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Leggete lo spazio me in basso 💜

Ho sempre amato i bambini.

Come ho già detto prima, era il mio Piano B.

È passato qualche giorno da quando lavoro lì e già mi sono ambientata, sono tutti carinissimi.

Stamattina c'è un venticello piacevole, ma che mi scompiglia leggermente i capelli.

Sono in anticipo, come cerco sempre di essere.

Sapete l'unica cosa n?
Questo asilo si trova molto vicino alla scuola di danza. Quella scuola di danza...

Mi crea un vuoto enorme guardare in quella direzione sapendo che non potrò più entrarci.

Sospiro, scendo dalla macchina e contemporaneamente sento qualcuno chiamarmi.

All'inizio credevo fosse qualche mia collega o magari qualche genitore, anche se è presto, ma quando mi volto è come se tutto si fermasse all'improvviso.

"è un'allucinazione o sei tu?" chiede e dal suo tono voce si percepisce lo shock.

Mi blocco, non riesco a parlare, il cuore mi batte forte.

Cerco di darmi una calmata perché non mi è concesso agitarmi.

"sono io" mormoro piano

Mi si avvicina, potrei fare la stessa domanda a lui.

"sei qui" afferma
"già..."
"come stai?" prossima domanda?
"normale..." mento "tu?"
"lo stesso. Hai uno spettacolo qui?" annuisco.

Non posso dirglielo, non voglio.

"io ne ho uno settimana prossima"
"in bocca al lupo allora" accenna un sorriso
"anche a te" faccio lo stesso
"sei cambiata tanto sai?"
"lo so" abbasso lo sguardo ma lo rialzo subito
"in senso positivo eh" continua
"mah, mica tanto"
"perché?"
"la vita va avanti, le persone cambiano, io ho fatto lo stesso" alzo leggermente le spalle
"io mi riferivo all'aspetto esteriore... ma credo tu intenda altro vero?"
"può darsi"
"sono sicuro che sei sempre la stessa"
"no, non lo sono purtroppo"
"e allora fai tornare la Selene di prima"
"non c'è più" non saprei descrivere a pieno la sua espressione.

È un po' confuso ma anche amareggiato forse.

Poi il suo sguardo cala più in basso e notando la collanina accenna un sorrisino.

Io abbasso lo sguardo.

"ora devo andare" mi prende il polso,  prima che potessi fare qualcosa. Quasi sussulto al contatto delle nostre pelli.
"la collana..." alzo lo sguardo e i nostri occhi si incontrano dopo troppo tempo.
"una promessa è una promessa no?"
"..." mi lascia lentamente il polso
"mi permetterai di ripartire ancora una volta da zero?" chiede lasciandomi spiazzata.

Da una parte vorrei saltargli addosso, raccontargli tutto e piangere nelle sue braccia..., dall'altra...

Ho passato parte della mia vita a stare male per lui.

Non posso far finta di nulla, non completamente.

Ho quasi 22 anni e sono abbastanza matura, non sono più quella ragazzina dai tanti sogni.

Sospiro.

Ci guardiamo malinconici per non so quanto tempo, poi si avvicina e ci abbracciamo piano, come se avessimo paura di romperci a vicenda.

Io respiro più velocemente rispetto a lui, forse se ne accorge e mi accarezza la schiena.

"mi farò perdonare" mormora quasi sussurrando

In love with a wrong person... // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora