Due settimane volarono dopo la nascita di Haesoo, in una routine piuttosto monotona per tutta la famigliola.Yoongi ogni mattina si svegliava, dava da mangiare al neonato, preparava la colazione in attesa che il compagno si svegliasse, mangiava, teneva compagnia al figlio, e quando questo si addormentava si metteva a lavorare un po', fino a quando Jimin scendeva al piano di sotto, mangiava e andava dall'alfa.
Così arrivava il pranzo, poi la cena, e ogni giorno si ripeteva in un loop infinito.
Ma non quel giorno, quel soleggiato venerdì Yoongi sarebbe dovuto partire per Daegu con Haesoo, ma non con Jimin, perché quest'ultimo aveva talmente insistito per rimanere a casa a riposarsi che il rapper non sapeva più come opporsi.
Ma ci provò un'ultima volta.
«Jiminie... non voglio lasciarti da solo per una settimana, non mentre sei così stanco. E poi siamo una famiglia cazzo, dovremmo fare tutto insieme»
Non voleva davvero partire senza di lui, non voleva e sentiva che non fosse la cosa giusta, una sorta di sesto senso gli stava dicendo di non andare senza Jimin.
Ma conosceva bene il biondo, e sapeva che non si sarebbe smosso nemmeno se glielo avesse chiesto una divinità.
«Yoongi-ah, stai tranquillo, io sto qui a casa a riposarmi tutto il tempo, te lo giuro. Niente lavoro, niente stress, me ne sto buono buono come ha detto la dottoressa, così quando tornate sarò tornato pienamente in forma»
Il più grande sospirò, posandogli un bacio sulla fronte «Sai che mi preoccupo, lasciarti qua da solo non mi fa stare sicuro, se succede qualcosa? Se scivoli? Se cadi in doccia e perdi sensi? Che cazzo fai? Se non sono qu-».
Il biondo gli prese il volto tra le mani, fissandolo «Yoongi, amore della mia vita, se cadessi in doccia anche con te in casa non sentiresti il rumore, perché i muri sono spessi e tu sei un vecchio sordo, no, non dire di no perché lo sei, almeno nell'anima. Quindi davvero, una settimana non è tanto lunga infondo, mi rilasserò, magari chiamo Taehyung e Kook».
Yoongi sospirò ancora, annuendo leggermente per poi posare il capo sulla spalla dell'omega, che si mise ad accarezzargli i soffici capelli scuri: «Eddai amore... starete bene senza di me, ve la caverete».
«Sì, ma tu te la caverai senza di noi? Questa è la vera domanda»
«Yoongi, mi conosci, sono la persona più indipendente di questa terra, non è un problema stare da solo per me, ma per te sì quindi vai a Daegu con Haesoo, fai contenti i nostri genitori e siamo apposto»
Infondo aveva ragione, o almeno questo pensava la mente dell'alfa, già con la valigia in macchina e il figlio nel passeggino da mettere in macchina, e poi nel jet per avere più privacy.
Avevano spesso parlato di come mantenere la riservatezza per il loro bambino, e avevano deciso che sarebbe stata una priorità, sicuramente avrebbero aggiornato i fan sulla crescita di Haesoo, sopratutto Yoongi con Twitter.
Ma avevano messo al primo posto la privacy dai paparazzi, che per fortuna non erano mai stati un enorme problema per i due, almeno non in Corea. Tuttavia ogni tanto qualche foto scattata mentre erano fuori veniva postata, il che -almeno secondo il maggiore- era una cosa insopportabile, Jimin invece ci aveva fatto l'abitudine.
Infondo lui viveva sotto i riflettori delle passerelle da quando aveva appena diciotto anni: era fatto per la vita da celebrità.
Haesoo avrebbe avuto una vita tranquilla, questo si erano ripromessi: niente situazioni disagevoli, niente drammi, niente paparazzi, e sopratutto niente mirino mediatico.
«Non posso smuoverti dalla tua decisione, lo sappiamo bene entrambi. Hai vinto Jimin, andremo via senza di te» si arrese finalmente, sbuffando e allontanandosi di pochi centimetri, mentre teneva in mano la culla portatile col figlio dentro.
Non era felice di tutto quello, anzi.
Jimin lo notò subito, e per questo gli accarezzò una spalla «Eddai Hyung... non è poi così grave».
L'alfa si scansò bruscamente «Per me lo è, te l'ho detto spesso infatti che sarebbe stato importante per me fare questo piccolo viaggio di famiglia, cazzo!».
«Fantastico, quindi ora è colpa mia che stavo morendo in una sala operatoria: perdonami se ho bisogno di tempo per riprendermi» rispose il biondo scosso, allontanandosi leggermente dal compagno: non poteva credere che avesse detto una cosa simile.
Yoongi però era stato in silenzio per troppo tempo, aveva bisogno di sfogarsi, e lo fece.
«Non tirare fuori la carta del parto ora, so che sei stato male, ho visto quanto dolore hai provato, ma stai meglio ora! La dottoressa ha detto che puoi tranquillamente viaggiare e riprendere la vita di sempre. Sei tu che non vuoi tornare quello di sempre, cazzo!»«Perdonami?! Tu non puoi sapere se sto meglio o no, sono io che lo sento come sto, non tu, non la dottoressa! Io non ho forze, sono costantemente esausto, non è che non voglia venire: è che non ce la faccio»
Si guardarono negli occhi per un minuto, prima che Yoongi disse la cosa che fece scoppiare una bomba, una bomba che avrebbe rivelato la sua esplosione col tempo, una bomba subdola, a sorpresa.
«È ora che tu la smetta di essere così egoista, inizia a mettere qualcun altro al primo posto, per una singola volta nella tua stra cazzo di vita»
Jimin sentì quella semplice frase schiantarsi nel suo cervello, come se lo avesse fatto spegnere per un istante, non poteva davvero credere al fatto che Yoongi pensasse questo, era a dir poco scioccante la poca fiducia e comprensione presente.
Per questo si diresse verso le scale, pronunciando un breve e duro "vaffanculo, Yoongi", sparì dietro la parete, al piano superiore, senza nemmeno salutare il figlio: era stato troppo.Il maggiore rimase spiazzato, fermo a meditare per cercare di capire cosa fosse successo nel giro di così pochi minuti. Ma non era una persona disposta a cedere, almeno non in quel momento: strinse la culla in mano, prese la giacca e si diresse a passo veloce e deciso verso il portone del grande garage.
Salì in macchina con Haesoo, arrivò fino alla fine del viale, un pensiero fulmineo si fece spazio nella sua mente, un pensiero che gli diceva di scendere, scusarsi e baciare Jimin come si doveva. Non lo fece però, anzi, premette il piede prima sulla frizione, poi sull'acceleratore, e partì.
Non si voltò indietro, non ebbe il rimorso di non averlo fatto, almeno non fino a una settimana dopo, ma questo il povero uomo ancora non lo sapeva, solo il destino era a conoscenza della crudeltà che era in serbo per lui.
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𝘏𝘢𝘣𝘪𝘵𝘴 || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction«Yoongi, aspettiamo un bambino» disse il biondo, sentendosi le mani sempre più sudate ad ogni secondo che passava. Yoongi strabuzzò gli occhi: «Come scusa?». Non si tornava decisamente indietro dopo quello. ♡ omegaverse ♡ ♡ yoonmin ♡ ♡ mpre...