Capitolo 19 - Il Signore dell'Ovest

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Capitolo 19 - Il Signore dell'Ovest

Ero in ritardo.

Proprio come aveva previsto El, la notte precedente, mi ero svegliata tardi.

Uscii dalla doccia, consapevole che non sarei riuscita, a far colazione.

Non avevo comunque fame. Da quando ero arrivata nelle Lande, il mio corpo pareva non necessitare mai di niente, e rivolgermi raramente silenziosi stimoli.

Con ancora l'asciugamano addosso, iniziai a cercare i miei vestiti.

C'era un disordine inverosimile nella stanza.

La piccola camera, che ora ospitava tre ragazze, pareva soccombere sotto tutti i capi, le coperte, e i libri che vi erano.

Aprì le piccole finestre, per far entrare un po' d'aria fresca.

Indossai una gonna di velluto rossa, e una camicetta panna, sulla quale applicai il mio fiore.

Presi poi la tracolla, e feci per prendere i libri sulla scrivania, peccato non conoscessi l'orario della giornata.

Il mio sguardo corse al volume riportante il titolo "L'inizio delle Ere". Non avevo fatto i compiti assegnati.

Maledizione.

Così non poteva andare avanti. Stavo perdendo troppo tempo, a dormire, o ad abbattermi nelle mie congetture ad occhi aperti.

Capì il significato delle parole, che Abby mi aveva rivolto, la sera prima.

Dovevo voltare pagina.

Per quanto fosse difficile, dovevo almeno provare, a creare una mia nuova routine lì dentro. Sarei andata a mangiare a mensa, mi sarei informata sulle lezioni, e intanto avrei portato a termine le mie ricerche.

Quasi mi ripromisi anche di studiare, ma quella causa, per quanto nobile, poteva al momento aspettare.

Arraffai in fine quanti più volumi riuscissi a portare con me.

Infilai un paio di mocassini, e uscì dalla stanza.

Ero appena arrivata dinanzi alle scale, dopo aver percorso il corridoio, che la campanella suonò.

Strinsi i denti, e poggiai una mano sul corrimano, per poi scendere gli scalini il più in fretta possibile.

<< Sei sempre in ritardo, Sel >> disse una voce.

<< Devo pensare a scendere le scale senza inciampare, El. Se mi metto a parlare con te, arriverò per l'ora di pranzo >>

Avvertivo la sua presenza, celata ai miei occhi, e quelli degli altri, accanto a me.

<< Non è che potresti fermare il tempo, o qualcosa del genere? >> gli chiesi, raggiungendo il quinto piano.

Ero arrivata a metà, peccato avessi già il fiatone.

<< No, non sono ancora in grado, ma tu potresti usare i tuoi poteri >> mi disse lui divertito.

Sbuffai, << quali poteri? Posso fare strani giochetti di prestigio, ma nulla di più >>

Scesi sue scalini, per poi andare a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, El.

<< Se non l'hai capito vado di fretta, spostati per favore >> dissi, cercando di oltrepassarlo.

Avrei voluto fermarmi a parlare con lui, ma dopo aver deciso, in che modo operare, durante la mia permanenza all'Accademia, che fossi una Wisteria o meno, non volevo arrivare tardi. O meglio non volevo ritardare oltre.

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