Capitolo 40 – Nessuno scompare per magia...o forse sì? (parte 2)
«Neva» mi salutò con un sorriso, «Mi sembra passata una vita, dall'ultima volta che ti ho vista.»
Distolsi lo sguardo dal suo, era da più di un mese ormai che cercavo di evitarlo come meglio potevo. Era già tutto così caotico, che non volevo anche infliggermi pene d'amore per qualcuno che sembrava ricambiarmi.
Il problema, ovviamente, era sempre Cyneric. I miei sentimenti per Iarlaith non erano nulla in confronto a quello che provavo per lui.
E mi sentivo pure in colpa. Avevo la malsana impressione di star tradendo quell'uomo, che non conoscevo e allo stesso tempo di prendere in giro Iarlaith.
«Sono stata occupata con le lezioni.» mentì.
Lui annuì, accorciando la distanza tra di noi.
«Perché sei interessata ai Gigli Astrali?» domandò guardingo, leggendo il titolo del libro che, inconsciamente stavo abbracciando a mo' di scudo.
«è per una ricerca di economia, volevo capirci un po' di più.»
Mi soppesò un attimo con lo sguardo, come a valutare se stessi o meno mentendo. Non dovette trovare nulla di compromettente sul mio volto, dato che tornò a sorridermi come se nulla fosse.
Lo vidi scuotere appena le spalle, «Non mi stupisce. Dovrebbero essere imparziali, ma riescono a metter becco in ogni argomento e rendere tutto più difficile.»
«Pensavo che Selene fosse vista come una sorta di icona...?» dissi, riuscendo a fingere la confusione che volevo trasmettergli, dato che ultimamente mi sentivo sempre in quel modo.
E poi ricordai. Quelle foto, di me o lei, maledizione non faceva poi tanta differenza, che gli avevo visto custodire.
«Non hai anche tu delle sue foto?»
Iarlaith si adombrò. Se prima era sospettoso, ma tutto sommato di buon umore, adesso quest'ultimo era del tutto scomparso.
«Era solo robaccia.» sentenziò mesto.
Fu lui questa volta a distogliere lo sguardo. Stava mentendo e neppure troppo bene. Lo conoscevo abbastanza per poter dire che Rimembranza o no, anche lui non riusciva a dimenticare un amore ormai perduto.
«Le ho buttate, non voglio assillarmi con il passato. Non significavano più nulla.»
Quelle parole non sembravano destinate a me, quanto a sé stesso, come se stesse provando in qualche modo a convincersene.
Per un po' non volò una mosca. Lanciai un'occhiata ad Iberide, questo era sempre nella stessa posizione, ma ora non mi guardava più direttamente. Sapevo che quello era il suo modo di concedermi un po' di "privacy".
E mentre Iarlaith riordinava i suoi pensieri io mi scostai dagli scaffali. Non volevo più rimanere lì, in sua compagnia. Sul tavolo giacevano i libri per la ricerca e in mano ne avevo uno che non mi avrebbe quasi certamente dato le risposte che volevo, ma che anzi avrebbe attirato solo sussurri, quindi mi costrinsi a riporlo.
«Comunque non ti ho più neppure vista in giro Neva, né in mensa, né nei corridoi. Lo sai che puoi anche venire a trovarmi, a meno che tu non mi stia evitando. È così?» mi domandò.
Il suo tono era tornato dolce e il suo volto non era più adombrato, come se la conversazione di prima non fosse mai avvenuta.
«No» mi costrinsi a fingere, «Le lezioni degli Iris sono impegnative, è difficile stare al passo e la marea di compiti... c'è da impazzirne.» lo rassicurai, cercando di mimare anche un sorriso.
Era tutto il contrario. La ricerca, i compiti, un'ora e gli avrei terminati, cosa che effettivamente facevo per poi concentrarmi a recuperare i ricordi su Cyneric. Non avevo ancora trovato un metodo del tutto funzionante, ma l'acqua aiutava, quindi ero fissa in bagno con la testa sommersa o in qualche modo fradicia.
E le lezioni... avrei potuto tenerle senza nessuna difficoltà. Non capivo come potessi avere quelle conoscenze, ma non i ricordi più importanti.
