Arrivai a scuola, e feci tutte le mie classi fino all'ora di pranzo. Sinceramente non avevo sentito quasi nulla di quello che spiegavano i professori. Ero troppo concentrato su quello che era accaduto con Eddie. Dopo tutto quello che stavo passando non mi serviva che si ci mettesse anche lui, con le sue strane domande e il comportamento alquanto insolito nei miei confronti. Non avevo mai calcolato Eddie, pensavo semplicemente che fosse strano, e lui non aveva mai calcolato me. Allora perché di punto in bianco mi dava così tante attenzioni? Perché mi faceva battutine e mi prendeva in giro, ma a lo stesso tempo sembrava gentile? Lo dovevo scoprire. Lo dovevo scoprire perchè non riuscivo a sopportare che quando mi stava vicino non riuscivo a pensare lucidamente, che mi mandasse in confusione. Nessuno mi aveva mai fatto sentire così, e lo odiavo per questo. Però, mi attraeva il suo modo di fare, quel suo sottospecie di flirt ironico con me, che faceva apposta per mandarmi nel pallone. Eddie Munson era un maledetto punto interrogativo, ed ero troppo curioso di scoprire cosa ci fosse dietro a quel suo sorriso beffardo. Va bene, forse, sarebbe stato meglio farmi i fatti miei ed ignorarlo, ma non c'è la facevo. Ormai l'avevo presa come una sfida. Il gioco era iniziato, ed avevo già un idea in mente per rendergli pan per focaccia e provare a scovare qualcosa.
Attuai il mio piano a pranzo. Di solito mi sedevo con alcuni ragazzi della mia classe, ma quel giorno no, mi sedetti al tavolo dell'hellfire club, il club di Eddie. Lo feci per due motivi: dargli fastidio e per cercare informazioni. Così presi il mio vassoio e mi diressi lì, dove erano seduti Mike, Dustin e alcuni ragazzi più grandi che non conoscevo. Di Eddie però nessuna traccia. Mi sedetti vicino a Dustin senza dire nulla e iniziai a mangiare. Erano tutti alquanto sorpresi dalla mia presenza, perfino Dustin, che mi salutò abbastanza spaventato. Non credo si sarebbero mai aspettati che "il ragazzo prodigio" si sedesse al tavolo degli squinternati della Hawkings High school, ma come si dice, i miracoli accadono.
Dustin: hey Charls
Io: ciao Dustin, Mike
Dustin: che ci fai qui? Non pranzi con i tuoi amici?
Io: non oggi, non ne avevo vogliaGli altri continuavano a guardarmi storto, ma si facevano i fatti loro, mentre Dustin e Mike sapevano perfettamente che non ero lì senza un motivo.
Mike: Charls, tutto bene? Sei sicuro che non ti senti male? Non ti sei mai voluto sedere qui con noi
Io: ho cambiato idea, ed io cambio idea molto spesso. Comunque che fine ha fatto Eddie? Oggi non c'è?A quel punto Dustin fece un sorrisetto malefico e io gli tirai un pugno, sapevo già cosa stava per dire.
Dustin: ahhh, ecco perché ti sei seduto qui: cerchi Eddie. Beh, non so nemmeno io dov'è. Credo sia in punizione perché è entrato in ritardo
Che idiota, chissà che aveva fatto dopo che me n'ero andato.
Io: non sono qui per lui, diciamo
Dustin: lo sapevo!
Io: zitto, mi servono informazioniAbbassai la voce sperando che gli altri non mi sentissero e mi misi tra Mike e Dustin.
Io: quel maledetto di Munson mi sta facendo andare fuori di testa. Prima si comporta in modo dolce, poi fa lo stronzo e dice che mi odiava. Non so se voi sapete qualcosa, ma se è così vi conviene dirmelo
Dustin: il fatto che non gli sei tanto simpatico è vero, o almeno, prima di sabato. Però non so nulla sinceramente.Inutili erano completamente inutili. Non sapevano nulla, o almeno così credevo. Notai Mike che sembrava stesse sudando freddo e non la smetteva di giocherellare col suo cibo. Lo guardai, lui mi notò e si girò dall'altra parte
Io: che mi nascondete?
Dustin: nulla
Io: allora perché Mike è così strano?Mi girai verso Dustin e anche lui stava andando nel panico. Era diventato rosso e nemmeno lui mi guardava negli occhi. Era ovvio che sapevano qualcosa, ma non volevano farmelo sapere.
STAI LEGGENDO
cigarettes | Eddie Munsonxmale oc
Fanfic"Perché ti importa tanto dell'opinione degli altri?" Eravamo seduti sull'erba a fumare quando Eddie mi fece quella domanda, che mi lasciò alquanto spiazzato. Non sapevo bene cosa rispondere, perchè, nemmeno io lo sapevo con certezza. "Non voglio del...