Steve ha mentito

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Come al solito le ore di lezione passarono lentamente, e finalmente arrivò l'ora di pranzo. Uscii dall'edificio e mi diressi al tavolo da picnic, dove il giorno prima avevo avuto quello strano incontro con Eddie. Ero ansioso di sapere cosa avrebbe detto. Se avrebbe confermato la versione di Steve, se volesse soltanto mandarmi a fanculo, se mi avesse raccontato altre cose. La mia testa creava decine e decine di scenari, uno più irrealistico dell'altro. Tipo che in realtà Eddie era un vampiro e avesse succhiato il sangue di quella ragazza. Chissà, tutto è possibile nella vita. Avanzai nel bosco fino a ritrovarmi al tavolo di legno marcio, dove c'era già Eddie che come al suo solito fumava. Appena lo vidi, tutti i miei pensieri scomparvero, e non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Le mie gambe non si reggevano in piedi, e il mio cuore batteva a mille, per non so quale motivo. Perchè mi sentivo così? Avevo paura? Paura di lui? Paura che potesse farmi del male? O forse non volevo sapere la verità, e avrei dovuto dovuto dare retta a Steve. Stavo per tornare indietro, preso dalla paura, quando mi vide. Ormai era troppo tardi. Non mi salutò, ne nulla, mi guardava soltanto. Non sapevo che fare. Mi avvicinai a lui, e mi sedetti dall'altro lato del tavolo, mentre lui mi continuava a fissare e basta, senza proferire parola.

Io: perchè hai voluto che ci incontrassimo proprio qui?
Eddie: per stare lontani da orecchie e occhi indiscreti. Allora, cosa vuoi sapere?
Io: tutto. Perchè ti comporti così con me? Che è successo alla festa di Steve? Cos'è successo sabato?

Lo guardavo deciso. Volevo sapere cos'era accaduto. Volevo delle fottute risposte, e lui me le avrebbe date, pur di perdere le ore del pomeriggio o di stare lì tutta la notte. Io avrei avuto delle maledette risposte.

Eddie: alla festa di Steve? Credo tu debba rinfrescarmi un po' la memoria. Sono stato a tante feste, sai

Stava bluffando. Come non poteva ricordarsi una festa, dove aveva quasi mandato in overdose una ragazza? Ma glielo raccontai comunque. Gli dissi tutto quello che mi aveva detto Steve, per filo e per segno. Lui mi guardava, con un espressione indecifrabile. Non capivo se era stupito, triste, arrabbiato. Era un maledetto punto interrogativo. Finii la storiella e lui la sigaretta. Ora toccava a lui parlare.

Eddie: bene, cosa vuoi che ti dica?
Io: voglio sapere la verità. Voglio sapere se è vero quello che mi ha detto Steve, oppure se c'è un'altra versione dei fatti.

Lui mi guardò, sorridendo leggermente, ma con falsità

Eddie: quindi; credi che tuo fratello ti abbia mentito?
Io: cosa? No!

Non credevo che Steve mi avesse mentito, è solo che... C'era qualcosa che non tornava. Era come se ci fosse un pezzo mancante, ma non riuscivo a capire qual era, e forse, quel pezzo era proprio Eddie

Eddie: allora perchè sei qui da me? Non vuoi credere che io abbia fatto una cosa del genere? Non vuoi credere a tuo fratello? Cosa vuoi che ti dica!? Che tuo fratello ti ha mentito spudoratamente!?

Si era leggermente alzato dalla panca. Stava urlando, era arrabbiato. Aveva le lacrime agli occhi e le pupille ristrette, sembrava stesse per piangere. Si sedette e si accese un altra sigaretta, per calmarsi un momento. Io lo guardavo mentre il fumo usciva dalle sue labbra rosee, non sapendo cosa dire. Che intendeva con "Tuo fratello ti ha mentito"? Su cosa? Lo fissavo, ancora più confuso di prima.

Eddie: senti, scusa se ho alzato la voce, ma posso assicurarti che non ho venduto io la droga a quella ragazza. Mi dispiace dirtelo ma tuo fratello ti ha mentito, e non solo su questo
Io: aspetta, su cos'altro mi ha mentito?

