Capitolo 42 - Nessuno scompare per magia...o forse sì? (parte 4)

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Capitolo 42– Nessuno scompare per magia...o forse sì? (parte 4)

Vidi il suo viso farsi grave e il suo corpo tornare ad assumere una compostezza militare che ormai ero solita vedergli indossare come una seconda pelle.

«Neva, sei certa che vada tutto bene? Non vorrei...» cominciò, dando voce alle sue paure, «gli umani ti hanno per caso contattato o hai per caso stipulato qualche tipo di contatto?»

Non risposi subito, troppo sorpresa dalla domanda, ma quel silenzio Iberide non dovette interpretarlo molto bene dato che il suo successivo quesito fu ancora più inatteso.

«è per questo che ti sei avvicinata al principe e adesso non ti interessa più?»

Lo guardai stupita e non riuscì a trattenere la sorpresa nella mia voce, «Non ho preso contatto proprio con nessuno! Gli unici umani con cui parlo sono gli altri Wisteria, non ho neppure potuto scrivere ai miei genitori con tutto quello che è accaduto.»

Detto ciò feci per entrare in camera, ma ancora spaesata dalla piega in attesa che la conversazione aveva assunto vi misi un attimo a riordinare i pensieri.

«Per quanto riguarda Iarlaith, la magia a volte svanisce, anche se si tratta di un principe.»

A quel punto mi chiusi la porta alle spalle, lasciando un Iberide imperscrutabile chiuso fuori.

Feci un respiro profondo. Non volevo rimuginare su quanto avevo appena detto, non avevo mentito, lo pensavo sul serio. E adesso dovevo chiamare El.

Non mi fidavo di lui, ma volevo mettere alla prova tutto quello che adesso sapevo.

Fui tentata di chiamarlo lì, ma per sicurezza mi diressi in bagno, come se mettere una porta in più tra me e l'esterno sarebbe servito a qualcosa.

Certo, sarei potuta andare nella Cupola. Lì nessuno avrebbe saputo nulla e chiamare El, con Iberide così vicino sapevo essere rischioso, ma non volevo far sapere a nessuno che avevo scoperto la Cupola e soprattutto che avevo accesso a questa.

«El» presi a chiamarlo, sottovoce, come una cantilena.

Il bagno era in penombra, ma presto fu illuminato a giorno e la sua figura comparve.

I suoi capelli dorati e quegli occhi che non riuscivo mai del tutto a scorgere perché troppo brillanti furono a un passo da me.

Nel vederlo mi sentì immediatamente meglio. Protetta, al sicuro e in grado di affidargli qualsiasi peso mi affliggesse.

Poi arrivò quella fastidiosa vocina...non potevo più fidarmi di lui come un tempo. E non so se fu quel pensiero, che mi lasciava realizzare non vi fosse nessuno con cui parlare della situazione in cui mi trovavo o il fatto che una persona su cui volevo fare affidamento poteva anche essere un bugiardo, ma i miei occhi si fecero improvvisamente lucidi.

«Sel, non avresti dovuto chiamarmi. C'è un'Ipomea d'Alba qui fuori e non è per nulla sicuro.» mi apostrofò.

Udì appena però le sue parole, dato che di lì a poco scoppiai a piangere. Diedi colpa alla mancanza di sonno, al fatto che mi sembra di vedere ovunque Cyneric, ma in realtà mai vi fosse e infine alla nostalgia per quella che neppure sapevo se potevo chiamar casa.

In cuor mio però avevo solo paura di star per affrontare un tradimento.

«Ho incontrato Iarlaith» cominciai trai singhiozzi, «mi ha detto che non riesce più ad usare i suoi poteri»

Non dissi che l'avevo incontrato in biblioteca e cosa stessi realmente cercando lì.

El si appoggiò alla parete e il suo sguardo assunse una nota compassionevole che non mi piacque per nulla.

Mi avrebbe mentito, era l'unico che mi diceva tutto il contrario di quanto facevano gli altri, quindi doveva essere lui a mentire giusto? Non potevano essersi messi tutti d'accordo.

«Sapevo sarebbe accaduto prima o poi.» cominciò, «hai risvegliato i tuoi veri poteri e con loro la tua vera natura di Kerres.»

No, no, avrei voluto urlargli conto, ma sapevo che nessuno doveva sapere che fosse lì. Non volevo essere presa di nuovo per pazza, come quando ero bambina.

Qualcosa però non tornava.

Lo guardai. Volevo fidarmi di lui con tutta me stessa, ma qualcosa adesso mi frenava.

«Uccidimi» dissi.

«Come hai detto?» domandò sconcertato.

«Ti ho detto di uccidermi. »

«Come puoi chiedermi qualcosa di simile, sei impazzita Sel?» domandò avvicinandosi.

Mi asciugai le lacrime con le maniche e tirai su col naso, cercando di ricompormi un poco.

«No, ma l'hai detto anche tu, sono una Kerres.» cominciai, senza lasciare più vagare lo sguardo, ma cercando di captare ogni singola espressione sul suo volto, «E mi sono risvegliata, ma se mi uccidi rinascerò sulla Terra e sarò a casa.»

E finalmente lo vidi.

Per un attimo, un secondo, vidi lo sgomento e la paura in quegli occhi lucenti. Potevano essere per le sue successive parole, ma qualcosa mi diceva di no. Se fossi morta, se mi avesse uccisa, non sarei rinata da nessuna parte, men che meno sulla Terra.

«Non potrei mai farlo.» disse lui, afferrandomi gli avanbracci. Il suo tocco era bollente sulla mia pelle. Non mi era mai parso più fastidioso.

«Non riuscirei mai ad ucciderti Sel.» affermò nuovamente, «Ma ho un piano. Possiamo scappare la notte del Ballo, l'indomani stesso. Saranno tutti distratti e farò in modo che nessuno ci trovi.»

Cercai di fermare il panico, ma quelle parole fecero tutto meno che rassicurarmi. Prima che potessi dirgli che no, non sarei scappata con lui, scomparve.

«Tornerò domani.» udì, mentre varcavo la porta del bagno ancora sconvolta.

Mi appoggiai alla scrivania.

Se mi suicidassi? Pensai.

Non avrei avuto mai il coraggio di farlo.

E non vi era nessuna probabilità che sarei finita sulla Terra. Non volevo però fare del male alla gente, a Iarlaith.

Con la mente ancora in subbuglio, che cercava disperatamente di venire a capo della situazione e trovare il filo conduttore dell'intera situazione, uscì dalla stanza.

Non notai subito quanto era divenuto pallido Iberide.

Era agitato e con una mano non faceva che toccare l'elsa della sua spada, indeciso sul da farsi.

«Va tutto bene?» chiesi.

Lui mi guardò come se dinanzi avesse uno spettro, «Non c'eri più, eri completamente scomparsa.»

Lo guardai senza capire, «Cosa intendi dire?»

«Tutti» si schiarì la gola, «emettono un'aurea. Anche le Wisteria, è per questo che devono trasferirsi sulle Lande una volta che hanno preso contatto con Ombre o Abbaglianti. »

Furono le sue successive parole a farmi capire che, forse, avevo infine trovato il bandolo della matassa.

«Ma tu, eri del tutto sparita, come se non ti trovassi più sulle Lande o fossi ritornata umana. »

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