~ Capitolo 25

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Purtroppo per Annabeth e Percy quella sarebbe stata l'ultima mattina che avrebbero passato insieme. Certo erano entrambi felici di aver avuto la possibilità di vedersi dopo un bel po', specialmente dopo le piccole divergenze che avevano avuto, ma sembrava che il tempo insieme non fosse davvero mai abbastanza. Non restava quindi altro da fare che sfruttare tutte le ore che restavano.

Ovviamente si erano dati appuntamento per vedersi il prima possibile e fare colazione fuori, in un posto che Annabeth aveva scelto pensando anche allo spostamento che avevano da fare dopo. Infatti, come se già la scarsa quantità di tempo non fosse abbastanza, la bionda avrebbe dovuto lavorare e girare la scena che lei e la produzione rimandavano da tempo: quella del bacio con Luke.
Non era che avesse un problema in particolare con il ragazzo, forse era anche un tipo a posto, ma continuava a chiederle con insistenza di uscire e stava iniziando a diventare sempre meno gentile nei suoi confronti. Se non altro non mancava troppo alla fine delle riprese quindi una volta finite quelle Annabeth avrebbe visto Luke soltanto ad eventi obbligatori, o almeno così sperava. E per fortuna quel giorno Percy sarebbe stato con lei quindi forse il biondo si sarebbe tenuto alla larga.

Non si poteva dire che il fatto che Percy avesse accettato di accompagnarla alle riprese fosse una sorpresa. Del resto il Principe avrebbe fatto di tutto per Annabeth e per passare più tempo possibile con lei. In realtà se Percy doveva proprio essere sincero in un primo momento ci era rimasto abbastanza male per il fatto che la ragazza non avesse cancellato i suoi piani giusto per il piacere di passare più tempo con lui, però il buonsenso aveva subito avuto la meglio: Annabeth aveva una vita al di fuori di lui e non avrebbe potuto cancellare qualcosa di così importante come il lavoro solo per un suo capriccio. E così almeno avrebbe avuto la possibilità di vederla recitare dal vivo, cosa per cui non vedeva assolutamente l'ora.

Il fresco mattino di New York si faceva sentire oltre agli strati della giacca di Annabeth, facendola quasi rabbrividire nonostante il suo cappotto. La ragazza infatti era ovviamente arrivata in anticipo, come suo solito del resto, e ora si ritrovava a dover aspettare l'arrivo del Principe da sola. Percy le aveva assicurato poco prima che sarebbe arrivato entro breve e la bionda era sinceramente convinta che ci sarebbe voluto più di quel che pensasse. Se non altro quel giorno aveva provveduto ad un travestimento migliore di quello dello scorso pomeriggio, giusto per evitare troppi intoppi. O meglio, quella mattina prima di uscire di casa le era venuto in mente un regalo che le era stato fatto dal padre biologico nel periodo in cui stava cercando di farsi perdonare: un vecchio cappellino degli Yankees che apparteneva a sua madre. Probabilmente non era nulla di speciale ma in quel momento le era sembrato di fare passi da gigante con Frederick. E se non altro era un travestimento sufficiente a nascondere il suo viso per celarla agli occhi dei passanti che già infestavano le strade di New York.

Straordinariamente rispetto alle aspettative di Annabeth, Percy arrivò effettivamente con pochissimo ritardo e con uno smagliante sorriso sul viso mentre la raggiungeva all'entrata del bar che la ragazza aveva scelto.
"Buongiorno Beth!" Esclamò lui con voce allegra e squillante, cosa insolita per qualcuno la mattina. Se qualche anno prima qualcuno avesse detto a Percy che un giorno si sarebbe svegliato di mattina presto, con anche la stanchezza del fuso orario, sprizzando allegria da tutti i pori probabilmente gli avrebbe dato del pazzo. Ora invece non riusciva ad immaginarsi di essere altrove, sembrava solo giusto essere con Annabeth e la sola idea di vederla lo rendeva a dir poco euforico.
La bionda, che ricambiava il sentimento con meno allegria per via della mancanza di caffeina nel proprio corpo, alzò semplicemente un sopracciglio dubbiosa e lo guardò negli occhi.
"Beth?" Chiese perplessa. Di solito non le piacevano per nulla i soprannomi ma stranamente essere chiamata così da Percy non le dava affatto fastidio.
"Sì sai, per abbreviare. Del resto tu mi chiami Percy. Mi sembrava solo equo." Le rispose il ragazzo con ancora il sorriso sulle labbra, pensava che nulla avrebbe potuto rovinare quella mattinata.
"Non mi piacciono i soprannomi." Disse lei per le rime, notando solo in quel momento Argo e Clarisse a pochi metri da loro che si guardavano in giro.
"A nessuno piacciono, è questo il punto dei soprannomi. Ma se proprio Beth ti infastidisce posso pensare a qualcosa di diverso." Concluse Percy con un ragionamento che non faceva una piega, prima di prendere la ragazza per mano ed entrare nel locale, senza di fatto darle il tempo di controbattere nuovamente.

Royal Highness ~ Percabeth AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora