Capitolo 22 – La causa di una promessa mai celebrata
Grazie ad una magia dell'aria, Iarlaith e io eravamo ormai asciutti e diretti verso il Ponte.
Avevamo aspettato qualche minuto ancora, prima di uscire dalla stanza, dopo aver udito la campanella.
I corridoi erano deserti e non si avvertiva suono, al di là dei nostri passi sommessi e frettolosi.
<< Iarlaith non sei obbligato a farti vedere con me, lo sai? >> gli ricordai per sicurezza.
Già sarebbe scoppiato un pandemonio in quella stanza, solo per via della presenza del Giglio, non occorreva che fosse associato anche a una Wisteria.
<< Neva te l'ho già detto, in questo posto sei l'unica che conosco, quindi mi pare logico che voglia sedermi vicino a te >>
Sorrisi e lui parve notarlo. Mi piaceva la sua compagnia, ero arrivata infine a decidere, Sindrome di Psiche o meno in atto.
<< Senza contare >> riprese poco dopo, << che ti ho promossa ufficialmente a mia amica >>
<< Volevo solo accertarmi che le tue intenzioni non fossero cambiate >> borbottai.
<< Nessun cambiamento >> mi rassicurò lui, portandomi una ciocca di capelli, che mi ricadeva in volto, dietro un orecchio.
Arrossì un poco.
<< Sei pronto? >> chiesi, accostandomi alla porta della mensa.
<< So perfettamente ciò che mi aspetta in quella sala >> rispose sommessamente.
Alzai gli occhi al cielo, << no che non lo sai >>
<< Davvero? >> disse alzando un sopracciglio, << non ci sono solo Fiori snob, alias i miei sudditi, che appena mi vedranno s'inchineranno, per poi accerchiarmi? >>
Mi morsi un labbro, aveva, probabilmente, colto nel segno.
<< Non sottovalutare il fattore Asterisco >> dissi infine, aprendo la porta.
All'inizio nessuno si accorse di nulla, ma non arrivammo a metà del Ponte, che erano già iniziati i sussurri, susseguiti dagli inchini.
Qualcuno diede segno, come previsto da Iarlaith, di avvicinarsi a noi. Presi, allora, una decisione avventata.
<< Hai già idea di cosa mangerai oggi? >> domandai prendendolo a braccetto.
Il Ponte iniziò a brulicare di parole e frasi sconnesse.
Le occhiate che ricevevo erano un insieme di orrore e shock, dinanzi a un atto così plateale. Una Glicine non avrebbe, teoricamente, mai dovuto rivolgere, forse secondo l'etichetta più che le leggi della Casta, la parola a un Giglio, figuriamoci approcciarlo con un contatto diretto.
Lui per tutta risposta mi sorrise.
<< Non ho idea di cosa servino qui, anche se mi hanno rassicurato della bravura dei cuochi, ma non credo di avere molta fame. >> aggiunse poi.
<< neppure io >> affermai sovra pensiero, continuando a guardarmi attorno.
Si tenevano tutti a debita distanza, indecisi sul da farsi.
Raggiungemmo facilmente il tavolo dove la mia squadra si trovava.
Loro, come la maggior parte delle Wisteria, non avevano fatto caso al nostro ingresso.
<< Mangiamo qui? >> mi sussurrò il principe.
Annuì e mi sedetti, subito seguito da lui.
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Kaos
FantasyDal capitolo 8: Parve quasi sul punto di dire qualcosa, ma poi ci ripensò, « andrete all'Accademia » mi rivelò in fine. « All'Accademia? » ripetei sperando di aver capito male. Non volevo tornare trai banchi. « è l'unico posto sicuro al momento. Ver...