Notai il sollievo affiorare sui tratti di Iarlaith, quello che avevo detto infondo era più facile da credere della verità.
«Dovremmo organizzare qualcosa per la fine degli esami, che ne dici? Potremmo andare a fare un pic nic o qualcosa qui vicino.» propose.
Annuì, ma lasciare l'Accademia, anche in compagnia di un Giglio era da pazzi in quel momento. C'era una guerra fuori dalle nostre porte e come Wisteria era meglio mantenere un profilo basso.
«Oh, giusto.» disse improvvisamente allegro, «sono venuto a cercarti per chiederti se hai già un accompagnatore per il Ballo.»
Mi paralizzai. Non voleva davvero chiedermelo, cominciai a ripetermi.
«No» dissi, ma nel vederlo aprire bocca, aggiunsi in fretta, «ma non vi andrò.»
Ed era vero non ne avevo alcuna intenzione. Tutta quella gente della Casta... era già un'impresa nascondersi a Mensa e in classe, avrei fatto volentieri a meno di aggiungervi un'itera serata.
Giravano voci però che i Wisteria sarebbero stati obbligati a prendervi parte. Farlo in compagnia di Iarlaith avrebbe voluto dire essere al centro dell'attenzione e dare scandalo.
Un Giglio e una Wisteria, ora che eravamo sospettati di essere spie e quant'altro. No, grazie.
«Vienici con me.» propose comunque lui, «Sarà divertente.»
Per un attimo mi sentì come una bambina di cinque anni che ha finalmente incontrato il suo principe e per chissà quale grazia è ricambiata. Durante quel brevissimo frangente quasi dissi di sì.
«No, non sarebbe appropriato.» attestai, seguendo la voce della ragione, «Dovresti andarci con Dalia.»
«Le apparenze non mi interessano Neva, dovresti saperlo ormai.»
A me sì, se mi facevano mantenere la testa sul collo.
«è una festa di alta società. Ci saranno tutti, dovresti andarci con la tua fidanzata.»
«Neva, non voglio sposarla, mi sembrava di averlo messo bene in chiaro.»
Scossi la testa, non era fattibile. Non avrei corso un rischio del genere.
Sarebbe stata la prima ad essere additata come usurpatrice della posizione di Dalia o peggio. E non poteva neppure dimenticare lo sguardo che questa le aveva lanciato al Festival. Roba da raggelare anche con quaranta gradi al Sole.
«Non importa se ci vai con Dalia o meno, dovresti quanto meno cercare di preservare il poco equilibrio che adesso hanno le Lande. Con me al tuo fianco non sarebbe possibile.» cercai di farlo ragionare.
«Non ti sto chiedendo di sposarmi, solo di venire con me a un Ballo.» scherzò lui, ma nei suoi occhi non c'era più lo stesso divertimento.
«Non farebbe differenza.» sostenetti, «Ci vedrebbero tutti assieme, credi che non trarrebbero le loro conclusioni?»
«Non mi importa. Voglio andarci con chi voglio, non mi cruccio per i pensieri altrui.»
Per quanto in parte quella sua ostinazione nei miei confronti mi facesse piacere, le Lande l'avrebbero solo che recepito come un principe non ancora pronto a governare, probabilmente.
Era tutto il momento, che era sbagliato.
«Iarlaith, lo sai come ci considerano adesso vero? Siamo alla stregua di nullità, se siamo fortunati, o il nemico contro cui combattere, nel peggiore dei casi...non verrò con te al Ballo. »
«Concedimi almeno un ballo allora. Uno.»
«Non voglio andarci.» ribadì, non era sicuro.
«Verrò a trovarti allora. Resta sveglia e salirò in camera tua.»
Fui sul punto di rispondergli quando udì le voci di alcune ragazze. Sulle prime non vi diedi peso, ma quando capì di cosa stessero parlando raggelai.
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Kaos
FantasiDal capitolo 8: Parve quasi sul punto di dire qualcosa, ma poi ci ripensò, « andrete all'Accademia » mi rivelò in fine. « All'Accademia? » ripetei sperando di aver capito male. Non volevo tornare trai banchi. « è l'unico posto sicuro al momento. Ver...