Capitolo 24.

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«In che senso 'quasi'?» chiede, cercando di rimanere serio.

«Che non sei completamente perdonato.» faccio un gesto con la mano come se la cosa fosse ovvia.

«E come faccio a farmi perdonare?» nella sua voce c'è un tono di disperazione e la cosa mi fa ridere.

«Questo non lo so! Magari col tempo ti perdoneró...»

«Tra quanto tempo mi perdonerai?» continua a torturarmi solo per farmi ridere, lo so, e ci riesce benissimo.

«Forse tra un secondo, forse tra un anno... Chi lo sa!» provo a fare la dura ma tra poco mi scioglieró come un cubetto di ghiaccio sotto il sole se continua a guardarmi in quel modo.

«Spero che sia tra un secondo,allora.» sorride e, come previsto, mi sciolgo. Si alza e per un attimo penso stia per baciarmi. «Adesso devo andare. Tu riposati, okay?» mi da un bacio sulla guancia e si allontana da me. Vorrei dirgli di restare con me, che ho bisogno di lui.

«Neymar!» mi affretto a chiamarlo quando sta per uscire dalla stanza, lui si blocca e mi sorride nuovamente.

«Nice?» sorride ancora e le parole mi muoiono in bocca, così chiedo la prima cosa che mi passa per la mente.

«Ma... Il ragazzo di ieri...?»

«Quel bastardo marcirà in prigione per un bel pó.» risponde a denti stretti, nei suoi occhi si può vedere la rabbia. Viene nuovamente vicino a me e mi stringe la mano. «Nice, ti devo dire una cosa importante.» faccio cenno col capo e continua a parlare. «Gli agenti della polizia sono andati a casa di Andrés ieri e... Hanno trovato delle foto tue. Nice, quello stronzo ti stalkerava! Hanno trovate delle tue foto mentre ti vestivi, uscivi, andavi all'università e persino mentre stavi con me. Giuro che mi sento così in colpa! Avrei dovuto stare più attento e invece ho lasciato che ti facesse del male...» gli stringo forte la mano e gli accarezzo una guancia.

«Ney, non è colpa tua, okay? È successo e basta. Tu mi hai salvato la vita e te ne sarò grata per sempre.» gli sorrido e sembra rilassarsi.

«Giuro che d'ora in poi starò più attento, se dovesse servire potrei mettere un esercito di bodyguard a tua disposizione.» é così premuroso... Potrei saltargli addosso anche in questo momento.

«A me basti tu.» mi avvicino e gli poso un bacio sulla guancia rasata. Senza barba sembra molto più giovane della sua età.

«Adesso devo veramente andare, piccola. Se hai qualsiasi problema,chiamami.» mi da un bacio sulla tempia ed esce dalla stanza, ma nello stesso momento in cui se ne va, entra Rafaella che mi stritola in un abbraccio.

«Dio, non puoi immaginare quanto fossi in pensiero per te!» esclama Rafa con le lacrime agli occhi. Cavolo, è veramente preoccupata.

«Rafa, adesso sto bene. Veramente.» le sorrido calorosamente.

«Il dottore ha detto di riposarti per un paio di giorni e poi sarai nuova come sempre!» si asciuga le lacrime con la mano e ricambia il sorriso.

«I dottori dicono sempre così.» ridacchio e scuoto la testa.»

«Hai ragione... Però tu hai veramente bisogno di riposare.» mi fa l'occhiolino e se ne va anche lei. Quando appoggio la testa sul cuscino, cado nuovamente in un sonno profondo.

Una carezza sulla guancia, mi risveglia.

«Ben risvegliata, dormigliona.» mi sussurra Neymar nell'orecchio ed un sorriso compare sul mio volto.

«Che ci fai tu qui?» strabuzzo gli occhi e mi stiracchio, provocando la sua bellissima risata.

«Ultimamente non ho niente da fare...»

«E vieni qui ad importunare una povera ragazza ferita?»

«Importunare? Io?» fa finta di essere offeso ma ciò lo rende ancora più adorabile.

«Sí, tu.» gli punto un dito contro e lui alza le mani in segno di resa.

«Okay,okay. Voglio importunarti.» fa un sorrisetto malizioso ed io alzo gli occhi al cielo.

«Non sorridermi così!» dico per poi scoppiare a ridere. Quel suo ghigno mi distrae sempre.

«Vieni,andiamo in cucina.» ordina porgendomi la mano.

«Non possiamo restare qui?» faccio il labbruccio.

«Nice, sono le due del pomeriggio e devi mangiare. Quindi o muovi il tuo meraviglioso sedere da quel letto o ti ci porterò con forza.» mi guarda con sfida, ed io alzo un sopracciglio, stando al suo stesso gioco. Faccio per coprirmi con le coperte ma due forti braccia mi tirano su e mi caricano sulla sua spalla.

«Neymar! Noo! Mettimi giù!» urlo e rido allo stesso tempo. Mi da una pacca sul sedere, facendomi lanciare un gridolino ed io lo colpisco sulla schiena.

«Non fare la cattiva.» finalmente mi fa scendere e noto che Rafaella sta ridendo di gusto.

«Tu siediti, stai comoda, fai quello che vuoi, nel frattempo che ti preparo qualcosa da mangiare.» Detta Neymar e si dirige ai fornelli. Non capisco se sta scherzando o se sta facendo sul serio.

«Tu? No, Neymar, ti prego! Non voglio morire oggi!» esclamo con un finto tono di spavento e Rafa si mette a ridere ancora più forte, mentre Neymar mi guarda come se gli avessi sparato.

«Juninho, come non darle ragione? Tu non sai cucinare!» interviene la mia coinquilina e si dirige ai fornelli.

«Io so fare il risotto! Se solo mi lasciate... » lo interrompo.

«Due volte hai provato a cucinarmelo e due volte lo hai dovuto buttare.» incrocio le mani al petto.

«Okay, basta. Siete due streghe.» fa  nuovamente il suo broncio e si butta sulla sedia.

Sono le sei del pomeriggio quando Neymar mi chiama per l'ennesima volta in una giornata.

«Ciao, Ney! Da quanto tempo che non ci sentiamo.» dico sarcasticamente non appena rispondo al cellulare.
«Lo so che ti sto assillando, ma voglio essere sicuro che tu stia bene.»
«Sí, sto bene.» lo rassicuro ancora.
«Ma non ti ho chiamata per questo. Ti va di venire da me?»
«Ma il dottore ha detto di riposare!»
«Piccola, credimi, non ho intenzione di fare ciò che pensi.» ridacchia.
«Non possiamo restare a casa mia? Rafa è uscita con Manuel e chissà quando ritorna.»
«No, preferisco da me. Tra venti minuti sto lì.»

Non mi saluta nemmeno e chiude la telefonata.

Trenta minuti dopo, mi trovo sulla soglia di casa di Neymar. Mentre stavamo in macchina, lui era stranamente agitato e non ha proferito parola. Molto strano.

«Non riesco a trovare la chiave.» esclama nervosamente mentre cerca di infilare la chiave giusta nella serratura.

«Prova questa.» gli indico quella più grande.

«Okay, poi mi spieghi come hai fatto.» ride, e finalmente entriamo in casa.
Quando accende la luce, un coro di voci grida: «Sorpresa!» e comincio a piangere come una bambina quando la persona che più mi è stata vicina in questi anni, mi abbraccia con tutto l'amore che ha.



She will be loved.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora