~ Capitolo 2

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Il paesaggio londinese scorreva velocemente fuori dal finestrino del suv nero che stava riportando il Principe Percy a palazzo, la casa dov'era cresciuto e che aveva lasciato per seguire il sogno di aiutare più persone possibili.

Infatti negli ultimi sette anni Percy aveva vissuto in Africa, dedicandosi alle associazioni benefiche che aveva creato per cercare di garantire alle famiglie dei Paesi del Terzo Mondo una vita migliore.

Senza dubbio laggiù si era divertito, si era fatto dei nuovi amici e aveva lasciato un pezzo di cuore in ogni Stato dove andava. Sfortunatamente per lui però anche le cose belle hanno una fine, proprio per questo era stato richiamato a Palazzo con una certa urgenza: era il principe ereditario e ormai aveva compiuto 25 anni, era arrivato il momento per lui di adempiere ai doveri reali e prepararsi per l'imminente incoronazione. Ovviamente non avrebbe mai sputato sopra la corona, era abbastanza pronto ad essere Re e la carica, decisamente importante, lo avrebbe aiutato ad aiutare ancora più persone rispetto ad adesso.

Erano questi i pensieri che tempestavano la mente di Percy mentre era seduto sul sedili posteriori della vettura, aspettando con ansia di tornare a casa. Accanto a lui aveva i suoi migliori amici: Grover Underwood, figlio del più fidato consigliere di palazzo di Re Poseidone nonché compagno di avventure di Percy da quando entrambi erano molto piccoli, e Jason Grace, una guardia del palazzo che casualmente ricopriva anche il ruolo di grande amico del principe e pertanto era una sorta di guardia del corpo ravvicinata, o almeno quelle erano le disposizioni ufficiali. La vera guardia del corpo del Principe in realtà era Argo, un uomo robusto e che non parlava mai. Nulla sfuggiva alla sua vista, come se avesse occhi sparsi lungo tutto il corpo, per questo i ragazzi condividevano l'esilarante teoria che avesse un occhio anche sulla punta della lingua e che non gli piacesse mostrarla.

Le menti di tutti e tre i ragazzi tornarono alla realtà appena la macchina sorpassò un cancello enorme in oro e ferro battuto, che si chiuse immediatamente dopo il loro ingresso, e si fermò sulla strada sterrata davanti alle scale del castello.

"Beh casa dolce casa." Si ritrovò a dire Percy guardando i suoi amici uno alla volta, cercando di ignorare il nodo che gli strinse improvvisamente lo stomaco. Insomma, di cosa aveva paura?

Teoricamente tutti in quel posto lavoravano per lui, era casa sua e... E lui si sentiva un estraneo. Certo avere i suoi amici accanto lo stava decisamente aiutando ma era come tornare e vedere tutto cambiato. Aveva visto la sua famiglia negli anni, erano venuti a trovarlo più volte. Però lui a palazzo non era mai tornato, preso dal suo lavoro in Africa.

Una giovane donna portoricana che indossava un tailleur viola e oro e portava i lunghi capelli neri legati in una spessa treccia decisamente tirata, che Percy identificò come Reyna, si avvicinò al piccolo gruppo e fece un leggero inchino appena arrivò davanti al principe.

"Vostra Altezza le auguro un lieto bentornato. Le sarei grata se volesse seguirmi, sono stata incaricata di scortarla fino alla sua stanza in modo da illustrarle i piani per il Ballo." Disse con una voce rispettosa, come se non gli stesse dando un ordine visto che non ne aveva la carica ma gli consigliasse caldamente di fare tutto ciò che diceva.

Percy diede una pacca sulla spalla a Jason e Grover e iniziò a camminare verso lo scalone, sistemandosi il bavero della giacca.

"Ci vediamo più tardi ragazzi, a quanto pare sono appena tornato e ho già degli impegni."

Reyna fece un cenno verso i due e poi seguì Percy, affiancandosi velocemente a lui e iniziando a parlare, seguita subito dopo da Argo.

Una volta entrati a palazzo finalmente i tre vennero investiti dal calore dato dal riscaldamento, decisamente necessario nel periodo invernale. Subito il Principe si fece prendere un po' dalla nostalgia del calore presente tutto l'anno a cui era stato abituato, non che potesse dirlo a qualcuno. Credeva che nessuno potesse capirlo in quel momento, così preferì tacere e camminare accanto a Reyna in silenzio, cercando di ascoltarla il più possibile. Del resto stava solo cercando di fare il proprio lavoro, non era colpa sua se ora lui si trovava lì.

Royal Highness ~ Percabeth AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora