Nonostante stesse provando con tutta sé stessa a non pensare al bacio della sera precedente, Annabeth quella notte non riuscì a dormire più di un paio d'ore.
Certo non poteva neanche definirsi un vero bacio, era solo il contatto della labbra di Percy sulla sua fronte, ma non riusciva davvero a cercare di capire cosa ci fosse di più sotto. Perché mai lo aveva fatto?
Non era mai stata una ragazza stupida, anzi per nulla. A scuola era davvero una secchiona e aveva sempre amato studiare, aveva la testa e la responsabilità per farlo.
Il campo delle emozioni però era sempre stato quello di Piper, un po' il suo opposto da quel punto di vista.
Annabeth era sempre stata impegnata a raggiungere l'apice della propria vita e perseguire i propri obbiettivi, non lasciandosi quasi mai andare allo svago o a coltivare particolarmente rapporti umani.
Al contrario Piper, che comunque le era sempre stata vicina e bontà sua aveva sempre cercato di farla sentire inclusa e portarla fuori a divertirsi, non ignorava di certo i doveri ma dava più importanza ai vari rapporti umani.
Annabeth dal canto suo sopportava e la accompagnava quasi ovunque, aiutandola con lo studio occasionale.
Ora però paradossalmente era lei ad aver bisogno di una mano per risolvere l'inghippo in cui si era ritrovata.
Ma non poteva davvero disturbare la propria amica per un paio di ragioni valide. Per prima cosa era notte fonda, perciò probabilmente si stava riposando, cosa importante visto che era ancora malata. E in secondo luogo se le avesse raccontato di tutta quella faccenda, lei l'avrebbe ingigantita.
Non era per nulla una situazione semplice, non come Piper l'avrebbe fatta sembrare almeno, e quel misero contatto aveva complicato ancora di più le cose.
Non riusciva davvero a trovare una soluzione logica per capire cosa potesse significare. E stava davvero cercando di convincersi che in realtà non era nulla e assolutamente non ci stava riflettendo da ore importanti, che avrebbe potuto impiegare in altre attività prioritarie quali dormire, perché si era presa una piccolissima cotta per il Principe.
Insomma per l'amor del cielo, lei era Annabeth Chase. La grande Annabeth Chase. La ragazza che le commedie d'amore non le vive ma le recita in prima persona. Stava rovinando da sola la propria facciata.
Una cosa però era certa: nonostante fosse rimasta sveglia la maggior parte del tempo, la notte passò velocemente. Così velocemente che detestò l'idea di doversi alzare dal letto, stanca com'era per aver passato la notte in bianco, ma dopotutto probabilmente Piper la stava aspettando.
Ignorò qualsiasi pensiero che non fosse la propria amica malata e in infermeria, o almeno provò a togliersi il pensiero di Percy dalla testa senza particolare successo, e si preparò velocemente.
Ormai aveva percorso il tragitto dalla stanza che le era stata assegnata al letto di Piper così tante volte che il tragitto le venne spontaneo. Non si guardò praticamente neanche intorno, non finché non vide una figura avvicinarsi a passo svelto davanti a sé.
Annabeth avrebbe riconosciuto quei ricci rosso fuoco da lontano un miglio: Rachel Elizabeth Dare.
Il suo cammino era accompagnato dal ticchettio ripetuto dei tacchi sul pavimento, anche se non si vedevano visto che portava un vestito lungo e decisamente coprente color vino. Sembrava quasi la versione casual del vestito che Annabeth portava la sera del ballo, quando aveva conosciuto Percy. Solo che sulla ragazza sembrava quasi stonare contro i suoi capelli rosso fuoco.
Inizialmente la bionda pensò che stesse semplicemente passeggiando per il palazzo, magari anche con una meta precisa, perciò rimase decisamente stupita, e non piacevolmente, quando si fermò davanti a lei con il classico sorriso falso.
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Royal Highness ~ Percabeth AU
Fanfiction> Queste sono le parole sull'invito che un giorno come tanti altri Annabeth Chase, attrice venticinquenne ormai affermata e di successo, riceve. E ormai non può rifiutare: partirà per l'Inghilterra e passerà una particolare serata a quel ballo, del...