Un leggero rumore metallico prodotto da alcuni macchinari si faceva sempre più chiaro all'orecchio di Annabeth, quasi come se si stesse avvicinando.
Le faceva male la testa, terribilmente, quasi come se la avesse sbattuta violentemente contro qualcosa, o forse era davvero così. Mano a mano stava anche recuperando il controllo del proprio corpo quindi, dopo quelli che potevano essere pochi istanti come pochi giorni, riuscì ad aprire gli occhi leggermente, sentendo quasi subito il bisogno di chiuderli per via della pesante luce bianca che le stava invadendo la vista.
Lentamente tutto quello che si trovava intorno a lei riprese a farsi più chiaro e comprensibile.
Riusciva a sentire chiaramente la voce di Piper non molto lontana da lei parlare con qualcun'altro nella stanza, una calda e familiare voce maschile.
Annabeth prese coraggio e alzò il braccio, strofinandosi gli occhi con la mano e aprendoli nuovamente, abituandosi finalmente alla luce.
La stanza che le apparve intorno era chiaramente d'ospedale, la finestra sulla sua sinistra, che probabilmente dava su un corridoio, era stata finemente oscurata mentre quella sulla destra offriva una visione non esattamente piacevole di un parcheggio e del cielo grigio.
Il suo letto era bianco e ricoperto da un lenzuolo azzurro, probabilmente il tutto faceva pandan con il suo camice a pois.
Il fastidioso bip invece proveniva da delle macchine che erano state collegate a lei tramite flebo e cavi.
Insomma era quasi uno spettacolo pietoso.
"Dove sono?" Chiese Annabeth, quasi senza neanche riconoscersi. La sua voce era fin troppo roca e appena aveva aperto la bocca aveva capito di avere decisamente sete.
Piper si girò improvvisamente verso di lei e le si lanciò praticamente addosso, abbracciandola abbastanza stretta da farsi sentire ma restando comunque attenta a non spezzarle le costole.
"Annabeth! Oh miei dei, ero così preoccupata. Finalmente sei sveglia." Disse la ragazza spostandosi qualche minuto dopo, esaminandola con sguardo attento.
Nel tempo in cui la bionda aveva dormito aveva provato emozioni miste. Era terribilmente preoccupata, non c'erano notizie e i medici non volevano farla entrare nella stanza. Si era anche arrabbiata con Annabeth perché non aveva fatto attenzione mentre guidava, per poi permettere alla tristezza consumante di prendere il sopravvento, non sapendo se la propria migliore amica ce l'avrebbe fatta.
Aveva un aspetto stanco e trasandato, con le occhiaie e dei capelli che avevano la parvenza di un nido di uccelli, per via degli ultimi giorni che aveva passato completamente in ospedale.
Annabeth dal canto suo queste cose non le sapeva, quindi continuò a guardarsi in giro per la stanza mentre cercava di tirarsi a sedere per stare in una posizione più comoda.
"Dove sono?" Ripetè con cautela."In ospedale cara, hai avuto un incidente. Come ti senti?" Rispose una voce maschile, che chiaramente non apparteneva a nessuna delle due ragazze.
Piper si fece leggermente da parte con un sorriso di sollievo, sistemandosi alla sinistra di Annabeth e lasciando spazio alla sedia a rotelle di Chirone alla destra della ragazza.
Chirone era stato il tutore legale di Annabeth quando, per via dei problemi di dipendenza di suo padre e della prematura scomparsa della madre, quella bambina era stata presa dai servizi sociali e data in affidamento all'età di soli sette anni. Per fortuna però lui era un uomo buono e aveva da subito sentito un forte legame con lei, non facendole mai mancare nulla e crescendola come un vero padre. Le era sempre stato vicino ed era riuscito a farla sentire straordinariamente meglio quando l'aveva portata per la prima volta alle prove di uno spettacolo che la sua compagnia teatrale, la Olympus, avrebbe messo in scena.
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Royal Highness ~ Percabeth AU
Fanfiction> Queste sono le parole sull'invito che un giorno come tanti altri Annabeth Chase, attrice venticinquenne ormai affermata e di successo, riceve. E ormai non può rifiutare: partirà per l'Inghilterra e passerà una particolare serata a quel ballo, del...