Arrivati sul terrazzo, Prinz mollò la presa e mi portai istintivamente la mano al petto: non sapevo se il cuore mi battesse forte per lo sforzo fisico o per il fatto che lui mi aveva preso per mano. Il sole stava tramontando e tirava una leggera brezza. Sistemai meglio la sciarpa per riparare la gola e tirai su fino in fondo la cerniera del piumino.
- Non ti terrò qui per molto. Se ti ammali per colpa mia, so già che non me la faresti passare liscia -
- Ci puoi giurare - risposi fingendomi arrabbiata.
Prinz pose lo sguardo sul tramonto. - Stai attenta - mi ammonì.
- E a che cosa? - domandai perplessa. Stavo rischiando che un aereo mi cadesse in testa? O solo un più innocuo mal di gola?
- Non fare la Pulce. Sto parlando della ragazza di stamattina -
Ah, molto più chiaro. Ora si capiva tutto. Si era congelato il cervello?
- Ti spiacerebbe fare una frase di senso compiuto? Del tipo: soggetto, verbo, complemento... -
- Pulce, non sto scherzando. Quella ragazza, Chiara, è capace di tutto. Cerca di girarle alla larga e non provocarla - esclamò innervosito. Ok, stavolta aveva parlato anche troppo.
- Si, so che è una testa calda ma tranquillo, so anche come comportarmi con lei -
- Ho visto ed è per questo che sono intervenuto - disse.
Pringles era serissimo; l'unica che scherzava ero io. Mi gettò uno sguardo severo, gli occhi fissi nei miei. Un sorriso mi morì sulle labbra: non stava bluffando. Avvertii calore allo stomaco, come se quello sguardo avesse acceso un fiammifero e lo sentissi scivolare lungo il mio esofago. Deglutii e mi ricomposi. - Non era necessario. Me la stavo cavando da sola -
- Beh, io ti ho avvisato - esclamò, dirigendosi verso la porta.
- Tutto qui? - domandai sorpresa vedendolo andarsene. Pringles proseguì a camminare.
- Che vuoi ancora? - domandò girandosi scocciato.
- Scusa ma tu mi hai trascinata fin qui per dirmi questo?!? -. Avvertii una sensazione strana morirmi dentro, come un qualcosa di sospeso che non aveva trovato compimento.
Pringles ci pensò sopra un attimo.
- Non volevo rompiballe in giro - si giustificò e aprì la porta.
- Marika ti sembra una ficcanaso? - esclamai stupita raggiungendolo a grandi falcate. Pringles chinò la testa di lato e mi guardò come se avessi detto la cosa più ovvia.
Si, in effetti era vero. Marika era una ficcanaso. Ma era pur sempre una mia amica e le volevo bene.
- Devo dirti grazie per questo, quindi? -Le sensazioni di prima stavano lasciando il passo alla rabbia. No, era più corretto chiamarla delusione.
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Soundtrack:Love
Roman d'amour[COMPLETA] "Lui era un ragazzo, lei era una ragazza. Niente di più ovvio". L'avete già sentita, vero? Vi è mai capitato di ascoltare una canzone alla radio e percepire una certa familiarità? Quella che avete appena ascoltato, in realtà, è qualcosa...