Capitolo 31 - Festival parte 3. Odore di cenere.

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Capitolo 31 – Festival parte 3. Odore di cenere.

(sicuramente questo capitolo contiene errori grammaticali e di punteggiatura. Mi scuso in anticipo)

L'Arena era gigantesca.

Pareva un nido caduto da un ramo. Gli alberi si inclinavano e modellavano, per dar forma alla struttura, quasi volessero abbracciare il campo, in cui si sarebbe, a breve, tenuta la gara.

Seppur questo doveva lasciar presagire un'architettura semplice e forse un poco decadente, non lo era affatto.

Aveva una forma sferica e, come una boccia di un pesce, s'innalzava verso l'alto sorretta da arbusti modellati a colonne, lasciando che uno spicchio di cielo facesse capolino sul terreno di gioco.

I raggi del sole facevano, inoltre, breccia tra il fogliame, creando strani giochi di luce, mentre petali di enormi fiori si avvolgevano sui tronchi, come nastri, gonfiandosi poi come vele, al minimo alito di vento.

Per raggiungere il posto avevamo superando il ponte, sospeso in aria, al centro della città, per addentrarci così nel bosco di Tenot Ovest.

Eravamo entrati passando sotto radici enormi. La vegetazione era completamente diversa da Tenot Est. Molto più selvaggia, come se il Sole avesse voluto elargire le sue energie a quella terra, preferendola alla sua metà.

Ora mi trovavo al primo di dodici piani, assieme agli altri partecipanti, intenta ad osservare affascinata, dal piccolo balcone, quell'enorme struttura.

Iberide non mi perdeva d'occhio per un secondo, seppur fosse stato avvicinato da altre guardie.

Gli altri concorrenti si squadravano l'un l'altro, ma nessuno fiatava e i boati degli spettatori in attesa surriscaldavano l'aria.

Sentì la porta spalancarsi.

La stanza in cui ci avevano raggruppati era molto spaziosa e ormai occupata da più di una cinquantina di persone.

Mi aspettavo molti più concorrenti, per un premio tanto ambito.

<< Neva! >> esclamò qualcuno, che non vidi, dato che mi piombò letteralmente addosso.

<< Pensavamo di essere le uniche Glicini a partecipare >> mi rivolse un sorriso Sandra.

Quella che, invece, mi aveva appena placcato, facendo alzare allarmato Iberide dal suo posto, era Armony.

Erano le due ragazze che avevo conosciuto la notte dopo i bombardamenti, quando tutte le Wisteria si erano ritrovate riunite nei dormitori delle ragazze e vi avevano passato la notte, escogitando sistemi di sicurezza contro la Casta.

<< Cavoli, quello è il tuo soldato? >> disse Armony, scoccando un'occhiata all'Ipomea d'Alba, che era tornato al suo posto, decidendo, però, di restare in piedi e di incrociare le braccia, così da mettere maggiormente in risalto i suoi muscoli.

<< Si, anche a voi ne hanno assegnato una, vero? >> domandai, una volta essermi rialzata e sistemata l'abito.

La ragazza dai capelli rosa annuì e fece per dire qualcosa, ma Sandra la precedette.

<< Sono quelle due >> mormorò, << la donna e il ragazzo >>

<< Una vera sfiga >> sentenziò Armony, in fine, << tra tutti i militari proprio a me doveva capitare una donna! >> sbuffò.

Ridacchiai.

<< Siete le prime che mi avete riconosciuto comunque >> dissi d'un tratto, tornando mezza seria.

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