4. Broken Strings (parte 1)

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You can't play on broken strings

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You can't play on broken strings

❤️

Quando la professoressa aveva scritto il nostro nome sul registro, non aveva tenuto conto della carta "imprevisti": giusto il giorno prima ci era stato comunicato che era stata fissata una prova antincendio proprio per quel giovedì mattina. Sembrava un'ottima scusa per rimandare l'interrogazione; peccato che la prof non era giunta alla stessa conclusione e dopo aver aperto pigramente il registro della classe e controllato cosa doveva fare, cinguettò:

- Minelli, Bardi, oggi tocca a voi -. I nostri nomi sul registro avevano sortito lo stesso effetto del caffè mattutino nell'insegnante.

- Prof, proprio stamattina ci sarà una prova antincendio - dissi alzando la mano.

- Hanno detto a che ora? - domandò pronta.

- No -

- Allora iniziamo. E se ci dobbiamo interrompere, riprenderemo la prossima volta - disse allungando il braccio per farsi dare il libro di testo dalla ragazza del primo banco.

Primo tentativo di annullare l'interrogazione: fallito.

Ammetto che un po' mi sarebbe scocciato: avevo studiato come una matta per finire in tempo e dormito decisamente poco nelle due notti precedenti.

Seguendo l'ordine alfabetico toccò prima a Marika: la prof fece qualche domanda facile alternata a qualcuna più difficile, a cui la mia amica rispose senza troppi problemi, intoppandosi solo su un articolo del codice civile. L'interrogazione durò più di un quarto d'ora e al termine la prof si riservò di darle il voto perché prima voleva sentire me.

Iniziò subito con una domanda generica per poi passare a due domande più specifiche che avevo giusto ripassato prima dell'inizio della lezione. Mentre la prof stava formulando l'ultima domanda, la campanella cominciò a suonare in modo bizzarro. La prova anti incendio era scattata.

- È la prova? - chiese la prof in conferma alla ragazza nel primo banco, la quale annuì - Bene, voi sapete cosa fare -. La prof si alzò lentamente in piedi, come appena svegliatasi dal letargo, prese il registro e la borsa e aspettò che tutti ci mettessimo in fila seguendo l'ordine stabilito di apri fila, serra fila e aiuto disabili. - Possiamo andare? - domandò, dando un'occhiata generale alla lunga fila che avevamo composto.

I due ragazzi apri fila mossero i primi passi e in pochi secondi ci trovammo in coda con gli altri studenti per uscire dalle porte d'emergenza. Dopo solo due rampe di scale, arrivammo nel cortile interno dove c'erano la palestra, il piccolo campetto e il deposito di bici e scooter. Non soffrivo eccessivamente di vertigini ma una volta arrivata a terra, trassi un sospiro di sollievo: odiavo fare le scale di corsa e imbranata come ero, avevo sempre il timore di mettere male il piede e ruzzolare giù.

Ci ammassammo tutti nel piccolo cortile interno fino a spingerci in prossimità del cancello d'uscita. Riuscii a scorgere Sonia in mezzo alla folla e le feci un cenno con la mano; lei rispose con un sorriso e tornò a chiacchierare con le sue compagne.

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