~ Capitolo 24

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Giorni dopo finalmente era arrivato il fatidico momento: Annabeth e Percy si sarebbero rivisti. Dire che entrambi erano emozionati sarebbe stato fin troppo riduttivo siccome non stavano nella pelle all'idea di vedersi. Sembrava semplicemente passato un secolo dall'ultima volta che avevano avuto la possibilità di uscire dal vivo, probabilmente anche dato il fatto che nelle ultime settimane tra litigi e incomprensioni avevano decisamente ridotto le conversazioni via messaggio.
Ma quella volta sarebbe stato diverso. Si sarebbero visti a Central Park per passeggiare e da lì avrebbero deciso cosa fare. Non avevano programmi né pretese ed entrambi ormai erano felicemente consapevoli dei loro sentimenti, sarebbe stato un appuntamento in piena regola che nulla al mondo avrebbe rovinato. Non c'erano distrazioni di alcun tipo, né Rachel e il suo atteggiamento disgustato, né le pretese dell'etichetta a palazzo e neanche amici che, per quanto avessero buone intenzioni, erano invadenti. Semplicemente Annabeth e Percy. E ovviamente anche le guardie del corpo del ragazzo, ma si sarebbero tenute a debita distanza in incognito per non destare sospetti sui due.

Nei giorni precedenti a quell'uscita Annabeth si era interrogata molto su cosa avrebbe dovuto fare e dire. Addirittura aveva chiesto a Piper una mano per scegliere cosa indossare, cosa che succedeva di rado e solo per occasioni importanti come quella.
Percy invece aveva svelato solo all'ultimo la vera natura del motivo per cui aveva deciso di prendere parte a quel viaggio della famiglia reale. Non che fosse stato un segreto per Sally e Poseidone, che da subito avevano capito che in realtà il ragazzo avrebbe dato loro buca per l'evento e sarebbe sgattaiolato via per vedere una certa bionda. Probabilmente Percy era anche più nervoso di Annabeth, a dire il vero, visto che era stato proprio lui l'ultima volta a rovinare le cose tra loro. Non si sarebbe permesso errori, del resto rispondere male ad una ragazza non è esattamente il modo migliore per farle sapere che sei in realtà completamente innamorato di lei.

Era ormai pomeriggio a New York quando l'aereo privato della famiglia reale atterrò. Mentre le auto che li avrebbero accompagnati alle rispettive destinazioni, Percy da Annabeth e Sally e Poseidone in albergo, il Principe corse in bagno per cambiarsi velocemente e indossare abiti decisamente più informali del solito. Andare in giro per New York con uno smoking elegante e la scorta decisamente non era una scelta saggia per non essere beccati, così aveva trovato nel proprio armadio alcuni vecchi jeans e delle felpe che erano rimasti sepolti per molto tempo ma che facevano decisamente al caso suo. Era ancora febbraio e le temperature fredde si facevano ancora sentire perciò dovette trovare una tra le sue giacche che non portasse lo stemma reale, impresa che gli era riuscita difficile ma comunque non del tutto impossibile. In realtà non avrebbe voluto indossare una giacca in primo luogo ma Jason aveva insistito in quanto dotato di buonsenso, gli ci erano volute almeno due ore per convincere Percy che una battuta su "Annabeth che fa nascere il calore nel suo petto e lo diffonde per tutto il suo corpo" non valeva una broncopolmonite. Il Principe ancora non riusciva a capire come mai ma alla fine sua madre in aereoporto lo avrebbe comunque costretto a usare la giacca perciò tanto valeva cedere, non avrebbe mai disubbidito a Sally.

Quando Percy uscì dal bagno dell'aereo ormai il Re e la Regina erano già scesi perciò dovette sbrigarsi a correre giù, se non voleva tornare direttamente a Londra. Cosa che sarebbe stata decisamente controproducente.
Poseidone era già in macchina che aspettava Sally, la quale era accanto ad Argo vicino alla macchina che avrebbe scortato Percy.
"Mi raccomando non scappare via o le tue guardie del corpo saranno costrette a inseguirti, è per la tua sicurezza. Ma sai già che non vi daranno fastidio." Disse immediatamente la donna non appena Percy le arrivò davanti con in volto il suo tipico sorriso da piantagrane.
Aveva in effetti dovuto quasi litigare con i propri genitori per via della presenza delle guardie, senza dubbio essenziale ma del resto sarebbe andato ad un appuntamento, non aveva intenzione di restare eccessivamente vicino a uomini alti due metri e in completo scuro, avrebbe decisamente fatto saltare la sua copertura e addio pomeriggio con Annabeth. Erano tuttavia riusciti ad arrivare a un compromesso grazie a Reyna, che aveva proposto non solo che le guardie si tenessero a distanza di qualche metro ma che fossero vestite in borghese per mischiarsi tra la folla. E ovviamente bisognava contare sulla responsabilità di Percy.
"Non preoccuparti mamma, è tutto sotto controllo. Farò il bravo." Le rispose lui cercando di suonare il più rassicurante possibile. Non che avesse intenzione di darsela a gambe alla prima occasione, visto che in quel caso gli sarebbe stato praticamente proibito di rivedere Annabeth in circostanze analoghe, ma quasi gli dava fastidio che non si fidassero di lui.
"Lo so tesoro." Sussurrò Sally prendendogli la guancia a coppa con una mano e accarezzandogliela con il pollice. "Ci stiamo fidando di te. E ti vedo più felice da quando Annabeth è nella tua vita, per questo vogliamo che tu continui a vederla. Ma non possiamo mettere a repentaglio la tua sicurezza, né come Principe... Né come figlio." Concluse la Regina con tono preoccupato.
Percy si sporse per abbracciarla, adorando il calore materno che Sally ancora emanava. Non importava chi fossero né quanto lui fosse cresciuto: lei sarebbe sempre stata sua madre. E in quel momento Percy non potè fare a meno di sorridere a quella preoccupazione che andava decisamente oltre ai semplici titoli.
"Ora vai, altrimenti arriverai in ritardo. E ricorda che ora è presto per i nipotini." Disse Sally scostandosi dall'abbraccio con un sorriso, guadagnandosi un'occhiataccia da Percy.
"Mamma!" La rimbeccò lui mentre le guance gli si tingevano di un leggero rosso.

Royal Highness ~ Percabeth AU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora