Capitolo 18 - Quattro chiacchiere in camera

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Capitolo 18 – Quattro chiacchiere in camera

Quando mi svegliai, era l'ora di andare a dormire.

Dopo aver parlato con Dalia, infatti, ero stata a rimuginare sulle sue parole, ma avevo trovato troppe discrepanze con la storia di El, e così avevo finito per addormentarmi.

Abby si stava mettendo il pigiama, mentre Dalia stava portando un materasso, dalla camera affianco, da mettere per terra.

<< Hai bisogno d'aiuto? >> domandai a quest'ultima.

Non fece in tempo a rispondere, che s'intromise Abby, << finalmente ti sei svegliata! Se hai fame sulla scrivania ci sono degli snack. Ti senti meglio? >>

<< Si, sono solo un po' stordita >> risposi alzandomi, per poi aiutare a sollevare il giaciglio del Girasole.

<< Hai saltato di nuovo la cena Neva >> mi disse, una volta sistemata la stanza, la nostra nuova coinquilina.

<< Non importa, non ho comunque troppa fame >> risposi, per poi iniziare a frugare nella valigia.

Presi una vestaglia, di lino bianco, su cui s'intersecavano diversi motivi floreali, e mi sfilai i miei abiti.

La mia pelle era liscia, senza imperfezioni, senza cicatrici.

Vi avevo fatto caso questa mattina, sotto la doccia. Non solo i tratti del mio viso e i miei capelli avevano subito un mutamento, ma relativamente era accaduto anche al mio corpo.

Mi stesi di nuovo a letto, mentre Dalia, provvedeva a spegnere ogni luce.

<< Torni a dormire? >> domandò allibita Abby.

<< Cosa dovrei fare a quest'ora? >> le chiesi sbadigliando, << senza contare che mi sento destabilizzata. Non è neppure una settimana che sono nelle Lande, e mi sono già piombati addosso un sacco di eventi >> mugugnai.

<< Mi dispiace, è solo colpa mia... >> cominciò Dalia.

Non riuscì a controllare una debole risata, e anche se la camera era in penombra, vidi la confusione nei loro sguardi.

<< fosse stato solo quello, ma prima di venire qui, non è stata esattamente una passeggiata... >> sussurrai infine.

Vidi Abby tirarsi su a sedere, e accendere la sua abatjour << è stata per tutti dura Neva. I primi tempi lontani da casa sono i peggiori. Vedere poi gli occhi colmi di orgoglio dei tuoi genitori, perché credono che loro figlio sia davvero speciale, come hanno sempre sostenuto, è qualcosa che è indescrivibile, fa male e basta. >> disse abbassando il volto, e stringendo i pugni, << Non puoi dire nulla, per paura che facciano loro del male, puoi semplicemente tacere, e farti condurre qui >>

Dalia era in silenzio, e non fiatava.

Per lei la situazione era completamente diversa. Lei non aveva lasciato davvero la sua famiglia, anzi probabilmente, frequentavano quel luogo da generazioni.

<< Neva devi andare avanti. Ti faranno inviare delle lettere ai tuoi genitori, e tenere con loro una corrispondenza controllata, a partire da qualche giorno, vedrai. In più tornerai a casa per le vacanze di Natale >> concluse Abby.

Dalia mi sorrise, cercando di risollevarmi il morale, << Non manca molto. Se ti può consolare, anche io non vedo la mia famiglia da parecchio tempo, sono piuttosto impegnati... >>

<< Forse avete ragione >> dissi alzandomi, andando alla scrivania, dove vi era una bottiglietta d'acqua, << forse quando tornerò si sistemerà tutto >> asserii, anche se poco convinta, bevendo un sorso della bevanda.

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