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Poggio la testa sul piccolo finestrino dell'aereo, non ho la forza di parlare, ho il cuore a mille.
"oi" mi richiama Ale
"mh?"
"pronta?" alzo le spalle
"o pronta o non pronta ormai è fatta" cerco di nascondere la mia tristezza.

qualche ora dopo...
"sei silenziosa" mormora il moro accanto a me
Lo guardo, lui fa lo stesso.
Poi poggio la testa alzando gli occhi al cielo.
"tra mezz'ora siamo arrivati, ce la fai a resistere ancora un po'?"
"sto bene..."
"va bene..."
Guardo fuori dal finestrino, vorrei essere libera e spensierata, invece...
Sospiro, chiudo gli occhi.
Per fortuna l'aereo atterra, perciò dopo un cenno di Alex scendiamo.
"siamo a New York sorellina" esclama
"già" per quanto mi sforzi a sorridere, la mia mente è da tutt'altra parte.
Prendiamo il taxi, che ci porta in quella che sarà la nostra nuova casa a partire da adesso.
Una cosa che non sapete di me e Alex, è che abbiamo vissuto qualche anno a Londra da piccoli, perciò parliamo l'inglese abbastanza bene.
"pronta?" mi chiede prima di aprire la porta.
"vai" gli sorrido e lui facendo lo stesso apre la porta.
"wow" esclamo
"dal vivo è più bella eh" mormora sorridente
"già"
"dai andiamo a vederla tutta" e così facciamo. Decidiamo anche le camere, entrambe hanno un balconcino abbastanza grande, da cui si può contemplare un panorama stupendo.
Mi incanto ad osservarlo, con i gomiti poggiati sul marmo e sorreggendomi il viso con le mani, finché non sento qualcuno abbracciarmi da dietro.
"ei" quasi un sussurro
"bello vero?" annuisco
"vuoi parlare?" chiede senza farmi sentire obbligata
"che dovrei dire... è stato un addio" abbassa lo sguardo
"oh..."
"però ci siamo promessi di non togliere mai il bracciale anche se prenderemo strade diverse..." gli spiego
"vabè... ora basta, meglio se iniziamo a disfare le valigie oppure andiamo a fare la spesa"
"sicura?" no, no che non lo sono. Ma ora siamo qui e ho altro a cui pensare, magari mi sfogherò un'altra volta.
"poi ne riparliamo, ma non ora" annuisce.
"ah devo avvisare Sere che siamo arrivati, tu avvisi Mattia?" annuisce
Dopodiché decidiamo di andare al supermercato per comprare qualcosa, dato che ovviamente in casa non c'era nulla.
Guardo un po' in giro, ci siamo divisi i compiti, ad un certo punto mi scontro con qualcuno.
"oh scusa, cioè volevo dire, sorry" ancora non mi sono abituata a parlare in inglese.
"sei italiana?" solo in quel momento alzo lo sguardo ed incrocio gli occhi azzurri di un moro.
"si, anche tu?" annuisce
"non ti avevo visto, mi spiace"
"tranquilla, tranquilla, ma da quanto sei qui? non ti ho mai vista"
"oh in realtà poche ore ahah, mi sono appena trasferita"
"oh wow, anch'io è da poco che sto qui, forse un mese"
"capito"
"ti va se ci scambiamo i numeri? non conosco molta gente qui" propone
"mh ok ok" devo fare amicizia no?
"il tuo nome?" ridacchia
"oh sì, Selene, piacere"
"Andrea, piacere mio" mi sorride
"lo sai, hai un bel nome" dice
"grazie" ricambio il sorriso
"ora devo andare, è stato bello conoscerti" mormora
"ci vediamo" ci sorridiamo
Poi vado alla ricerca di Alex e dopo aver preso tutto ci dirigiamo verso casa, che è a pochi minuti da qui.
"lo sai, ho già fatto amicizia" dico
"ma davvero? con chi?"
"mi sono scontrata con un ragazzo, Andrea, e dopo aver parlato un po' ci siamo scambiati i numeri"
"hai già fatto colpo" ridacchia
"non è vero, e poi lo sai..."
"si, scusa hai ragione"
"secondo te ce la farò ad andare avanti?" chiedo guardando in basso
"ce la fai, ce la fai"
"se lo dici tu..."
Passo la prima notte con la consapevolezza che la mia vita sta riiniziando da capo.
Prima di andare a letto però, mi arriva una notifica da Insta: Andrea_Arru ha iniziato a seguirti
ma mi stalkera anche?
Scuoto la testa sorridendo, poi mi addormento in quello che sarà il mio letto per un anno, o almeno per ora...

In love with a wrong person... // Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora