I raggi del sole che entrano dalla finestra mi svegliano, e con riluttanza sono costretta ad aprire gli occhi. Mi giro dall'altra parte del letto aspettandomi di vedere Neymar, ma così non è. Guardo sul pavimento e non ci sono i suoi abiti. Se ne deve essere andato. Ma perché? Per gli allenamenti? O se si fosse pentito? Non riuscirei più guardalo negli occhi se così fosse. Però ieri sera sembrava gli fosse piaciuto...
Mi alzo e vedo le lenzuola sporche di sangue, il segno evidente della mia verginità perduta. Le raccolgo e mi dirigo nella stanza dove c'é la lavatrice.«Buongiorno, dormigliona!» dice Rafaella vedendomi entrare nella lavanderia.
«B-buongiorno!» Dico per poi sgattaiolare dentro e infilare le lenzuala a lavare. Lei non devo assolutamente sapere... Per ora.
«Come mai ti sei svegliata così tardi?» chiede appoggiandosi sull'uscio ed io divento paonazza.
«Perché? Che ore sono?» non può essere veramente tardi!
«Le undici.» impallidisco.
«Cosa? Le lezioni! Perché non mi hai chiamata?»
«Primo, perché stavi russando, secondo, perché mi sono svegliata anch'io da poco.» beh, in effetti ero davvero stanca con tutta quell'attività. Arrossisco nuovamente.
«Ma io non russo! E poi volevo seguire le lezioni...» sussurro sentendomi completamente in colpa. Un pensiero mi passa per la testa. Lei sa? Avrà visto suo fratello?
«Non ti preoccupare, le lezioni non sono obbligatorie.»
«Okay. Ehm... Vuoi un pó di caffé?» dico per poi dirigermi in cucina.
«Certamente!» arrivate in cucina, continua con l'interrogatorio. «Allora... Neymar ti ha accompagnata a casa eeh?» a questa domanda, io mi giro di spalle e comincio a preparare la macchinetta del caffé. Capirebbe tutto se mi guardasse.
«Bé... Glielo hai detto tu.»
«Sí... E poi?» insiste.
«E poi se ne è andato!» dico esasperata.
«Bene.» forse non sa niente. Meglio cosí.
«Com'é proseguita la tua nottata invece?» chiedo per cambiare argomento e la vedo rilassarsi. Comincia a parlare di un ragazzo di nome Manuel e di quanto fosse dolce e bello. Alla fine del racconto dice di averle offerto un drink ed averle dato il suo numero di cellulare.
«Oggi lo chiamo! Mi attrae davvero tanto.» dice con uno sguardo sognante.
«Aw. Rafaellita si è presa una cotta!» la prendo in giro.
«Nooo!» esclama con finta contraddizione.
Sono le 2 e mezzo, e mi sto preparando ad andare al mio primo giorno di lavoro. Indosso un paio di jeans a vita alta, una maglietta che arriva all'ombellico di color cipria e air force bianche. Non mi sono mai vista vestita così... Bene! Beh, alla fine, è tutta opera della mia coinquilina. Raccolgo i capelli a coda, una passata di mascara e sono pronta ad uscire di casa.
«Nice! È da stamattina che ti guardo e... Sembri diversa!» dice staccando la faccia da un libro. Arrossisco lievemente. So il perché sembro diversa e sinceramente non mi va di pensarci o mi prenderebbe una crisi isterica.
«So il perché! Questa è la mia faccia da primo giorno di lavoro.» mi indico il viso, le mando un bacio volante ed esco dall'appartamento.
Durante la via, involontariamente, ricomincio a pensare a ieri notte. Ripensandoci, è stato tutto magnifico e lui non poteva essere più dolce di così. Certo, non avrei mai immaginato di perdere una cosa che tengo custodita da 18 anni con un ragazzo che conosco a malapena da 2 giorni, ma non mi pento della decisione presa. Lui non mi ha obbligata, l'ho voluto io. Ero pronta e consapevole e lo rifarei mille altre volte. Il vero problema è in caso sia stato lui a pentirsi e questa cosa mi tormenta da tutta la mattinata.
Arrivo al bar con dieci minuti d'anticipo e nel locale ci siamo solo io e il mio capo che è ben contento di vedermi.«Bene, signorina Cruz. Mi piacciono le persone anticipatarie, parti col piede giusto.» mi dice per poi lanciarmi un grembiule bianco.
«La ringrazio, signor Pedro.» sorrido e mi metto a lavoro.
Sono passate tre ore e, oltre a due tazzine rovesciate e rotte, devo dire che sta andando tutto abbastanza bene. C'é molta gente che viene qui, e,sfortunatamente, siamo solo io e il signor Pedro a lavorare.
Sto prendendo un'ordinazione da una giovane coppia felice, quando una mano mi prende per la spalla e mi fa voltare. Il mio cuore smette di battere.«Nice...» comincia a dire. «dobbiamo parlare. Ora.»
«Adesso non posso!» sussurro indicandogli il fogliettino su cui scrivo le ordinazioni.
«Berenice, qualche problema col ragazzo?» interviene Pedro, ma quando si gira Neymar il suo volto impallidisce. «N-neymar?» balbetta.
«Sí. Scusi, posso parlare con la sua dipendente?» chiede porgendogli un sorriso.
«Come no! Berenice, prenditi tutto il tempo che vuoi!» è questo che significa essere famosi? Ottenere tutto quando si vuole?
«Okay... Usciamo fuori.» dico abbassando gli occhi. Mi prende per mano ed entriamo nella sua Audi Q3 per non farci vedere da fan e paparazzi.
«Neymar, ehm... Scusami. Scusami per ieri è solo che ehm... Io non sono abituata! Non volevo deluderti.» dico tutto d'un fiato e diventando paonazza.
«Ssh! No, piccola! Ieri tu sei stata bravissima. Davvero! É solo che non potevo restare.» dice prendendomi il mento tra il pollice e l'indice così che lo possa guardare.
«Perché? Io volevo che rimanessi...»
«É difficile da spiegare. E poi c'è il problema Rafaella. Lei mi ha minacciato se solo avessi provato a toccarti.» É vero! Rafaella! Perché non mi è venuto prima in mente?
«Eppure lo hai fatto...» la mia voce è un filo d'aria.
«Io non mi arrendo mai. Raramente non ottengo ciò che voglio.» mi bacia sulle labbra. «le tue labbra sono così dolci...»
«Devo andare.» dico, per poi staccarmi.
«Ti vengo a prendere non appena finisci di lavorare. Dobbiamo parlare.» dice, il viso serio.
«Finisco di lavorare tra un quarto d'ora..»
«Perfetto! Ti aspetto.»
Venti minuti dopo, mi ritrovo in macchina. Mi viene da ridere se ripenso alla faccia di Pedro quando mi ha vista rientrare.
«Cosa trovi di divertente?» chiede Neymar.
«La faccia del mio capo! Dovevi vederla!» dico per poi scoppiare in una risata.
«Rimarrei a guardarti ridere per sempre, ma purtoppo devo guardare la strada.» Vorrei baciarlo in questo momento. Il suo profilo è a dir poco perfetto. Penso che ogni ragazza voglia un ragazzo così.
«Dove andiamo?»
«A casa mia.» Oddio... Con tutta quella gente.
«Oh.»
«Non ti preoccupare, è libera. Tutta per noi.» sgrano gli occhi e qualcosa di strano comincia a farsi spazio nel basso ventre.
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She will be loved.
Romance"Non mi dispiace passare ogni giorno Fuori, all'angolo della tua strada, sotto la pioggia scrosciante Cercando la ragazza dal sorriso spezzato Chiederle se vuole fermarsi un po' E sarà amata Sarà amata..." ~Maroon 5 -She will be loved. ||In que...