Lui non rispose a quella domanda. Iniziò a prendere le sue cose, mentre io lo fissavo, non capendo nulla.

Io: Munson, su cos'altro mi ha mentito mio fratello?

Nessuna risposta. Perchè non mi rispondeva!? Stava per andarsene, ma io lo presi per la manica della giacca. Fu abbastanza sorpreso da quel gesto, e in parte anche io lo ero. Ma in quel momento, tutto quello che pensavo era che volevo una cazzo di risposta. Non poteva dire una cosa del genere e poi andarsene così

Io: rispondimi
Eddie: fattelo dire dal tuo adorato fratellino

Tolse la mia mano dalla sua giacca, e se ne andò, lasciandomi lì con ancora più domande per la testa.

Ritornai a scuola, e non vidi Eddie da nessuna parte. Probabilmente se n'era andato o si stava nascondendo da me. A quanto pare i ruoli ora si erano scambiati. Non era più lui che perseguitava me, ma bensì il contrario. Alla fine, dato che parlare con Eddie non era servito a nulla, decisi che avrei chiesto a Steve; anche se non sapevo quanto poteva essere sincero. Probabilmente la cosa più semplice era fottermene e basta. Eddie sicuramente non mi avrebbe più parlato, e non avrei mai saputo cos'era accaduto alla festa di Steve e sabato sera, ma sempre meglio che torturami così, in cerca di risposte da due teste di cazzo come loro.
Ero uscito dalla scuola, e mi stavo dirigendo verso l'auto di Steve, quando all'improvviso, vidi Eddie sbucare da un uscita secondaria e dirigersi verso di lui. Decisi di non avvicinarmi. Volevo vedere cosa stava accadendo. Mi appostai dietro un auto, così da riuscire a vederli, e provai a sentire la loro conversazione. Eddie si avvicinò all'auto e bussò al finestrino. Steve lo notò e scese dalla macchina, sembrava già pronto a pestarlo

Steve: Munson che vuoi?
Eddie: perchè hai detto una palla a Charlie?
Steve: di che parli?
Eddie: lo sai benissimo di che parlo, mi ha raccontato tutto

"Steve mi avrebbe ucciso", pensai. Steve provò ancora a far finta di nulla, ma Eddie insisteva. Sembravano entrambi arrabbiati

Steve: non so di cosa stai parlando, e comunque, ti ho già detto di stargli lontano
Eddie: lo sai benissimo invece. Gli hai raccontato che ho quasi ucciso una ragazza a una delle tue stupide feste

Steve rimase immobile. Non sapeva cosa dire, mentre Eddie si stava arrabbiando ancora di più

Steve: io...
Eddie: io cosa? Non potevi dirgli la verità? Che in realtà non c'è mai stata nessuna festa, ed eri tu quello che stava per andare in overdose?

Ora ero io quello che non sapeva che dire. Forse era meglio non saperla la verità in fin dei conti.

Steve: Eddie, mi dispiace, ma dopo sabato ho avuto davvero paura per lui

Eddie lo guardava disgustato, lo voleva far esplodere con la mente

Eddie: allora perché non gli hai detto la verità? Che non vuoi finisca come te! Perché non ammetti che sei stato tu a esagerare, e non sono stato io. Hai sempre dato la colpa a me per quello che è accaduto! Perché non riesci a prenderti le tue responsabilità del cazzo!?

Steve si stette zitto, ma Eddie no

Eddie: E pensa che ti ho perfino parato il culo con lui. Non si merita che gli si menti, specialmente da te, che dovresti essere suo fratello

Steve stava per rispondergli, ma Eddie se n'era già andato, lasciando di pietra sia me che lui. Cosa cazzo stava succedendo?

ANGOLO AUTORE
Yoo, è iniziata la scuola eh? Non mi sembra vero. Io domani andrò in un nuovo liceo, e sto morendo d'ansia. Anyway, Ecco a voi la nuova parte, spero soltanto che riuscirò a pubblicare ora che è iniziato l'inferno

Words 1243

cigarettes | Eddie Munsonxmale ocDove le storie prendono vita. Scoprilo ora