddie.

Io: dov'è Eddie?

Riuscii soltanto a dire. Smisi di sorridere, e il mio sguardo si fece più serio. Subito sui miei amici comparve un espressione interrogativa e iniziarono a guardarsi tra di loro, notando solo ora l'assenza del moro.

Dustin: era qui fino a 10 minuti fa, credo sia uscito fuori a fumare
Io: potreste andare a chiamarlo?

Ma non servì, perchè proprio in quel momento Eddie varcò la soglia della porta della mia camera.

Ci fù un minuto di silenzio, dove nessuno si muoveva, e tutti i rumori esterni si erano cancellati. In quel momento c'eravamo solo io e lui.  Ci guardavamo negli occhi, quasi senza fiatare o muovere un solo muscolo. Quei bellissimi occhi neri che prima erano spenti, vidi accendersi una fiamma dentro di essi. 
Li guardai, memorizzando ogni piccola caratteristica: le iridi nere che si univano alla pupilla, quei piccoli lineamenti marrone chiaro, la luce della stanza che rifletteva dentro quei due laghi neri.

Guardai quei grandi occhi neri, imprimendoli nella mia mente, perchè non volevo mai dimenticarmeli.

Eddie sorrise, e le lacrime iniziarono a cadergli sul viso. Si avvicinò lentamente a me, come se avesse paura di star sognando e che tutto sarebbe sparito in un battito di ciglia, ma si sbagliava, non era un sogno. Mi prese la mano, e non appena realizzò che ero reale, che ero ancora in vita, si fiondò nelle mie braccia e mi strinse in un abbraccio. Io feci lo stesso, e iniziai a piangere anche io. Restammo così per alcuni secondi, finchè, non si staccò dall'abbraccio e mi baciò, e dio quanto mi era mancato quel contatto con lui. Quanto mi era mancato il suo odore amarognolo, i suoi capelli lunghi e ricci, le sue labbra sottili, i suoi lunghi baci, il suo odore di sigaretta, il suo sarcasmo, il suo tutto. Dio quanto mi era mancato. 

Eddie: non lasciarmi mai più

Mi disse a fior di labbra staccandosi da quel bacio

Io: te lo prometto

Dissi, e lo baciai ancora, ancora e ancora, perchè non mi volevo mai più privare di quel suo bellissimo bacio.







Ma purtroppo dovetti farlo.

                                                                                                                             FINE (?)

cigarettes | Eddie Munsonxmale ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora