Omegle || Liam Payne

Capitolo 6.

"Non si vede un tubo" dico aggrappandomi al braccio di Niall, facendo attenzione a non cadere.

La strada è piena di sassi, e le mie scarpe non sono per niente adatte a questi.

Dopo aver riaccompagnato Melissa ed Harry alle proprie case, siamo andati da nostra madre.

"Aspetta" di colpo si ferma, armeggiando con la tasca del giubbotto.

Tira fuori il telefono, azionando il flash.
Era l'ora!

Riprendiamo a camminare, e finalmente vedo la casa della mamma in lontananza.

Per tutta la via c'è silenzio, - tranne per il fatto che si sentono solo i passi miei e di mio fratello - ogni tanto interrotto da qualche abbaio dei cani presenti in zona.

"Chi è Liam?" chiede ad un tratto Niall.
"Un amico" dico semplicemente.

Se gli raccontassi tutta la storia di come l'ho conosciuto, mi prenderebbe per pazza, come minimo.

Per non parlare del fatto che si trova dall'altra parte dell'oceano, probabilmente mi scoppierebbe a ridere in faccia.

Oppure farebbe un discorso del tipo "è assurdo che tu abbia un amico dall'altra parte del mondo!" ed altre cazzate simili.

"Okay" risponde solamente.
Tiro un sospiro di sollievo, se mi avesse fatto altre domande, non so cosa gli avrei potuto rispondere, ad essere sincera.

Lascio il suo braccio quando apro il cancello nero che porta al giardino.
Monto i tre scalini, e subito suono al campanello.

Intravedo le luci accese dalle finestre; segno che la mamma è ancora sveglia.
Poco dopo la porta si apre, rivelando la figura minuta di mia madre.

"Mamma!" non le lascio il tempo di proferire parola, che subito mi butto tra le sue braccia; mi stringe forte come sempre.

Sento aggiungersi altre due braccia intorno ai miei fianchi, ed ho la conferma che è mio fratello quando sento il suo profumo.

"Quanto mi siete mancati!" esclama lasciando un bacio sulla guancia a ciascuno.

"Come state?" domanda andando verso il divano.
Entrambi la seguiamo, e finalmente, dopo essermi seduta, tolgo quelle maledette scarpe col tacco.

"Bene, bene. E tu?" risponde Niall per entrambi.
In risposta alza il pollice, sorridendo dolcemente.

Sparisce in cucina per qualche minuto, e ne esce insieme a tre tazze di tè fumante, su un vecchio vassoio color argento della nonna.

Posa il tutto sul tavolino davanti a noi, sedendosi sulla poltrona accanto al divano.

"Greg come sta? Non ho avuto il tempo per chiamarlo in questi due giorni." racconta prendendo un sorso dalla sua tazza.

"Chiedi a lui, perché non lo sento da quel dì" indico con un cenno della testa mio fratello che è accanto a me, mezzo addormentato sul comodo bracciolo del divano nero di pelle.

"Uhm si, Denise e lui sono molto impegnati con il matrimonio" risponde. Tiene con una mano la testa, che tende ad andare giù per la troppa stanchezza.

I due continuano a parlare del matrimonio che si terrà tra non molto, massimo due/tre settimane, di mio fratello più grande, e nel mentre io finisco di bere la tazza di tè.

Il mio cellulare inizia a squillare sul tavolino di vetro, e mia madre si sporge dalla poltrona per vedere il mittente dei messaggi.

Subito prendo il telefono mettendo il muto.
"Non è nessuno di così importante." ridacchio nervosamente.